IL PROCESSO DI NORIMBERGA

Il destino dei gerarchi nazisti

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    Ecco, finalmente, il promesso topic sul processo di Norimberga.
    Occorre però ricordare che chiunque sia interessato trova nella sottosezione altri tre approfondimenti dedicati al tema, che si occupano del comportamento dei tre imputati più significativi del processo. In particolare il primo è dedicato a Ribbentrop e lo trovate qui. Il secondo si concentra sulla geniale performance di Goering, lo potete aprire da qui. Il terzo si occupa del singolare comportamento di Speer ed è disponibile qui.

    Finita la breve introduzione passiamo al processo vero e proprio.
    Innanzitutto una nota di metodo: quello che è passato alla storia come "Il processo di Norimberga", in realtà dovrebbe essere ricordato come "Il primo dei processi di Norimberga ai criminali di guerra nazisti"; questo perché al grande processo che si tenne tra il 19 novembre del 1945 e l' ottobre del 1946, in cui finirono alla sbarra tutti i più importanti gerarchi nazisti sopravvissuti alla Seconda guerra mondiale, seguirono molti altri meno noti procedimenti giudiziari. Essi si occuparono di mettere sotto accusa personaggi di secondo e terzo piano nel Terzo Reich che si erano macchiati di crimini atroci, come gli ufficiali responsabili dei campi di concentramento, oltre ad alcuni funzionari e quadri della pubblica amministrazione.
    Detto questo io chiamerò quello che coinvolse alcuni protagonisti della Germania hitleriana come Goering e Ribbentrop il processo di Norimberga tout court per l' immensa importanza storica che esso rivestì, un' importanza nemmeno paragonabile a quella degli altri procedimenti giudiziari a cui accennavo. Si tratta, infatti, del più grande processo della storia ai danni di criminali di guerra, un processo che divenne un evento mediatico di straordinaria importanza e che scrisse la storia.
    La prima cosa da capire è il come si arrivò alla scelta di tenere un processo ai gerarchi nazisti caduti nelle mani alleate e in quelle sovietiche nei giorni successivi alla fine della Seconda guerra mondiale. I russi non volevano tenere alcun processo; desideravano infatti solo giustiziare i responsabili delle immense sofferenze del loro popolo. Gli Alleati occidentali, invece, erano mossi principalmente dal desiderio di rivelare la verità storica e di dare un segnale di vera svolta nel modo di condurre la giustizia, anche nei confronti dei colpevoli dei delitti più odiosi; essi prevalsero sostanzialmente perché avevano nelle loro mani i prigionieri più importanti, compresi i membri dell' effimero governo Doenitz, formato sulla base delle ultime volontà di Hitler, oltre a Goering e Hess.
    Dei numerosi gerarchi nazisti, a partire dal Führer, assenti per i più diversi motivi a Norimberga abbiamo già parlato in un topic che trovate qui. Va aggiunto che anche altre personalità influenti del regime hitleriano, che avrebbero dovuto rispondere dei loro crimini, non comparvero al processo: alcuni, come il capo della Gestapo Heinrich Müller, sparirono e non si seppe più nulla di loro; altri, come il deportatore Adolf Eichmann e il boia di Lione Klaus Barbie, furono arrestati solo molti anni dopo la caduta del Terzo Reich; altri ancora, come Gustav Krupp, amministratore delegato dell'omonimo gruppo industriale, non furono processati per motivi di salute; infine alcuni fuggirono e morirono di morte naturale, come il terribile medico di Auschwitz Josef Mengele. Una menzione a parte la merita infine il capo del Fronte tedesco del lavoro, Robert Ley, il quale si suicidò in cella, schiacciato dai sensi di colpa, prima di essere processato a Norimberga.
    Concentriamoci ora sul destino di coloro che presero parte al processo, con l' ovvia esclusione di von Ribbentrop, Goering, Speer e anche di Hess, la cui incredibile vicenda trovate riassunta qui.

