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lupog
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La Polonia si dibatte col suo passato.
Fino ad oggi, la Polonia esitava a fare luce sul suo passato comunista. Tuttavia, le recenti dimissioni dell'arcivescovo di Varsavia, Stanislaw Wielgus, hanno infiammato il dibattito sulle attività della vecchia polizia segreta. I critici temono una strumentalizzazione politica di questa eredità ingombrante.
Wprost Online (Polonia)
Il governo polacco vuole votare una nuova legge che mira a diminuire la pensione dei vecchi collaboratori della polizia segreta. A questo riguardo, Jaroslaw Kaczynski, presidente del partito conservante di destra, il PIS [Diritto e Giustizia], ha pubblicato una dichiarazione intitolata 'Memoria e responsabilità.' Per Jan Pinski, è "un'idea eccellente il privare i vecchi funzionari dell'apparato repressivo dei loro privilegi. La messa in pratica delle proposte del Primo ministro Kaczynski presuppone tuttavia di vincere prima di tutto una battaglia giudiziale. È più che certo che i funzionari le cui prestazioni di pensione saranno state diminuite depositeranno ricorsi davanti ai tribunali polacchi ed europei. Inoltre, allo stato del sistema giuridico in vigore in Polonia, è certo che le loro rivendicazioni saranno ascoltate. La sola soluzione è di riconoscere la polizia segreta come un'organizzazione criminale e di togliergli così i suoi privilegi.
per il giornalista del Die Welt Zdzislaw Krasnodebski la denuncia dei collaboratori dei servizi segreti polacchi una necessità assoluta per la società. "Si tratta in primo luogo di un sentimento di giustizia la cui violazione nuoce alla legittimità dello stato fa il gioco al cinismo. Dopo il 1989, numerosi attivisti di Solidarnosc hanno vissuto in povertà e nell'oblio, mentre i loro boia, essi, stavano benissimo. Vogliamo conoscere il modo di funzionamento di questo appaarato di potere e di violenza nella Repubblica popolare della Polonia, e ciò che ha condotto alla rivoluzione del 1989. Infine, si tratta della trasparenza della vita pubblica. Abbiamo la prova che numerose persone sono state oggetto di pressioni e ricatti dopo il 1989. La paura e la dipendenza influenzano la politica e l'economia".
L'Hebdo (Svizzera)
i 'vecchi' europei non valutano la difficoltà dei paesi ex-comunisti a liberarsi del passato. L'esempio polacco è caricaturale. L'arcivescovo designato dal Vaticano [Monsignor Stanislaw Wielgus] per succedere al potente Monsignor Glemp deve confessare, ad alcune ore della sua consacrazione e sotto la pressione dei media, che è stato un agente attivo della polizia segreta. Le rivelazioni sono insopportabili: il prete spiava i suoi pari, si scusava presso suoi capi quando non raccoglieva sufficienti informazioni. Le dimissioni del prelato sono applauditi dalla maggior parte dei polacchi, ma irrita l'estremo destra ultracattolica per cui il papa resta l'infallibile riferimento
Nepszabadsag (Ungheria)
il giornalista László Kasza invita i cardinali ungheresi a prendere esempio dai loro colleghi polacchi. "Tutti i presidenti della conferenza dei vescovi dell'Ungheria - Czapik, Grosz, Ijjas, Lékai, Paskai, Seregély - e la maggior parte dei vescovi hanno collaborato con i servizi della sicurezza interno. Ma a differenza dei polacchi, non si pronunciano pubblicamente su questo argomento. Essi hanno rifiutato di dimettersi, ed il Vaticano non li ha sostituiti. (...) L'arcivescovo Wielgus si è spiegato a proposito delle sue dimissioni: 'so che ho causato moltissimi torti alla mia Chiesa'. Ma non si sentono mai tali confessioni in Ungheria. Inoltre, contrariamente alla 'Gazeta Polska', nessuno giornale conservante ungherese ha rivelato lo passato di collaboratore dei cardinali.
Fonti:
http://www.wprost.pl/drukuj/?O=98948
http://www.welt.de/data/2007/01/12/1173374.html
http://www.hebdo.ch/index.cfm?id=3043
http://www.nol.hu/cikk/431166/
Edited by lupog - 25/1/2007, 17:48
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IL CASO WIELGUS ED I RAPPORTI TRA CHIESA E DITTATURA COMUNISTA |
