Vajont: una tragedia artificiale

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  1. _SmokY_
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    Vajont: una tragedia artificiale



    Diga del Vajont - Caratteristiche e Storia
    Tipologia di sbarramento: volta a doppia curvatura in calcestruzzo
    Progettista: Carlo Semenza
    Anno di costruzione: 1957-60
    Luogo: Erto (PN)
    Quota del coronamento: 725,50 ml
    Altezza dello sbarramento: 264,60ml
    Capacità del bacino: 170 milioni di metri cubi d’acqua
    Inizio progetti: 1928
    Disastro: 1963

    Il 9 ottobre 1963 una frana di 260 milioni di metri cubi di roccia si stacca dal monte Toc e si scaglia nel bacino sottostante. Un'onda gigantesca di 50 milioni di metri cubi di acqua si alza dal lago, distrugge le zone adiacenti provocando 158 vittime, supera la diga, si schianta al suolo. L'aria compressa dall'impatto si dirige ad altissima velocità verso l'abitato di Longarone (BL) e provoca 1450 morti più 309 nelle zone limitrofe, arriva anche l'acqua che finisce quello che l'aria non è riuscita a fare.

    Una vicenda agghiacciante, inconcepibile.

    Il tutto parte dalla successiva relazione del Professor Giorgio Dal Piaz, la SADE (Società Adriatica di Elettricità) inizia i progetti per la costruzione di quello che sarà il più alto sbarramento d’Europa. Inizialmente si pensa ad una diga alta 202 metri che formerà un bacino per rifornire le centrali elettriche in caso di secca dei fiumi limitrofi. Il monte a ridosso del lago si chiama monte TOC che in veneto vuol dire pezzo, infatti in quel monte durante i rilevamenti geologici si scorpì una frana instabile di età preistorica a forma di M, con lunghezza pari a 2/3km, essa si staccò definitivamente dal monte quando lo stesso si impregnò di acqua e i legami fragili che tenevano incollata la frana alla roccia viva si ruppero.

    4 agosto 1928 prima relazione del professor Giorgio Dal Piaz per la progettazione di un bacino artificiale (fonte: Commissione Ministeriale: Ministero dei Lavori Pubblici, Commissione d'inchiesta sulla sciagura del Vajont, Relazione al Ministero dei Lavori Pubblici, 15 gennaio 1964
    )
    : «Le condizioni strutturali dell'intera conca del Vajont, per quanto l'apparenza possa trarre nell'inganno, in sostanza non sono peggiori di quelle che si riscontrano nella grande maggioranza dei bacini montani dell'intera regione veneta»

    I progetti e la burocrazia avanza ma successivamente accade questo:

    11 ottobre 1948 Lettera di Semenza a Dal Piaz: «Si tratterebbe ora di esaminare la possibilità di elevare il livello del serbatoio oltre la quota attualmente prevista (677), eventualmente fin verso la 730. [...] Gradirei anche qui il suo parere»

    15 ottobre 1948 Lettera di Dal Piaz a Semenza: «Le confesso che i nuovi problemi prospettati mi fanno tremare le vene e i polsi»

    21 dicembre 1948 relazione geologica Dal Piaz: “La struttura geologica della Valle del Vajont agli effetti degli smottamenti dei fianchi che possono derivare dal progettato invaso e dalle oscillazioni del livello del lago. L'attenzione è posta in particolare alla zona di Erto e a quella di Pineda che presentano materiali detritici di dubbia stabilità.

    31 gennaio 1957 La SADE inoltra la domanda per modificare il progetto della diga, portandone l'altezza a 266 metri, allegando la relazione geologica di Dal Piaz del 25.3.1948 ed un'appendice datata 31.1.1957

    Ecco, questo che abbiamo appena letto è un punto cruciale dell’intera vicenda, riassumo in poche parole:
    venne inizialmente presentato al ministero un progetto per un tipo di diga, relativa perizia, approvazione, successiva domanda di modifica con allegato però sempre la perizia relativa al primo progetto e un bozzetto creato da Dal Piaz ma non convincente, quindi modificato dall’Ing Semenza che chiede a Dal Piaz di controfirmarlo. Con questo tipo di documentazione viene approvato il nuovo progetto e i lavori possono iniziare.

    da: Sentenza del Giudice Istruttore Mario Fabbri, Tribunale di Belluno, N. 85-64 G.I., 20.2.1968 e Commissione Ministeriale: Ministero dei Lavori Pubblici, Commissione d'inchiesta sulla sciagura del Vajont, Relazione al Ministero dei Lavori Pubblici, 15 gennaio 1964

