I SOLDATI INGLESI ARRESTATI DA TEHERAN

analisi e possibili sviluppi

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  1. lupog
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    il periodico le Nouvel observateur ha fatto alcune domande a Saeed Paivandi professore presso l'università Parigi VII sulla crisi per i soldati inglesi arrestati da Teheran e sui suoi possibili sviluppi .

    Perché questo braccio di ferro tra il Gran Bretagna e l'Iran? Esiste ancora una controversia sulle acque territoriali tra l'Iran e l'Iraq?

    Non si può riportare questa crisi alle relazioni tra l'Iran e l'Iraq. La convenzione d'Algeri firmata nel 1975, ha diviso lo Chatt al-Arab, il fiume di frontiera tra i due paesi, ma questa zona sulla quale si è inoltrata la fregata inglese è difficile da far rispettare esattamente.
    L'avvenimento in corso può essere associato al dossier sul nucleare iraniano. La Gran Bretagna e gli Stati Uniti sono bersagli di attacchi importanti da parte dell'Iran che li ritiene i veri responsabili della crisi. L'intransigenza britannica ed americana mette in collera li dirige iraniani che fanno meno rimproveri all'Unione europea, la Germania o la Francia.
    Arrestando questi marinai, i militari iraniani sembrano avere mandato un doppio messaggio alla comunità internazionale. In primo luogo, l'Iran avverte che reagirà in caso di aggressione americana e britannica, afferma la sua indipendenza e la sua capacità di mobilitazione militare. Secondariamente, come ha dichiarato il 20 marzo, la Guida della Rivoluzione, l'ayatollah Ali Khamenei, il paese pensa di avere delle carte da giocare nella regione. L'Iran dimostra di poter disturbare le forze alleate alla frontiera irachena.

    Quale piega può prendere la crisi, dato l'atteggiamento di grande fermezza di una parte e dell' altra?


    - La Gran Bretagna mantiene la sua versione riguardo i suoi marinai. Gli inglesi sono andati troppo al di là per permettere un rapido regolamento pacifico. Tony Blair ha annunciato ieri di rompere i contatti con l'Iran fino alla liberazione dei militari. Gli americani ed i britannici tentano di fare pressione sul governo iracheno dicendo che gli iraniani hanno attraversato la frontiera e "invaso" l'Iraq.
    Dal punto di vista iraniano, un gruppo che l'Iran ha definito diplomatici, considerati invece dagli americani come membri armati della rivoluzione ( Pasdaran), sono trattenuti come prigionieri ad Erbil, nel nord dell'Iraq. Penso che l'Iran prova a trattare uno scambio di prigionieri. L'Iraq ha dichiarato a più riprese di trovarsi tra due fuochi e di volere che i protagonisti di questa nuova crisi regolino i loro problemi tra di loro.

    Come risolvere questo conflitto, che può portare all'entrata in gioco dell'Onu?

    - Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, è intervenuto su questo tema a margine della riunione dei dirigenti arabi a Riyadh. Il regolamento della crisi non può finire senza l'intervento di un arbitro. Le Nazioni unite hanno autorità nella regione e sono ben propense a portare una soluzione politica veloce, il governo iracheno può intervenire in misura inferiore, stesso dicasi per la Turchia che ha annunciato di preparare una missione di mediazione.


    http://tempsreel.nouvelobs.com/actualites/..._irakienne.html
     
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  2. Drago Nero™
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    La Storia insegna che i più cruenti conflitti mondiali sono nati da fatti certamente importanti, ma non tali da giustificare un crescendo militare sempre più imponente. Lo sconfinamento dei marinai inglesi potrebbe portare a conseguenze difficilmente valutabili.

    Londra ( per ovvie ragioni ) e Washington chiedono con insistenza e senza troppi giri di parole il rilascio degli ostaggi, tra cui una soldatessa, minacciando ulteriori sanzioni commerciali verso l'Iran ed i suoi rappresentanti "divini". Nessuna delle due nazioni esclude il ricorso alle maniere spicce, anche se la parola conflitto non é ancora in uso tra le diplomazie coinvolte.

    Intanto l'Iran continua a sostenere che l'invasione delle acque territoriali dev'essere sanata con le scuse ufficiali di Londra. Non trovo plasusibile questa via d'uscita. In tutto questo la diplomazia iraniana si muove sul campo a lei più congeniale: con una mano concedo e con l'altra sottraggo.
    Infatti: alla possibile riduzione dell'impegno nucleare si contrappone la fierezza dell'esercito e dei suoi comandanti, già pronti a dare battaglia agli Alleati.

    Mentre si attendono sviluppi sulla vicenda dell'arresto degli inglesi navi da guerra anglo - americane convergono ai limiti delle acque territoriali iraniane. Nuova crisi in vista ?

