I DATI ISTAT SMENTISCONO L'EQUAZIONE LEGGE BIAGI=PRECARIATO

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  1. keynes
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    Caruso aveva definito Marco Biagi un assassino dei precari. Beppe Grillo considera la legge che porta il nome del giuslavorista assassinato dalle brigate rosse all'origine del degenerante sviluppo delle forme di lavoro precario e malpagato. Affermazioni discutibili, che sembrano ulteriormente messe in crisi dall'uscita dei dati ISTAT sul lavoro relativi al primo trimestre del 2007.

    La cosiddetta legge Biagi, anche se riflette solo parzialmente quanto indicato nel suo libro bianco, è stata promulgata nel febbraio del 2003, ma è entrata in vigore solo verso la fine dello stesso anno. Nel quarto trimestre del 2003 erano circa 2 milioni i lavoratori dipendenti a tempo determinato, un numero che è cresciuto costantemente dopo l'applicazione della legge fino alla fine del 2006, quando l'Istat registrava 2,3 milioni di contratti a termine.

    Ma gli ultimi dati forniti dall'istituto, quelli del primo trimestre 2007, segnano invece un calo di questo tipo di contratto, che interessa attualmente 2,1 milioni di persone, cioè il 5% in più rispetto all'entrata in vigore della legge. È un incremento che non si discosta molto da quello che hanno avuto i contratti a tempo indeterminato, che da fine 2003 a inizio 2007 sono saliti del 3,5%. Gli aumenti percentuali non si discostano molto rispetto al triennio precedente, dal 2000 al 2003, in cui l'offerta di lavoro era più elevata: il numero dei dipendenti impiegati stabilmente era salito del 9,2%, contro l'incremento dell'11,1% di quelli a termine. In sostanza, i contratti a tempo determinato non sembrano aver subito una grossa propulsione dalla legge Biagi.

    fonte: la repubblica

    vedi anche dati istat sulla forza lavoro
     
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5 replies since 20/8/2007, 18:18   681 views
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