LA GRAN BRETAGNA DI PRIMO OTTOCENTO

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  1. lupog
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    I CONTRACCOLPI SOCIALI ED ECONOMICI DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

    La Gran Bretagna, protagonista della prima rivoluzione industriale deve affrontare all'inizio del'800 i contraccolpi del suo radicale processo di crescita e modifica delle sue strutture economiche. Le classi lavoratrici vedono peggiorare le proprie condizioni di vita poiché abbandonando le campagne perdono il contatto con la rete di solidarietà su cui potevano contare e devono sopravvivere in città con salari bassissimi vivendo ammassati nei tuguri(slums) . Inoltre l'Inghilterra conosce una restrizione delle proprie libertà di espressione in questo periodo: nel 1817 sono soppressi i diritti di Habeas Corpus e nel 1819 emanati provvedimenti restrittivi della libertà di associazione e di riunione(Six Acts)che portano a sanguinose repressioni di manifestazioni popolari come quella di St. Peter’s Field. In campo economico vanno sottolineate le Corn Laws (1815)che per difendere la produzione cerealicola inglese, impongono delle tariffe doganali e impediscono l'importazione di grano quando la domanda interna e il prezzo sono bassi ,così da far aumentare il prezzo del pane. I sostenitori del libero scambio e gli industriali si oppongono a questa politica protezionista sostenendo che ciò impedisce la crescita industriale obbligando ad aumentare i salari per gli operai. Queste posizioni tuttavia faticano ad imporsi perché la legge elettorale si basa su una distribuzioni dei seggi che favorisce le contee rurali medievale poco popolosi( i c.d borghi putridi )a discapito delle città e degli interessi della borghesia industriale.

    Edited by lupog - 24/8/2007, 12:25
     
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  2. lupog
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    LA POLITICA INGLESE NEL 1820: ROBERT PEEL, CANNING, CASTLEREAGH


    La politica estera si caratterizzò con i ministri degli esteri Castlreagh e Canning(1822-27) per il suo allontanarsi dall'azione della Santa Alleanza e per sostenere l'indipendenza delle colonie sudamericane e quella della Grecia. Robert Peel in qualità di di ministro degli interni, sotto lord Liverpool (1821-1827) e poi sotto Wellington (1828-1830), fece alcune concessioni giudicate: nel 1824 l'abrogò la legge del 1799 contro le Trade Unions operaie; nel 1829 promosse la parificazione dei diritti civili per i cattolici per evitare il rischio di una guerra civile in Irlanda venendo incontro alla Catholic Association di O'Connell. Peel riformò la legislazione criminale e creò una polizia per Londra (i policemen londinesi vennero soprannominati bobbies, dal suo nome).
     
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  3. lupog
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    la legge elettorale del 1832. i borghi putridi. il Factory Act

    Ma la riforma più importante di quel periodo fu sicuramente , nel 1832, la riforma elettorale, fatta dal governo liberale di Lord Grey che allargò il suffragio da 500.000 a 800.000 elettori ma soprattutto trasformò la mappa dei collegi elettorali con la scomparsa dei "borghi putridi", i collegi rurali spopolati dall’urbanizzazione e controllati dalla proprietà agraria, una più forte rappresentanza data alle grandi città industriali centro-settentrionali . in questo modo le classi medie acquisirono una rappresentanza corrispondente al loro peso reale nella società. I due partiti, Whig e Tory rafforzarono la loro identità. In campo sociale il Factory Act limitò lo sfruttamento del lavoro minorile. Questi provvedimenti sociali erano però ispirati alla lotta al pauperismo piuttosto che ad una reale consapevolezza della necessità di modificare i rapporti di forza tra le classi.
     
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  4. lupog
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    IL CARTISMO , COBDEN E LA ANTICORNLAW LEAGUE ( LEGA CONTRO LE LEGGI SUL GRANO)

    Queste riforme sociali e elettorali delusero le aspettative delle classi popolari :la riforma elettorale del 1832 favoriva la sola borghesia, e le leggi sociali del 1831-34 erano del tutto insufficienti ad affrontare i problemi legati allo sviluppo industriale. Gli anni ’40 videro il riemergere del radicalismo con Robert Owen ed i cartisti che stilarono la Carta del popolo, che rivendicava tra l'altro il suffragio universale e un pieno diritto di sciopero. Per i cartisti la conquista dei diritti politici era la premessa di una legislazione sociale che tutelasse i bisogni popolari. Ben presto il movimento si divise in due gruppi: quello capeggiato da Lovett, fautore dell'impiego esclusivo dei mezzi legali; e quello guidato dall'irlandese O'Connor, che non scartava le azioni violente e che finì per diventare prevalente. I cartisti presentarono in più occasioni delle petizioni alla camera dei comuni che furono respinte e ricorsero allo sciopero generale ma la crisi economica e le repressioni poliziesche resero vani anche questi tentativi. Il cartismo venne progressivamente abbandonato anche dalle Trade Unions che preferirono battersi sul piano puramente sindacale . La crisi del cartismo nella seconda metà degli anni ’40 si ebbe anche in virtù di un miglioramento delle condizioni di vita degli operaia a seguito dello sviluppo dell’industria inglese favorita dall'abbandono del protezionismo doganale. Questa campagna in favore del libero scambio ebbe il suo apostolo in Richard Cobden, un'industriale del cotone, che fondo la Anticornlaw league (Lega contro i diritti sul grano) e promosse un'ampia campagna informativa a sostegno della tesi che la libera circolazione favorisse maggiore disponibilità di merci a prezzi più convenienti per i cittadini. Gli sforzi di Cobden vennero premiati : nel 1846 Robert Peel abolì le Corn Laws ed i fatti diedero ragione a Cobden: la gran Bretagna conobbe negli anni seguenti un grande sviluppo industriale e commerciale grazie anche al suo impero coloniale che in quegli anni incrementava la sua presenza in India, Australia e Cina.
     
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3 replies since 19/5/2007, 18:13   4571 views
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