    Chi é credente inizi a votarsi al proprio santo protettore
     
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  3. lupog
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    Saranno liberati i quindici marinai britannici catturati il 23 marzo dalla Marina iraniana nel Golfo Persico. Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha annunciato, nel corso di una conferenza stamopa, che graziera' i soldati come "regalo" a Londra e li rilascera'.


    tuttavia Ahmadinejad non ha rinunciato ad attaccare Tony Blair ne' a sostenere le proprie ragioni.
    "Pur insistendo sui nostri diritti, per intercessione del profeta Maometto questi quindici marinai sono stati graziati e offriamo la loro liberazione come dono al popolo britannico", ha detto il leader di Teheran nel corso di una conferenza stampa convocata per l'inizio del nuovo anno nel calendario persiano. Ahmadinejad ha riferito di avere interceduto per i quattordici soldati e la soldatessa, che avevano pubblicamente confessato di essere entrati in acque iraniane, con il primo ministro britannico: "Ho chiesto a Blair di non punire i marinai per avere detto la verita'", ha spiegato. Tuttavia, ha aggiunto, il governo di Londra non ha mostrato lo stesso coraggio dei militari. "I britannici dovrebbero confessare di aver fatto un errore e non dovrebbero piu' compiere mosse come questa", ha detto. E invece "hanno scelto la strada della propaganda e investito della questione il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite".

    L'Iran potrebbe considerare l'ipotesi di riprendere relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti, sempre che il presidente Goerge W. Bush cambi atteggiamento.- ha detto ancora il presidente iraniano

    fonte AGI
     
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  4. lupog
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    le strane coincidenze della liberazione dei sodati inglesi.


    Secondo Hoshyar Zebari, il capo della diplomazia irachena, i tre avvenimenti che seguono non sono legati in nessun modo". La liberazione, mercoledì 4 aprile, da parte di Tehran dei 15 marinai britannici non ha "niente a che vedere" con quella, ventiquattro ore prima, di un diplomatico iraniano misteriosamente scomparso da due mesi in Iraq. Niente a vedere neanche con l'annuncio, alcune ore più tardi a Tehran che cinque altri "diplomatici" iraniani, catturati l'11 gennaio in Iraq dall'esercito americano, riceveranno la visita di un consigliere della loro ambasciata in Iraq. "Semplice coincidenza", si dice all'unisono, a Bagdad, a Londra, a Tehran ed a Washington, dove l'idea stessa di uno scambio di "cortesie " sembra impossibile da ammettere. "Nessun negoziato, nessun accordo", affermano tutti.
    Jalal Sharafi, secondo segretario della cancelleria iraniana in Iraq, era stato rapito il 4 febbraio a Bagdad da uomini in uniforme dell'esercito iracheno. Avvenimento banale, in questi tempi, nella capitale. Tranne per il fatto che non c'è stata domanda di riscatto, ne rivendicazione e nessun cadavere. L'uomo è stato misteriosamente rilasciato lunedì, ed è ritornato in Iran l'indomani.
    "Non abbiamo nessuna idea dell'identità dei suoi rapitori", ha affermato Zebari. Teheran, ne aveva una. Il suo diplomatico era trattenuto, avanzava, per "un servizio di informazione irachena direttamente legata alla CIA" americana, in vista di fargli confessare la complicità del suo paese, regolarmente denunciata da Washington, con le milizie sciite.
    Neppure si conoscono precisamente gli annessi e connessi della cattura da parte dell'esercito americano, l'11 gennaio in una villa di Erbil, la capitale del Kurdistan iracheno, di cinque altri iraniani. “L'inchiesta sul loro conto prosegue", diceva mercoledì alla stampa il generale William Caldwell, il portavoce militare americano in Iraq. Presentati da Teheran come diplomatici in attesa di accredito consolare da parte del governo autonomo curdo, i cinque uomini sono sospettati, dagli americani, di appartenere al corpo dei pasdarans, i guardiani della rivoluzione islamica iraniana, e di essere stato là per prendere le ordinazioni di armamenti da certi gruppi iracheni.
    Problema, le autorità curde dell'Iraq, pur molto vicine agli americani, non hanno smesso di esigere la loro liberazione, il presidente della Repubblica di Iraq, Jalal Talabani, ed il ministro Zebari che sono anche, e forse prima di tutto, dei politici curdi trasferivano regolarmente la loro richiesta all'esercito americano. "Chiediamo formalmente già da un certo tempo, la liberazione di questi uomini ma senza successo", deplorava M. Zebari mercoledì, ammettendo implicitamente i limiti della sovranità del suo governo sul suo proprio suolo.
    Il raid americano ad Erbil era coinciso con la visita in Kurdistan di due alti responsabili iraniani legati ai guardiani della rivoluzione, Mohammed Jafari Sahroudi e Minojahar Frouzanda.


    FONTE: LE MONDE

    Edited by lupog - 13/4/2007, 18:17
     
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3 replies since 1/4/2007, 16:27   302 views
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