LA SINISTRA: DA DOVE RIPARTIRE

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  1. karma207
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    Uno dei risultati più eclatanti, e storicamente pesanti, è l'uscita della sinistra "radicale", della sinistra di ispirazione comunista (anche senza falce e martello) e vicina ai cosiddetti "antagonisti".
    Tralasciando da giudizi di valore, vorrei proporre alcune opportunità per la sinistra che vuole ritornare a fare politica.

    1) Riprendere il contatto con il territorio:
    La sinistra (d'ora in poi SA) torna in contatto se ascolta ciò che i cittadini comuni dicono o pensano, se guarda da entrambi i lati i problemi più pressanti e non se prende sempre le stesse posizioni. Se i cittadini hanno paura dei ROM non possono mettersi di default dalla parte dei ROM, e urlare al razzismo, ma devono forse ascoltare (e risolvere) problemi e paure condivisi.

    2) Evitare di raccogliere tutte le proteste:
    Che ci fosse una ferrovia, un rigassificatore, un buco, una qualunque opera c'era sempre qualcuno contrario. E qualcuno che cavalcava la protesta.
    In questo modo la SA è passata come il partito del "non si può fare", motivo per cui i moderati l'anno mollata passando al PD.

    3) Proporsi come un partito del fare:
    Di cose da fare ce ne sono molte. Basterebbe aprirsi alle novità portate avanti dai movimenti dei consumatori, dagli studi sulla sostenibilità; basterebbe essere degli ecologisti intelligenti.
    E qui la SA potrebbe animare iniziative rivolte a (TUTTI) i cittadini: i GAS (gruppi di acquisto solidale), aiutare Slowfood, il commercio Ecosolidale, proporre una sensibilizzazione al risparmio energetico, all'open source.
    Farlo in maniera sistematica e radicata, non sporadicamente...

    4) Smetterla con i pregiudizi di superiorità:
    La SA crede di essere custode della memoria storica di Resistenza, Pace e Primo Maggio. Crede ancora che la cultura sia solo a sinistra e che a destra siano ricchi e ignoranti. La politica non si fa con pregiudizi etici, si fa con una prassi efficace.

    5) Mollare le vecchie ideologie:
    vuol dire mettersi a studiare gli autori liberali e liberisti più interessanti. Se Alesina e Giavazzi si spingono a sinistra, perché nessuno li accoglie?
    Il comunismo è MORTO. Mettiamoci una pietra sopra.

    6) Ripristinare la legalità:
    i centri sociali nella maggior parte dei casi sono animati da figli di papà che non hanno voglia di pagare l'affitto. Sono delle semplici alternative delle discoteche: costano meno e si può fumare dentro. Per il resto? Chi fa davvero un'azione sul territorio deve avere il diritto di essere riconosciuto in pieno e di essere apprezzato da TUTTI. L'illegalità non è una strada obbligata, a Berlino i centri sociali non sono illegali: sono riconosciuti e pagano le imposte. Chi vuole dare solo dei luoghi per le frange estremiste deve essere messo in minoranza.

    7) Eliminare la vecchia classe dirigente:
    Anche la SA ha i suoi bei scheletri nell'armadio per quanto riguarda i costi della politica. Sugli stipendi dei parlamentari non ha mai lottato...
    E poi anche l'amicizia coi sindacati va forse rivista. Era un gioco perverso: i sindacati protestavano contro Berlusconi grazie ad un patto con i partiti di sinistra che volevano tornare al potere. Una volta rientrati i sindacati hanno chiesto il conto: 10 miliardi di euro per far saltare lo scalone della legge Maroni.
    Grazie.

    Sono sicuro di aver lanciato solo alcune idee, che la strada è più complessa. Spero che qualcuno mi aiuti a proporne di altre, magari meglio argomentate...
     