    GLI IMPUTATI ALLA SBARRA
    Al processo di Norimberga sul banco degli accusati del tribunale militare alleato, allestito proprio nella città dei grandi raduni annuali del partito nazista (scelta non casuale che simboleggiava la definitiva fine di un' epoca) sedevano in tutto, dopo le mille defezioni, ventuno imputati. Ventuno gerarchi nazisti, che avevano perso la loro pomposa prosopopea e la loro arrogante supponenza insieme alle loro uniformi sfarzose; ventuno uomini abbattuti, vestiti sobriamente e caricati solo dall' incredibile spirito combattivo del loro simbolico capo, Goering, che testardamente si sforzava di delegittimare agli occhi dei suoi compagni, e del mondo intero, la corte. Ad assistere c' erano centinaia di giornalisti tra i quali presenziava William Shirer, il grande storico.
    C' erano Keitel e Jodl, i massimi generali dell' esercito nazista; il primo appariva insolitamente spento, il secondo manteneva la sua dignità di grande soldato. C' era il filosofo ufficiale del Reich, Alfred Rosenberg, che si mostrava ormai disincantato. C' era lo spregevole e disgustoso persecutore di ebrei Streicher, avvizzito e sempre sudato, che mormorava tra i banchi la sua convinzione che tutti i giudici e gli accusatori fossero ebrei. C' era il grande deportatore Sauckel, nervoso e terrorizzato dal suo inevitabile destino. C' era von Schirach, il capo della Hitlerjugend, ridicolmente imbronciato. C' era lo smidollato Funk. C' era anche Schacht, un gerarca tradito dal suo Führer che aveva dovuto soggiornare in un campo di concentramento negli ultimi mesi di potere di Hitler, aspettando ogni giorno di essere eliminato, furioso per il solo fatto che gli Alleati avessero deciso di processare anche lui. C' era von Papen, il cancelliere della Repubblica di Weimar che aveva favorito l' ascesa di Hitler, terribilmente invecchiato ma sempre pieno della sua astuzia da vecchia volpe che è scampata agli agguati di tanti nemici e, soprattutto, di tanti amici. C' era von Neurath, il predecessore di Ribbentrop, allo sfascio. C' era Seyss-Inquart, il traditore del popolo austriaco, più viscido che mai, seppur relativamente distinto. C' erano i due grand' ammiragli della storia del Reich, Raeder e Doenitz, che conservavano almeno in parte la loro fierezza. C' era Kaltenbrunner, il degno successore del sanguinario Heydrich, che negò spudoratamente tutti i suoi crimini. C' era Frank, il deportatore di Polonia, che si dichiarò pentito e disse di aver ritrovato Dio. C' era l' ex ministro Frick, scialbo come non mai. E c' era anche un tale Fritzsche, un commentatore radiofonico che doveva le sue fortune alla somiglianza della sua voce con quella di Goebbels, un pesce troppo piccolo per il processo, tanto che nessuno capiva il perché della sua presenza.

    IL DESTINO DEI PROCESSATI
    A Norimberga i giudici e i pubblici ministeri furono equamente divisi tra le quattro grandi potenze vincitrici (Francia, U.R.S.S., Gran Bretagna e U.S.A.); i russi premettero dal primo giorno per la condanna a morte di tutti gli imputati; gli Alleati occidentali, su tutti gli americani, invece, svolsero anche un grande lavoro di ricostruzione storica, che permise il recupero di un' enorme e innegabile mole di prove dell' Olocausto, rispettando, al contempo, le regole processuali con molta diligenza (a differenza degli sbrigativi sovietici).
    I capi di imputazione fondamentali per i ventuno imputati erano tre: crimini contro la pace (preparazione di guerre d’aggressione); crimini di guerra (violazioni di norme belliche); crimini contro l'umanità (deportazioni, genocidio, etc.). A questi inizialmente si aggiungeva il crimine di cospirazione, che fu poi compreso nel capo di accusa dei crimini contro la pace. In ogni caso questo rimase ufficialmente come capo d'accusa numero uno con gli altri numerati progressivamente dal due al quattro.
    Dopo mesi di preparazione e mesi di interrogatori della difesa e contro-interrogatori dell' accusa i seguenti imputati furono condannati a morte per impiccagione: Goering, Ribbentrop, Keitel, Jodl, Rosenberg, Streicher, Sauckel, Seyss-Inquart, Kaltenbrunner, Frank, Frick e, in contumacia, il (quasi sicuramente) defunto Bormann, segretario dello NSDAP, il Partito nazionalsocialista.
    Hess, Raeder e Funk furono condannati all' ergastolo; Speer e Schirach a vent' anni di reclusione; Neurath a quindici; Doenitz a dieci. Tutti scontarono le proprie pene detentive nel carcere fortezza di Spandau, che sorgeva a Berlino ovest prima di essere demolito dopo la morte di Hess, suo ultimo ospite, affinché non divenisse un luogo di culto neonazista.
    Schacht (che in seguito esagerò il suo impegno di cospiratore contro Hitler in passaggi storici come la crisi nei Sudeti), Papen e Fritzsche furono assolti anche se poi ebbero altri, marginali, problemi con la giustizia.
    All' una e undici minuti del 16 ottobre 1946 salì sul patibolo della prigione di Norimberga Ribbentrop, seguito a brevi intervalli da Keitel, Kaltenbrunner, Rosenberg, Frank, Frick, Streicher, Seyss-Inquart, Sauckel e Jodl. Con la loro impiccagione, e il suicidio in extremis di Goering, moriva ufficialmente il regime più criminoso della storia dell' umanità.
    Questo epilogo, per quanto possa valere la mia opinione, fu indegno del grande processo e dei suoi innegabili meriti storici e politici. Sarebbe sicuramente stato meglio tenere in carcere per tutta la vita quei gerarchi, se non altro per ragioni di carattere storico. E' però anche vero che l' unico nazista che visse fino a età inoltrata in carcere, Hess, divenne un modello di inaccettabile apologia per i neonazisti tedeschi. Insomma, la questione è di difficile soluzione.
    Il processo di Norimberga ci ha lasciato, parallelamente, un altro tema sempre attuale e fonte di dibattiti storici: è giusto che siano i vincitori a processare i vinti? Aveva una sua legittimità la corte di Norimberga?