    6 febbraio Lettera di Dal Piaz a Semenza: «Ho tentato di stendere la dichiarazione per l'alto Vajont, ma Le confesso sinceramente che non m'è riuscita bene e non mi soddisfa. Abbia la cortesia di mandarmi il testo di quella ch'Ella mi ha esposto a voce, che mi pareva molto felice. La prego inoltre di dirmi se devo mettere l'intestazione dell'Ente al quale deve essere indirizzata, e se devo mettere la data d'ora o arretrata. Appena avrò la sua edizione la farò dattilografare e Le farò immediatamente invio. Scusi il disturbo»

    7 febbraio Risposta di Semenza a Dal Piaz: «Le allego copia del testo al quale Ella secondo me potrebbe in linea di massima attenersi. Ho lasciato punteggiata una frase che, se Ella crede, potrebbe mettere per illustrare le condizioni delle note cuciture fra strato e strato. L'appendice dovrebbe avere l'intestazione e la data che ho indicato nell'appunto. In ogni modo Le lascio ogni più ampia libertà. [...] A guadagno di tempo, sarebbe meglio che Ella ci consegnasse la relazione già stesa da Lei firmata» La data che Semenza indica nell'appunto è il 31.1.1957.

    [...]

    6 agosto Rapporto geotecnico di Leopold Müller (il secondo che gli commissiona la SADE): «...il terreno in sponda sinistra, caratterizzato da ammassi di sfasciume, sui cui verdi pascoli sorgono numerosi casolari è in forte pericolo di frana, sebbene sia una formazione rocciosa. La roccia è ivi molto fratturata e degradata e può pertanto facilmente scoscendere ed essere posta in movimento»

    25 settembre 1957 la SADE invia al Ministero la versione ufficiale della relazione geologica presentata in bozza il 9.6.1957

    Successivamente il nuovo progetto viene approvato, i lavori erano già cominciati in ogni caso :o:

    Successivamente l'Igenier Semenza e il Prof. Dal Piaz passano a miglior vita, i successori tra cui l'Ing. Biadene continuano la costruzione, ad un certo punto la SADE grazie ad una legge statale passa sotto il controllo dell'ENEL. Il bacino viene alzato al massimo contro i pareri di tutti i geologi incaricati. La montagna su cui esisteva già una frana preistorica si impregna di acqua. Una volta cominciato lo svaso del bacino, il 9 ottobre 1963 una frana di 260 milioni di metri cubi di roccia si stacca dal monte Toc e si scaglia nel bacino sottostante.



    20 febbraio 1968 il Giudice istruttore Mario Fabbri deposita la sentenza del procedimento penale contro Alberico Biadene, Mario Pancini, Pietro Frosini, Francesco Sensidoni, Curzio Batini, Francesco Penta, Luigi Greco, Almo Violin, Dino Tonini, Roberto Marin, Augusto Ghetti. Penta e Greco sono nel frattempo deceduti.

    28 novembre Mario Pancini si toglie la vita

    29 novembre inizia a L'Aquila il processo di primo grado

    17 dicembre 1969 si conclude il processo di primo grado. L'accusa chiede 21 anni per tutti gli imputati per disastro colposo di frana e disastra colposo d'inondazione, aggravati dalla previsione dell'evento e omicidi colposi plurimi aggravati. Vengono condannati a sei anni di reclusione Biadene, Batini e Violin, per omicidio colposo, colpevoli di non aver avvertito e di non avere messo in moto lo sgombero; assolti tutti gli altri. Non viene riconosciuta la prevedibilità della frana

    26 luglio 1970 inizia a L'Aquila il Processo d'Appello, con lo stralcio della posizione di Batini, gravemente ammalato.

    3 ottobre la sentenza riconosce la totale colpevolezza di Biadene e Sensidoni: il primo viene condannato a 3 anni di reclusione, il secondo ad un anno e mezzo; Violin e tutti gli altri vengono assolti.

