IL CANTO DEL CIGNO DI VISCO

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  1. lupog
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    La decisione del viceministro Visco di pubblicare in rete le dichiarazioni dei redditi per il 2005 di tutti gli italiani è una sorta di testamento politico di questo governo. Di fronte all’alt del garante della privacy che sottolineava come il metodo di diffusione fosse in contrasto conil quadro normativo della materia il viceministro dell’economia si è giustificato dicendo di aver applicato la legge. Sono certo che Visco sia in perfetta buona fede ma è proprio questo il problema: è da questo tipo di approccio che si capisce perché il governo Prodi passerà alla storia come uno dei più impopolari della storia italiana. Negli altri paesi questo tipo di informazioni o non sono pubbliche come in Germania, o sono consultabili solo su liberatoria oppure sono resi noti solo i dati degli evasori: diffondere in maniera così capillare dati che dalla maggioranza delle persone vengono considerati delicati testimonia dell’incapacità di intuire che la questione ancor prima che sul piano legale va affrontata su quella del rapporto che lo Stato vuole creare con il cittadino . Ovverosia scegliere se mostrare la faccia inquisitoria e moralista del potere pubblico che vuole stanare il reietto evasore per metterlo alla pubblica gogna oppure sviluppare un clima di fiducia e collaborazione che parte dal presupposto sacrosanto che le tasse si devono pagare perchè con esse il cittadino gode dei necessari servizi di pubblica utilità . E a questo punto bisognerebbe domandarsi se il cittadino goda veramente di servizi in misura adeguata al carico fiscale sopportato. E ancora chiedersi perché il governo non abbia utilizzato le maggiori entrate derivanti dalla lotta all’evasione, per ridurre come promesso le tasse a chi già le pagava profumatamente invece di dilapidarne una parte nella redistribuzione di presunti tesoretti. E infine perché per rimettere in sesto i conti pubblici non abbia utilizzato a fianco della leva fiscale una politica di riduzione della spesa pubblica a partire dai mille sprechi e inefficienze che caratterizzano la pubblica amministrazione. Il dubbio legittimo è che non si volesse troppo scontentare quella parte di elettorato del pubblico impiego tradizionalmente legata al centrosinistra a danno invece del popolo delle partite IVA meno prossimale politicamente. Se Visco and company invece che crogiolarsi nelle loro certezze legalistiche si fossero posti per tempo questi e altri interrogativi forse qualche voto in più lo avrebbero preso….
     
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  2. alexandrom
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    L'elenco dei contribuenti era disponibile a qualsiasi cittadino italiano anche prima , solo in formato cartaceo.
    Oggi è stato cambiato il canale.

    Per quanto mi riguarda sono favorevole alla trasparenza ma nn al fisco-show.

    Nn ho mai tentato di accedere al sito perchè sinceramente sapere quanto guadagna il vicino nn mi cambia la vita.

    cmq.... quello che ci ha rimesso di piu' da questo ultimo canto è ... beppe grillo ... :)
     
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  3. guicar0
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    Perchè ci avrebbe rimesso Beppe Grillo? Si sapeva benissimo la sua rendita, dopotutto è un comico di successo, i soldi se li è guadagnati lavorando.
    Piuttosto io non capisco perchè vadano pubblicati: cos'è, vogliamo diventare tutti ispettori della guardia di finanza, oppure è solo curiosità degna di zitelle volenterose di pettegolare con la vicina?
     
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  4. Rouge3
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    Io non sono un sostenitore di Beppe Grillo però posto qui di seguito il suo articolo sulla faccenda:

    L’agenzia delle entrate ha messo on line tutti i redditi dichiarati dai cittadini italiani nel 2005. Chiunque può accedere liberamente, senza essere identificato.Gli è stato suggerito dalla Ndrangheta, dalla Mafia, dalla Camorra e dalla Sacra Corona Unita. Padoa Schioppa e Visco, con la benedizione di Prodi e del centro sinistra unido che mai sera vencido, hanno eseguito. I rapimenti di persone saranno facilitati, il pizzo potrà essere proporzionato al reddito dichiarato. La criminalità organizzata non dovrà più indagare, presumere. Potrà andare a colpo sicuro collegandosi al sito dell’agenzia delle entrate.
    I nullatenenti e gli evasori non avranno comunque nulla da temere. Chi paga le tasse sarà punito, chi ne paga molte potrà essere sequestrato, taglieggiato, rapinato.
    Le rapine in villa si faranno finalmente in tutta Italia e non saranno concentrate nel Lombardo Veneto.
    Gli odi familiari troveranno libere manifestazioni, chi non ha concesso un prestito in famiglia e ha un alto reddito sarà finalmente smascherato.
    Follia, questa è follia. Dopo l’indulto che ha liberato le carceri questo ex governo di imbelli, presuntuosi e deficienti fornisce ai criminali le informazioni sul reddito e l’indirizzo di casa dei contribuenti. Pagare le tasse così è troppo pericoloso, meglio una condanna per evasione fiscale che una coltellata o un rapimento. Il rapporto fiscale è tra il privato cittadino e lo Stato e tale deve rimanere.
    Inviamo una mail al prossimo ministro dell’Economia Giulio Tremonti perché ristabilisca le regole della convivenza civile e blocchi l’accesso a chiunque di dati sensibili privati.
    Nei prossimi giorni cercherò di capire chi è l’ispiratore di questa schifezza. È giusto che tutti lo vengano a sapere e che risponda delle eventuali conseguenze.



    Questo invece è tratto da L'Occidentale.it


    Così Visco ha sbattuto i redditi degli italiani nella Rete
    di Vittorio Gallante
    Article content:

    Quando, poche settimane fa, si venne a sapere che l’Amministrazione Finanziaria italiana era entrata in possesso degli estremi di 300 correntisti italiani in Liechtenstein, fu il caos.

    Visco nelle prime ore commentò che l’elenco era molto interessante per lo spaccato che offriva, i politici – alla vigilia delle elezioni – tremarono, i giornali si spaccarono tra chi propendeva per il massimo riserbo sui nomi dei trecento “esuli” e chi, invece, voleva vederli pubblicati.

    Sappiamo tutti come andarono le cose: le liste finirono come al solito su tutti i giornali e 300 tizi furono letteralmente sezionati dai mezzi di informazione e dall’opinione pubblica.

    Chi scrive fu pesantemente contrariato dall’intera vicenda, per tutta una serie di ragioni.

    Tanto per cominciare, perché crede che in uno stato di diritto che abbia la pretesa di chiamarsi tale, 300 persone siano state pubblicamente bollate come evasori prima ancora che fosse stata emessa una sentenza, o anche solo notificata un’indagine sul loro conto.

    Poi, perché l’Amministrazione Finanziaria non ha trattato con la dovuta discrezione l’intera vicenda, spettacolarizzandola e alimentando in periodo pre-elettorale una serie di pericolose illazioni.

    Figuratevi cosa abbiamo pensato nell’apprendere che l’Agenzia delle Entrate ha appena pubblicato nelle pieghe del proprio sito istituzionale le dichiarazioni dei redditi di tutti i contribuenti italiani (persone fisiche, società, ecc ecc) per il periodo d’imposta 2005.

    Troviamo che sia un’autentica vergogna.

    Vergogna per cosa è stato fatto: la pretesa della trasparenza assoluta viaggia in coppia con il delirio del controllo assoluto, come insegna l’esperienza di tutte le peggiori dittature totalitarie.

    E vergogna per come è stata gestita l’intera vicenda: senza preavviso né alcun dibattito pubblico, mettendo tutti di fronte al fatto compiuto. Di nascosto, nei meandri di un sito internet istituzionale.

    E, soprattutto, dopo le elezioni. E questo, oltre a non essere un gesto di cavalleria per il governo entrante – i ministri giurano la prossima settimana, siamo realmente alle battute finali della gestione Visco – innesca una spirale di brutti pensieri.

    Visco dice di aver disposto il blitz dopo le elezioni allo scopo di evitare effetti distorsivi sul voto.