    FONTI:
    -William L. Shirer, "Storia del Terzo Reich", Fabbri Editori, Milano, 1978;
    -Enzo Collotti, "Hitler e il nazismo", Giunti, Firenze-Milano, 1994-1996;
    -François de Fontette, "Il processo di Norimberga", Editori Riuniti, Roma, 1997.
    Inoltre consiglio la pellicola "Il processo di Norimberga" con Alec Baldwin del 1994, un film che si concentra molto sulla figura di Goering, con una buona precisione storica. Lo consiglio soprattutto in abbinamento con la visione di alcuni dei molti documentari girati sul tema.

    image Il banco degli imputati del Processo di Norimberga (click sull'immagine per ingrandirla): Goering è il primo da sinistra nella fila in basso, voltato; accanto a lui Hess e Ribbentrop. Speer è in seconda fila, il terzultimo partendo da sinistra.

    Edited by Oskar - 26/1/2011, 13:42
     
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  2. segretario_90
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    Gran bel lavoro oskar, come sempre; in particolare l'ultimo punto da te sollevato (se fosse giusto o no che i vincitori processassero i vinti) è di enorme interesse, e non è questione da poco. Indro Montanelli, il grande e compianto giornalista, ha scritto qualcosa in proposito di ciò e in generale del processo, vedrò di trovare qualcosa

    A proposito di film che narrano il processo, io qualche anno fa ne ho visto uno su Rete4, forse è lo stesso citato da te, perché mi ricordo che l'attenzione veniva concentrata in particolare su Goring
     
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  3. _SmokY_
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    Sulla validità del processo è interessante sapere che l'avvocato di Georing si appellò al Nullum crimen, nulla poena sine praevia lege poenali, infatti si condannarono gli imputati sulla base di nessuna legge vigente in nessuno stato.

    Poi un fatto sicuramente contro è che Iola Nikitchenko il giudice sovietico danneggiò successivamente la credibilità del processo visto che prese parte a quei processi spettacolo di Stalin.

    Alfred Jodl nel 1953 fu riabilitato successivamente e riconosiuto non colpevole, ma ormai era gia morto.

    Edited by _SmokY_ - 1/10/2008, 11:12
     
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    Per segretario: sono quasi sicuro che il film fosse quello che intendevo io; ricordo anch' io che passò su Rete4.
    Per smoky: i due punti che metti in luce sono interessantissime: sia il caso Nikitchenko che la difesa di Goering meritano una riflessione storica che ben si inquadra nell' interrogativo che a suo tempo lanciai per concludere l' approfondimento.
    Infine su Jodl: riabilitare un uomo morto da anni non ha a mio avviso gran senso, tuttavia la sua figura merita un ricordo particolare perché, per quanto fosse un militare asservito (anche se non al 100%) a Hitler, era pur sempre un militare e non un criminale, non paragonabile a nessuno di quelli che al processo di Norimberga furono condannati, ivi compreso l' altro militare, ma ben più compromesso, Keitel.
     