    3 dicembre 1982 la Corte d'Appello di Firenze, cassando una precedente sentenza della Corte di Appello de L'Aquila del 16 dicembre 1975 - 23 gennaio 1976, condanna in solido l'ENEL e la Montedison (in cui è confluita la SADE) al risarcimento dei danni sofferti dallo Stato e la sola Montedison per i danni subiti dal Comune di Longarone, riservandosi di quantificare in altra sede l'ammontare dei danni stessi e la loro ripartizione fra i responsabili civili. In questo stesso anno, la Corte Suprema di Cassazione, rigetta il ricorso dell'ENEL nei confronti del comune di Erto-Casso e del neonato comune di Vajont, obbligando così l'ENEL al risarcimento dei danni subiti, che verranno quantificati dal Tribunale Civile e Penale di Belluno in lire 480.990.500 per beni patrimoniali e demaniali perduti; lire 500.000.000 per danno patrimoniale conseguente alla perdita parziale della popolazione e conseguenti attività; lire 500.000.000 per danno ambientale ed ecologico; le cifre non sono state ancora corrisposte e, rivalutate, hanno raggiunto il valore di 22 miliardi di lire circa.

    Edited by Oskar - 2/9/2014, 18:08
     
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  2. _SmokY_
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    Vi rilascio anche questo link molto interessante che riporta cronologicamente tutte le date salienti dell'evento, se avete una quindicina di minuti dategli una letta :)

    - clicca qui -
     
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  3. lupog
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    davvero ottime le fonti di riferimento.

    CM Commissione Ministeriale: Ministero dei Lavori Pubblici, Commissione d'inchiesta sulla sciagura del Vajont, Relazione al Ministero dei Lavori Pubblici, 15 gennaio 1964

    CP Commissione Parlamentare: Senato della Repubblica, IV legislatura, Commissione Parlamentare d'inchiesta sul disastro del Vajont (Legge 22 maggio 1964, n. 370). Relazione finale, 15 luglio 1965, Roma 1965

    CP A1 Idem, allegato 1. Relazione di minoranza degli onorevoli Busetto, Vianello, Gaiani, Lizzero, Scoccimarro, Gianquinto, Vidali e Alicata

    SGI Sentenza del Giudice Istruttore Mario Fabbri, Tribunale di Belluno, N. 85-64 G.I., 20.2.1968

    PAS Mario Passi, Morire sul Vajont. Storia di una tragedia italiana, Padova, Marsilio, 1968

    MERL Tina Merlin, Vajont 1963. La costruzione di una catastrofe, Venezia, Il Cardo, 1993, riedizione di Sulla pelle viva. Come si costruisce una catastrofe. Il caso Vajont, La Pietra, Milano, 1983

    ASC Odoardo Ascari, Una arringa per Longarone, Feltre, Castaldi, 1973
     
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  4. _SmokY_
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    Altra pagina italiana al quanto orrida

    Edited by Oskar - 23/8/2022, 18:27
     
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  5. Bastaconleballe
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    CITAZIONE
    Nessun operaio italiano morì, mio nonno che era uno dei lavoratori, fu evacuato settimane prima della tragedia in quanto il suo capo cantiere gli disse che dovevano andarsense, che prima o poi sarebbe crollato tutto...

    Salve!
    Questa è proprio bella!!!
    Di operai e tecnici ne mororono eccome!!!
    Più precisamente, quella notte morirono:
    41 dipendenti ENEL
    18 dipendenti dell'Impresa Monti di Auronzo
    3 dipendenti dell'Impresa Consonda-Icos
    I loro nomi sono a pag.151 del libro "Vajont - la diga" di Agostino Sacchet
    Notte!
     
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  6. _SmokY_
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    CITAZIONE (Bastaconleballe @ 4/5/2009, 00:20)
    CITAZIONE
    Nessun operaio italiano morì, mio nonno che era uno dei lavoratori, fu evacuato settimane prima della tragedia in quanto il suo capo cantiere gli disse che dovevano andarsense, che prima o poi sarebbe crollato tutto...

    Salve!
    Questa è proprio bella!!!
    Di operai e tecnici ne mororono eccome!!!
    Più precisamente, quella notte morirono:
    41 dipendenti ENEL
    18 dipendenti dell'Impresa Monti di Auronzo
    3 dipendenti dell'Impresa Consonda-Icos
    I loro nomi sono a pag.151 del libro "Vajont - la diga" di Agostino Sacchet
    Notte!

    In realtà sono circa 200 gli operai morti (per lo più tecnici addetti ai controlli, comprese le loro famiglie) delle centinaia di manovali che erano li fino a pochi giorni prima ma evacuati; il mio era un paradosso... evaquarono perchè sapevano... eppure... <_<

    Sarebbe sufficiente cmq, prima di partire in 4^, salutare magari, domandare, il tutto condito con un pizzico di educazione che non guasta mai.

