L'AUTUNNO FRANCESE

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. lupog
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Cesare Martinetti
    L'autunno francese
    La fine della diversità di una grande nazione
    Feltrinelli
    euro 13



    Cesare Martinetti offre dei ritratti particolareggiati e ricchi di humour di Segolene e Sarkozy ma sopratutto è bravissimo nel raccontare la disilllusione della Francia consapevole ormai della perdita del mito della grandeur. Una crisi che viene anailizzata partendo dal ballotaggio raggiunto nelle precedenti presidenziali dall'esponenete dell'estrema destra Le Pen e prosegue con la rivolta delle periferie e degli studenti con la disoccupazione, il caroimmobili, i contrasti sulla laicità e sulla multietnicità a fare da sfondo.

    Ségolène Royal e Nicolas Sarkozy si affrontano in primavera nelle elezioni presidenziali francesi. Due cinquantenni nella sfida per l’Eliseo: la fine della generazione Chirac e di tutti i luoghi comuni francesi, in politica estera, ma soprattutto in politica interna. Lo slogan di Sarkozy è “la rupture”, la rottura. Al quale Ségolène risponde: la rupture sono io. Rottura rispetto al “modello francese”: in questo punto critico si scontrano una destra sociale e una sinistra lontana da Blair e dalla socialdemocrazia. Rottura di generazioni e di persone: Ségolène Royal è la prima donna candidata all’Eliseo con la possibilità di vincere mentre Sarkozy, figlio di un immigrato ungherese, è anch’egli uno strappo vivente alle convenzioni elitarie del partito che fu del generale de Gaulle.
    Sia Ségolène (“Ségò”), socialista, sia Sarkozy (“Sarkò”), gollista, propongono ricette che non appaiono nemmeno tanto distanti e con più di un comun denominatore: responsabilità, liberalizzazioni, repressione delle devianze. Una serie di misure che cambieranno volto alla Francia per come la conosciamo: liberté sì, égalité molto meno, fraternité vedremo.
    Sullo sfondo la storia di questi ultimi cinque anni. Le banlieue in fiamme hanno mostrato ai francesi un volto del paese che avevano nascosto a loro stessi: un popolo rabbioso, figli di immigrati che vivono in città ghetto ai margini di una delle più grandi e scintillanti capitali del mondo, disoccupati, emarginati, emersi dal nulla in una lotta senza leader né ideologie, senza programmi, senza speranze e senza conclusione. Immigrati di seconda generazione e dunque “francesi”, ma ancora arabi e africani, musulmani ma non solo, che alla République chiedono solo di rispettare i suoi fondamenti: liberté, égalité, fraternité. E poi la rivolta degli studenti che ha rivelato al mondo un Sessantotto rovesciato, sugli stessi luoghi e negli stessi miti di quarant’anni fa. Nel 2006 è scesa in piazza una gioventù intellettuale precaria in lotta contro il precariato simboleggiato dal contratto di primo impiego che il governo aveva preparato proprio per venire incontro ai problemi delle banlieue.
    Due rivolte che hanno innescato il dibattito: la Francia è la grande malata d’Europa? Mentre Le Pen costituisce la variabile deviata ma non imprevedibile, tutti i sondaggi dicono che il Front è ormai il primo partito della classe operaia e può di nuovo ritrovarsi al secondo turno.

    Edited by Oskar - 3/9/2014, 11:35
     
    Top
    .
0 replies since 1/5/2007, 11:10   205 views
  Share  
.