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  5. _SmokY_
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    CITAZIONE (Oskar @ 1/10/2008, 17:26)
    Per segretario: sono quasi sicuro che il film fosse quello che intendevo io; ricordo anch' io che passò su Rete4.
    Per smoky: i due punti che metti in luce sono interessantissime: sia il caso Nikitchenko che la difesa di Goering meritano una riflessione storica che ben si inquadra nell' interrogativo che a suo tempo lanciai per concludere l' approfondimento.
    Infine su Jodl: riabilitare un uomo morto da anni non ha a mio avviso gran senso, tuttavia la sua figura merita un ricordo particolare perché, per quanto fosse un militare asservito (anche se non al 100%) a Hitler, era pur sempre un militare e non un criminale, non paragonabile a nessuno di quelli che al processo di Norimberga furono condannati, ivi compreso l' altro militare, ma ben più compromesso, Keitel.

    Concordo con te Andrea e aggiungo un altro se si può chiamare "errore" di Norimberga cioè la sentenza a 10 di carcere per il GrandAmmiraglio Karl Donitz che fu accusato per crimini di guerra e per avere emanato l'ordine "Triton Null" in base alla Tragedia Del Laconia, in realtà egli si comportò esattamente come i suoi colleghi dell'esercito alleato, ne più ne meno, quindi la sentenza è ingiusta, difatti fu largamente riabilitato anch'esso succesivamente quando era ancora in vita, per sua fortuna :)




     
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  6. frapalin
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    Come al solito splendido lavoro Oskar. Intervengo adesso (un paio d'anni in ritardo) ma solo perchè l'ho letto solo ora (dopotutto è da poco tempo che scrivo qui sopra).

    Parto dal tuo commento finale, che sostanzialmente è uno dei più importanti quesiti che la storia si pone. Vista da fuori, la condanna di Norimberga pare giusta. Per quanto io non sia affatto un sostenitore della pena capitale (sia perchè nessuno di noi ha il diritto di togliere la vita ad un altro uomo, sia perchè è facile incappare nell'errore di persona). Tu dici che dovevano marcire in galera e non essere giustiziati, ma qui non si tratta di criminali comuni ma di gente che ha imposto LO STERMINIO DI MASSA come arma per arrivare alla conquista del mondo. Non eravamo più nell'epoca in cui un esercito invadeva un paese avversario e lo dominava, qui si parla di cancellare più razze dalla faccia della terra. Quindi ritengo il suo epilogo il più "idoneo" possibile.
    Sulle responsabilità dei militari condannati (Keitel e Jodl, se parliamo solo del primo processo) effettivamente si possono sollevare dubbi sulla legittimità di tali condanne. La storia non li dipinge solo come dei meri esecutori, ma anche e sopratutto come dei criminali al pari dei militari condannati al processo di Tokyo. Se andassero realmente condannati all'impiccagione non lo so (dubbio che vale sopratutto per il secondo), ma certamente la loro ampia fetta di responsabilità ce l'anno.
    Prima ho usato il termine "vista da fuori", perchè bisogna vedere cosa realmente pensavano le parti in causa, e sopratutto pensare che forse se la guerra fosse finita diversamente i nazisti avrebbero imbastito un identico processo, probabilmente con esiti simili.
    Sappiamo tutti che la storia la fanno i vincitori, ma sappiamo anche che la storia non prevede la figura "dell'arbitro".

    Una considerazione sugli imputati mancanti: la presenza di Muller al processo sarebbe dovuta essere sacrosanta. Quella di Eichmann e Barbie forse un po meno (per quanto riguarda il processo principale): se fossero comparsi anche loro alla sbarra insieme a Goring, Kaltenbrunner, Rosenberg eccetera forse avrebbero sminuito l'importanza del processo alle più alte cariche del Reich. Giusto processarli nel processo (scusate il gioco di parole) di "secondo livello", ma meritavano comunque di fare la stessa fine dei loro superiori.
     
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  7. Armilio
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    Parlando della questione finale, bisogna capire su che base furono condannati i gerarchi nazisti e varie altre figure minori in altri processi che però si rifacevano, per le loro condanne, ai principi enunciati con le condanne di Norimberga. Perchè non fu una cosa così semplice trovare la motivazione per condannarli: insomma, a parte alcuni, molti di loro rispettarono solo gli ordini, non violarono alcuna legge tedesca (ovviamente) o trattato internazionale. Fecero stragi di civili? anche gli alleati hanno fatto strage di civili tedeschi. Su che base condannarli? il processo di Norimberga trovo la formula del "reato contro l'umanità", che secondo me è una formula che fa acqua da tutte le parti: si condannarono queste persone per aver violato una "legge naturale" che in realtà i totalitarismi hanno dimostrato a mio parere (ma non solo) di non esistere.