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  2. lupog
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    osservazione argomentate benissimo karma non saprei come fare un analisi migliore. Temo però che se la sinistra radicale si muovesse nella direazione delle cose sacrosante da te scritte, finirebbe per non essere più radicale. Credo che la natura ideologica, protestataria, critica e pregiudizialmente convinta di essere in possesso del monopolio dei valori buoni e giusti sia elemento essenziale della sua attività politica.
     
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  3. alexandrom
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    CITAZIONE (lupog @ 19/4/2008, 17:27)
    osservazione argomentate benissimo karma non saprei come fare un analisi migliore.

    Mi associo :)
     
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  4. karma207
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    CITAZIONE
    Temo però che se la sinistra radicale si muovesse nella direazione delle cose sacrosante da te scritte, finirebbe per non essere più radicale. Credo che la natura ideologica, protestataria, critica e pregiudizialmente convinta di essere in possesso del monopolio dei valori buoni e giusti sia elemento essenziale della sua attività politica.

    E' un po' la cosa che temo anch'io. In effetti è più bello pensare di fare la Rivoluzione contro un nemico potente (il Capitale, il padronato, gli USA), piuttosto che "accontentarsi" di sviluppare una coscienza critica e portare avanti piccole iniziative innovative. Però qualcuno che sta cambiando idea c'è. E' per questo che ho lanciato il sasso...
     
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  5. Lorindel
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    Quoto in toto le parole di Lupog , ammirando le parole di Karma , avendo centrato i problemi della sinistra radicale .
    Ma penso che sia ormai necessario mettere una pietra sopra quell'esperienza che sarà sempre e comunque legata all'ideologia comunista , che come ha ben chiarito anche Karma è morta e sepolta . A parer mio fortunatamente .
    Se però questo destino è ripartire con manifesti del calibro " Per la costituzione comunista " (o pressapoco cosi , leggendo alcuni manifesti a qualche chilometro dalla mia facoltà) non penso sarà molto diverso questo futuro , se non con il rischio di esser ancor piu' compressi nella mole della politica moderata .
     
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  6. Dati e Fatti
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    Una riflessione, forse terra-terra.
    Chi mi conosce un po' qui dentro sa bene che io non sono comunista, ma che apprezzo del comunismo l'ideale, per ciò che implica in termini di difesa dei più deboli.
    Ciò però non toglie che io sia contrario al comunismo come sistema, perché implica la collettivizzazione dei mezzi di produzione.
    Ora: può un partito che si dice comunista NON volere tale collettivizzazione?
    Direi di no, altrimenti puoi chiamarti magari socialista radicale, ma NON comunista.
    SUll'argomento, a meno che qualcosa non mi sia sfuggito in questi anni, Diliberto e soci hanno nicchiato. Forse sono loro i primi che giocano sull'equivoco di una identità che - così com'è - è insostenibile nel XXI secolo.
     
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  7. alexandrom
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    Potrebbe essere Nichi Vendola , il leader che fa la differenza , capace di traghettare la sinistra nel presente e nel futuro panorama politico italiano ?

    Cosa pensate di Nichi Vendola?
     
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  8. lupog
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    CITAZIONE (alexandrom @ 22/4/2008, 11:54)
    Potrebbe essere Nichi Vendola , il leader che fa la differenza , capace di traghettare la sinistra nel presente e nel futuro panorama politico italiano ?

    Cosa pensate di Nichi Vendola?

    come personaggio mi piace Alessandro: non nasconde la propria omossessualità ma senza gli outing sguaiati alla Cecchi Paone. è attento alle dinamiche della società a partire dal basso, ai movimenti ma ha anche rapporti con il vasto mondo del volontariato cattolico. insomma è uno che và in giro a sentire gli umori della gente, e sà certamente dialogare facendo efficaci sintesi delle diversità. Detto questo bisognerebbe capire come se la stà cavando nella sua esperienza di governo alla Puglia. E in tal senso visto il successo del centrodestra anche in quella regione credo che qualche sirena di allarme sia suonata anche per lui
     
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7 replies since 19/4/2008, 16:18   140 views
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