    Se davvero è così, perché sul CD non si è comportato alla stessa maniera con i conti correnti del Liechtenstein?

    Queste colonne non riescono a liberarsi di un sospetto.

    Che cioè il Liechtenstein servisse – agitando lo spettro del riccastro evasore che porta i soldi all’estero - a portare voti al PD, e dunque avanti tutta. Mentre il colpo di mano sui modelli Unico in termini di voti sarebbe, all’opposto, costato carissimo. Morale della favola: tutto traslato al periodo post-elettorale.

    Due pesi e due misure, dunque, come sempre. Non ce ne ricorderemo con grande affetto.
     
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  5. lupog
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    La notizia della pubblicazione on line da parte dell'Agenzia delle entrate delle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti italiani ha avuto una vasta eco nei giornali e nei siti web stranieri.



    USA - «I ricchi pagano le tasse? L'Italia lo dice a tutti». Questo il titolo scelto dal principale quotidiano americano, il «New York Times» per raccontare la vicenda di un Paese dove «l'evasione fiscale è così diffusa che un padrone di casa spesso concorda con l'inquilino due cifre per l'affitto, quella reale e quella per la denuncia di locazione». «Ed è sorprendente che ambedue i contratti siano approvati dagli avvocati», precisa Ian Fisher corrispondente del quotidiano americano. Nell'articolo, il New York Times cita tra l'altro lo stilista Giorgio Armani e il comico Beppe Grillo, che ha definito «imbecilli» i promotori dell'iniziativa, che ha avuto un successo eccezionale, visti i contatti sul web.

    FRANCIA - Il francese «Le Monde» considera invece che ai tifosi della Fiorentina saranno probabilmente andati per traverso i 22,4 milioni di euro di redditi denunciati da Christian Vieri, in testa alla classifica dei calciatori meglio retribuiti, dopo che giovedì la Fiorentina è uscita dalla Coppa Uefa per un rigore mancato «dal caro Bobo». Quanto al premier uscente Romano Prodi, continua il quotidiano, si dice che si sia infuriato per l'iniziativa. Insieme a quelle di altri Vip, le sue dichiarazione dei redditi erano infatti state sbirciate 128 volte da funzionari nel 2006. L'inchiesta si è chiusa con l'assoluzione dei dipendenti pubblici con cui si stabiliva che curiosare non è reato.

    GRAN BRETAGNA - Il sogno degli italiani di sapere quanto guadagna il vicino di casa, il calciatore del cuore o il loro capo è diventato realtà mercoledì scorso è quanto scrive invece in sostanza il britannico «Guardian» raccontando lo scandalo.

    http://www.corriere.it/economia/08_maggio_...44f02aabc.shtml

    http://www.guardian.co.uk/world/2008/may/02/italy
    http://www.nytimes.com/2008/05/02/world/eu...gin&oref=slogin
    http://www.lemonde.fr/archives/article/200..._1040446_0.html
     
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  6. Rouge3
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    Un passo tratto da un articolo de L'Occidentale.it:

    [...] La seconda carta da visita è quella del ministro Vincenzo Visco che sbatte in rete le dichiarazioni dei redditi di tutti i cittadini, creando un clima di perversa curiosità che, nel meno grave dei casi, solletica la voglia di sapere quanto guadagna il vicino e, nel più grave, offre uno strumento alla malavita e ai taglieggiatori. Si dice nella fu maggioranza che in tutto il mondo si fa così, lo dice anche l’“americano” Pannella. Questi cosmopoliti a corrente alternata nascondono che negli USA le dichiarazioni dei redditi sono strettamente private ed è rigorosamente vietato persino divulgare l’indirizzo o il numero di sicurezza sociale del dichiarante; che in Gran Bretagna un impiegato che divulghi dati fiscali di una persona perde il posto di lavoro; e che parimenti in Germania le dichiarazioni dei redditi sono protette da rigorose norme sulla privacy. Ma a loro che importa? Queste cose non possono essere capite all’interno di una cultura comunista. E anche qui hanno voluto menare un colpo di coda velenoso. [...]
     
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5 replies since 1/5/2008, 14:08   124 views
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