    Detto questo, le responsabilità degli alti gerarchi erano chiare, molti di loro erano nazisti ancora prima che iniziasse l'attività propagandistica, molti di loro quindi avevano una forte responsabilità politica. Ciò che però secondo me di negativo ha questo processo è che avendo fatto "giurisprudenza", questo principio di crimine contro l'umanità venne applicato anche nei processi a personalità secondarie, come al ben noto Eichmann, ma anche a Pribke, e su queste personalità una condanna di questo tipo faccio fatica a ritenerla completamente giusta.
     
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  8. frapalin
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    CITAZIONE (Armilio @ 19/11/2010, 18:34) 
    ma anche a Pribke, e su queste personalità una condanna di questo tipo faccio fatica a ritenerla completamente giusta.

    La condanna a Priebke è stata fin troppo benevola, era colpevole di strage (e che strage) e quindi deve ancora ringraziare che al momento della sua condanna il codice penale militare non prevedeva più la pena di morte (era il 1996, pena abrogata due anni prima. Anche se Priebke in realtà venne giudicato dal tribunale civile).

    CITAZIONE (Armilio @ 19/11/2010, 18:34) 
    Fecero stragi di civili? anche gli alleati hanno fatto strage di civili tedeschi.

    Non so a quali stragi di civili tedeschi ti riferisci, non mi sembra che da parte degli alleati ci siano state esecuzioni sommarie (escluso forse qualche borioso idiota di ufficiale che pretendeva di fare giustizia da solo). Esclusi i russi sui territori conquistati (Polonia, Bielorussia ed Ucraina in particolare): ma forse siamo tutti d'accordo che un processo idoneo l'avrebbero meritato anche alcuni generali russi.
    Forse alludi i bombardamenti sulle città tedesche (Dresda su tutte): ma i bombardieri sono chiamati proprio "morte dall'alto", anche se con questo non intendo certo giustificare la distruzione di intere città ne tantomeno la morte di civili innocenti.

    Gli alleati non hanno intrapreso guerra d'aggressione (Polonia, Francia, Russia, Norvegia, Grecia, Nord Africa) e nemmeno annessioni sommarie (Cecoslovacchia, Austria), e non hanno nemmeno pianificato la distruzione totale di tutte le razze da loro considerate inferiori. Non credo che le due cose possano essere messe sullo stesso piano.
     
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  9. Armilio
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    CITAZIONE (frapalin @ 19/11/2010, 22:16) 
    CITAZIONE (Armilio @ 19/11/2010, 18:34) 
    ma anche a Pribke, e su queste personalità una condanna di questo tipo faccio fatica a ritenerla completamente giusta.

    La condanna a Priebke è stata fin troppo benevola, era colpevole di strage (e che strage) e quindi deve ancora ringraziare che al momento della sua condanna il codice penale militare non prevedeva più la pena di morte (era il 1996, pena abrogata due anni prima. Anche se Priebke in realtà venne giudicato dal tribunale civile).

    CITAZIONE (Armilio @ 19/11/2010, 18:34) 
    Fecero stragi di civili? anche gli alleati hanno fatto strage di civili tedeschi.

    Non so a quali stragi di civili tedeschi ti riferisci, non mi sembra che da parte degli alleati ci siano state esecuzioni sommarie (escluso forse qualche borioso idiota di ufficiale che pretendeva di fare giustizia da solo). Esclusi i russi sui territori conquistati (Polonia, Bielorussia ed Ucraina in particolare): ma forse siamo tutti d'accordo che un processo idoneo l'avrebbero meritato anche alcuni generali russi.
    Forse alludi i bombardamenti sulle città tedesche (Dresda su tutte): ma i bombardieri sono chiamati proprio "morte dall'alto", anche se con questo non intendo certo giustificare la distruzione di intere città ne tantomeno la morte di civili innocenti.

    Gli alleati non hanno intrapreso guerra d'aggressione (Polonia, Francia, Russia, Norvegia, Grecia, Nord Africa) e nemmeno annessioni sommarie (Cecoslovacchia, Austria), e non hanno nemmeno pianificato la distruzione totale di tutte le razze da loro considerate inferiori. Non credo che le due cose possano essere messe sullo stesso piano.

    1) Ambè, ma siamo al solito discorso: secondo il trattato di Ginevra il diritto di rappresaglia era consentito, in quel caso. L'unico modo per incolpare quelli che hanno partecipato a quel massacro è dire che ci siano delle "leggi naturali" che non possono essere violate, prima ancora di qualunque convenzione internazionale o legge. Ma questo devi ammettere che è una motivazione, come dire, fragile. Altra possibile motivazione era che hanno "esagerato" nel rapporto tra tedeschi e civili uccisi, ma visto che il trattato di Ginevra non stabilisce un rapporto, anche qui la motivazione è fragile. In più, nel suo caso, c'è anche il fatto che era un subalterno di Kapler. Se lo vogliamo accusare, secondo me, deve essere per il fatto stesso che lui era una SS, SS che è stata ovviamente dichiarata una organizzazione criminale mi sembra nello stesso primo processo di Norimberga. Ma in questo caso non deve essere certo data la massima pena.

    2)Vabbè, io non voglio fare il processo "meglio gli alleati o i nazi". La risposta è ovvia. Il problema è questo: non potevano accusare i tedeschi di aver ucciso civili inermi perchè, sebbene in un modo meno diretto (ma non meno cruento, non è proprio bello morire sotto le macerie o colpito da una bomba incendiaria), han fatto lo stesso. E poi i russi certo non erano stati teneri una volta arrivati in Germania...
     
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  10. frapalin
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    CITAZIONE (Armilio @ 20/11/2010, 00:23) 
    E poi i russi certo non erano stati teneri una volta arrivati in Germania...

    Infatti il comportamento tenuto dai russi è veramente deplorevole. Non so se hai visto il film Katyn (che riporta alla perfezione l'episodio del massacro), schifezze simili la storia ce le aveva sempre raccontate con i nazisti come protagonisti.

    Armilio non volevo certo darti del "difensore di nazisti", ma da come lo avevi espresso dava l'impressione di voler "sminuire" le colpe tedesche. Lieto d'essermi sbagliato.

    CITAZIONE (Armilio @ 20/11/2010, 00:23) 
    secondo il trattato di Ginevra il diritto di rappresaglia era consentito

    Personalmente non sono convinto che la Convenzione di Ginevra consentisse il diritto di rappresaglia. Ho dovuto studiare la storia della Croce Rossa Internazionale (essendone io un volontario è necessario conoscerla per superare gli esami) ed esso andrebbe in contrapposizione a quelli che sono i 7 principi fondamentali.

    Il diritto internazionale non garantisce il "diritto di rappresaglia", ma semplicemente non ne vieta ESPLICITAMENTE l'impiego, dichiarando (in sintesi) che è "legittimo contro un atto illegale e può essere impiegato per evitare il ripetersi in futuro di tali azioni, in modo proporzionato e ragionevole" (riassunto in poche parole). L'uccisione di 10 civili per ogni soldato tedesco morto è tutto tranne che "proporzionato e ragionevole" (e comunque c'è stato un sovrannumero di civili trucidati).
    L'attentato di via Rasella è stato fatto contro l'esercito INVASORE, che quindi era per dirla breve "in torto". Le norme internazionali prevedono che il paese che subisce l'invasione sia tenuto ad evitarla con i mezzi consentiti. Se, per assurdo, l'attentato fosse stato commesso a Berlino invece che a Roma, si violava una legge (del ca22o) tedesca e quindi la rappresaglia poteva essere considerata legittima. Ma l'invasore tedesco non aveva alcun diritto di imporre la propria legge arbitraria sull'Italia e sugli altri paesi invasi. Discorso un po' contorto, ma spero di aver reso l'idea. Tieni presente che la difesa di Priebke si fondava non sul diritto di rappresaglia, ma sul fatto che l'ufficiale nazista era semplicemente un subordinato e doveva eseguire gli ordini. In fase processuale questo (se unito alle fantomatiche normative del diritto di rappresaglia) avrebbe con ogni probabilità portato all'assoluzione dell'imputato.

    Fonte: Rapporto sui processi ai Criminali di Guerra
    La Commissione delle Nazioni Unite sui Crimini di Guerra
    Volume VIII, Londra, HMSO, 1948
     
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    Dunque, che la questione riguardante la pena dei criminali nazisti sia spinosa e aperta al dibattito è evidente, anche solo leggendo gli interventi seri e circostanziati di Frapalin e Armilio.
    Io mi sento di dire però che non ho cambiato idea rispetto a quello che ho scritto ormai più di due anni fa. Tutti quei protagonisti, ovviamente in negativo, di un'epoca avrebbero costituito delle fonti inestimabili per i retroscena di un decennio su cui ancora non si riesce a fare del tutto luce, quindi per ragioni storiche sarebbe stato meglio averli vivi. Oltre a questo, il motivo principale per cui trovo sbagliata la loro condanna è che io sono fermamente convinto che alcune posizioni non possano essere soggette a deroghe, pena perdere di ogni credibilità. Mi riferisco alla pena di morte: io sono contrario, sempre e in ogni caso.
    Sul dibattito circa le responsabilità degli Alleati credo si sia giunti al punto, quindi non ho molto da aggiungere.
    Concludo con una riflessione sulle opinioni di Armilio circa Müller, Eichmann e Barbie. Fondamentalmente sono d'accordo con te su Barbie, mentre su Eichmann ho un'opnione diversa: a mio avviso avrebbe dovuto sedere tra gli imputati del processo principale visto il suo ruolo centrale, per quanto dietro le quinte, nelle deportazioni di massa e considerata la portata immane dei suoi crimini. In ogni caso la composizione del gruppo degli imputati del processo di Norimberga non era certo uniforme: ricordo a questo proposito la presenza di Fritzsche, un commentatore radiofonico inspiegabilmente inserito tra i vari Goering, Hess e Speer.
     
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  12. Armilio
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    CITAZIONE (frapalin @ 20/11/2010, 01:01) 
    CITAZIONE (Armilio @ 20/11/2010, 00:23) 
    E poi i russi certo non erano stati teneri una volta arrivati in Germania...

    Infatti il comportamento tenuto dai russi è veramente deplorevole. Non so se hai visto il film Katyn (che riporta alla perfezione l'episodio del massacro), schifezze simili la storia ce le aveva sempre raccontate con i nazisti come protagonisti.

    Armilio non volevo certo darti del "difensore di nazisti", ma da come lo avevi espresso dava l'impressione di voler "sminuire" le colpe tedesche. Lieto d'essermi sbagliato.

    CITAZIONE (Armilio @ 20/11/2010, 00:23) 
    secondo il trattato di Ginevra il diritto di rappresaglia era consentito

    Personalmente non sono convinto che la Convenzione di Ginevra consentisse il diritto di rappresaglia. Ho dovuto studiare la storia della Croce Rossa Internazionale (essendone io un volontario è necessario conoscerla per superare gli esami) ed esso andrebbe in contrapposizione a quelli che sono i 7 principi fondamentali.

    Il diritto internazionale non garantisce il "diritto di rappresaglia", ma semplicemente non ne vieta ESPLICITAMENTE l'impiego, dichiarando (in sintesi) che è "legittimo contro un atto illegale e può essere impiegato per evitare il ripetersi in futuro di tali azioni, in modo proporzionato e ragionevole" (riassunto in poche parole). L'uccisione di 10 civili per ogni soldato tedesco morto è tutto tranne che "proporzionato e ragionevole" (e comunque c'è stato un sovrannumero di civili trucidati).
    L'attentato di via Rasella è stato fatto contro l'esercito INVASORE, che quindi era per dirla breve "in torto". Le norme internazionali prevedono che il paese che subisce l'invasione sia tenuto ad evitarla con i mezzi consentiti. Se, per assurdo, l'attentato fosse stato commesso a Berlino invece che a Roma, si violava una legge (del ca22o) tedesca e quindi la rappresaglia poteva essere considerata legittima. Ma l'invasore tedesco non aveva alcun diritto di imporre la propria legge arbitraria sull'Italia e sugli altri paesi invasi. Discorso un po' contorto, ma spero di aver reso l'idea. Tieni presente che la difesa di Priebke si fondava non sul diritto di rappresaglia, ma sul fatto che l'ufficiale nazista era semplicemente un subordinato e doveva eseguire gli ordini. In fase processuale questo (se unito alle fantomatiche normative del diritto di rappresaglia) avrebbe con ogni probabilità portato all'assoluzione dell'imputato.

    Fonte: Rapporto sui processi ai Criminali di Guerra
    La Commissione delle Nazioni Unite sui Crimini di Guerra
    Volume VIII, Londra, HMSO, 1948

    Prima di tutto faccio una premessa: sto parlando tenendo a mente sia il trattato dell'Aja del 1907 sia il trattato di Ginevra.

    Comunque: i difensori del suolo patrio dovevano farsi riconoscere come difensori del suolo patrio. Nell'attentato di Via Rasella i partigiani non l'hanno fatto, l'azione può essere considerata illegale e quindi la rappresaglia è consentita, perchè i rivoltosi non hanno mostrato nessun tipo di divisa.

    Infatti la condanna di Kappler si basa principalmente sul discorso della non proporzionalità. Che è un discorso un pò fragile in sè per sè, perchè il limite è soggettivo, e perchè (ma questo non mi ricordo dove l'ho letto, quindi se vuoi fai finta che non l'abbia mai detto) che gli stessi alleati avevano minacciato rapporti simili tipo non sò, a Bengasi. Ma comunque diciamo che, anche se è una interpretazione postuma al reato, la nuova interpretazione di quell'articolo fa che Kappler è colpevole. Giustissimo. Però Priebke non c'entra niente con il decidere questo rapporto di 1 a 10.

    @Oskar: Su Eichmann io penso che non meritava la condanna a morte, non dico certo che doveva essere assolto.
     
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  13. frapalin
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    a proposito di rappresaglia, il presidente sudcoreano ha minacciato di effettuarne una per evitare il ripetersi di nuovi fatti violenti da parte dei "cugini" di pyongyang (vedi topic https://storiaepolitica.forumfree.it/?t=52295472)...
     
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  14. gpacchia
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    il processo di Norimberga non fu che una mera vendetta...

    praticata da chi nulla aveva in meno, in quanto a infamia e morti sulle coscienze, a coloro che avevano perso una guerra che alla luce di tante nuove scoperte ed alla luce di aggressioni (non ultima la Libia di un anno fa da parte delle "democrazie occidentali") effettuate e reiterate per secoli da inglesi, russi etc. etc.
    gli americani (per non dimenticarsi di loro) ebbero il coraggio di lancira edelle bombe atomiche, che Hitler si dice, non volle invece lanciare e di cui invece possedeva la tecnologia. (ricordate l'uboat U235 arresosi con centinaia di contenitori di uranio arricchito che peraltro gli americani non riuscivano a produrre?).
    vi sono tantissimi buchi sulla nostra storia che sono ormai difficilissimi da coprire (nonostante che ci si ostini a non voler aprire documentazioni celate dai governi americano, russo, inglese anche dopo 70 anni dalla guerra).

    valore civico e giuridico
    Z E R O

    lo capirebbe un bimbo alle elementari, eppure si continua ad insegnare a scuola (purtroppo anche alle università) una montagna di balle!!!
    fu una guerra senza pietà da parte di tutti.
    i sovietici
    gli inglesi
    gli americani
    non riesco a vedere niente di diverso da tedeschi e giapponesi
    furono assolutamente delle carogne
     
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    CITAZIONE (gpacchia @ 22/12/2012, 16:10) 
    il processo di Norimberga non fu che una mera vendetta...

    Il processo riguardava i crimini di guerra, specialmente quelli concernenti l'olocausto, non solo contro gli ebrei, anche zingari, malati mentali ecc......
    Non credo che cose simili siano ascrivibili ad altri.


    praticata da chi nulla aveva in meno, in quanto a infamia e morti sulle coscienze, a coloro che avevano perso una guerra che alla luce di tante nuove scoperte ed alla luce di aggressioni (non ultima la Libia di un anno fa da parte delle "democrazie occidentali") effettuate e reiterate per secoli da inglesi, russi etc. etc.
    gli americani (per non dimenticarsi di loro) ebbero il coraggio di lancira edelle bombe atomiche, che Hitler si dice, non volle invece lanciare e di cui invece possedeva la tecnologia. (ricordate l'uboat U235 arresosi con centinaia di contenitori di uranio arricchito che peraltro gli americani non riuscivano a produrre?).

    Il sommergibile, consegnatosi spontaneamente agli americani alla fine della guerra contenva ossido di uranio, non uranio arricchito, i nazisti non arrivarono mai neppure vicino alla bomba atomica, l'unico esperimento pseudonucleare fu testimoniato da un ufficiale italiano che assistette ad un esperimento, ma sono sue illazioni, arrivò a pensare che fosse nucleare solo dopo la guerra e Hiroshima, probabilmente era la sperimentazione di una nuova bomba convenzionale di eccezionale potenza, non mi risulta che nel luogo da lui indicato siano state trovate tracce radioattive.

    vi sono tantissimi buchi sulla nostra storia che sono ormai difficilissimi da coprire (nonostante che ci si ostini a non voler aprire documentazioni celate dai governi americano, russo, inglese anche dopo 70 anni dalla guerra).

    valore civico e giuridico
    Z E R O

    lo capirebbe un bimbo alle elementari, eppure si continua ad insegnare a scuola (purtroppo anche alle università) una montagna di balle!!!
    fu una guerra senza pietà da parte di tutti.
    i sovietici
    gli inglesi
    gli americani
    non riesco a vedere niente di diverso da tedeschi e giapponesi
    furono assolutamente delle carogne

    Vabbè, siccome hai praticamente citato tutta l'umanità, che soluzioni proponi?
     
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21 replies since 14/4/2008, 10:23   6878 views
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