    Edited by _SmokY_ - 4/5/2009, 08:09
     
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  7. Bastaconleballe
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    Di nuovo salve! (per me questo è un saluto!)
    Io ho la possibilità di informarmi direttamente da chi era al cantiere sul Vajont la mattina del 9/10/1963.
    A lui non risulta che ci fossero stati particolari allarmi. Molti degli operai che erano andati via, erano quelli delle imprese che avevano terminato i lavori in diga.
    A lui ed ai suoi uomini nessuno aveva detto nulla. Eppure, il 9/10/1963, pranzò a Longarone con alcuni tecnici e dirigenti dell'ENEL. Alcuni di essi morirono quella notte.
    Buona giornata!
    Dimenticavo!
    Non è che volessi partire in quarta...
    Sono qui di passaggio, ho detto il mio parere e per me è finita qui. Non ho alcun interesse a continuare la discussione. Spero che chiunque legga possa capire che la faccenda è molto più complessa di quanto si vuol far credere! Questo è il mio scopo!
    Buona giornata.
     
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  8. _SmokY_
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    CITAZIONE (Bastaconleballe @ 4/5/2009, 12:55)
    Di nuovo salve! (per me questo è un saluto!)
    Io ho la possibilità di informarmi direttamente da chi era al cantiere sul Vajont la mattina del 9/10/1963.
    A lui non risulta che ci fossero stati particolari allarmi. Molti degli operai che erano andati via, erano quelli delle imprese che avevano terminato i lavori in diga.
    A lui ed ai suoi uomini nessuno aveva detto nulla. Eppure, il 9/10/1963, pranzò a Longarone con alcuni tecnici e dirigenti dell'ENEL. Alcuni di essi morirono quella notte.
    Buona giornata!
    Dimenticavo!
    Non è che volessi partire in quarta...
    Sono qui di passaggio, ho detto il mio parere e per me è finita qui. Non ho alcun interesse a continuare la discussione. Spero che chiunque legga possa capire che la faccenda è molto più complessa di quanto si vuol far credere! Questo è il mio scopo!
    Buona giornata.

    Anche io ho testimoni diretti di quella vicenda e dicono che avevano un contratto di 12 anni ancora dopo la messa in funzione delle diga e che c'era un certo che di allarmismo tra le loro fila visto che sapevano e vedevano quello che accadeva...
    Secondo gli allarmi c'erano eccome, altrimenti a che servivano i picchetti lungo il costone?

    http://www.erto.it/diga.htm
     
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  9. Bastaconleballe
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    Salve!
    In effetti ho dato una risposta un po' troppo frettolosa!
    Tutti, anche la persona che conosco, sapevano della frana ed erano preoccupati!
    Ma gli era stato detto che poteva scendere dopo un giorno, un mese, un anno e più...
    Comunque:
    CITAZIONE
    delle centinaia di manovali che erano li fino a pochi giorni prima ma evacuati;

    A me questo non risulta.
    Saluti!
     
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  10. _SmokY_
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    CITAZIONE (Bastaconleballe @ 4/5/2009, 14:13)
    Salve!
    In effetti ho dato una risposta un po' troppo frettolosa!
    Tutti, anche la persona che conosco, sapevano della frana ed erano preoccupati!
    Ma gli era stato detto che poteva scendere dopo un giorno, un mese, un anno e più...
    Comunque:
    CITAZIONE
    delle centinaia di manovali che erano li fino a pochi giorni prima ma evacuati;

    A me questo non risulta.
    Saluti!

    Allora,
    quando si era ben a conoscenza della pericolosa consistenza del monte Toc partì un progetto per il suo consolidamento, infatti sotto c'era roccia buona.
    La ditta incaricata nel fabbricare i tiranti d'ancoraggio era austriaca, la Consonda doveva fare i carotaggi e la Torno la loro installazione, contratto d'appalto 12 anni.
    Quando si decise di alzare l'invaso, con tutte le ravvisaglie di pericolosità gia in mano ai dirigenti, la Consonda e la Torno dovettero spostare i loro operai in altre sedi per l'impossibilità di continuare i lavori al consolidamento della parete.
    E' logico pensare che molti sapessero che non poteva tenere la parete in quelle condizioni sopratutto dopo le avvisaglie di cedimenti ricevute; ragione per cui non è assolutamente plausibile denigrare queste testimonianze che io so essere per vere, molto probabilmente qualche capo cantiere disse "qui crolla tutto", anche se la ragione effettiva fu che non potevano piu lavorare con l'acqua che si alzava e qui, devo ammettere, visto che non ci sono documenti che provano quanto da me asserito.
     
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  11. Bastaconleballe
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    Buonasera!
    Allora: abbiamo cominciato con
    CITAZIONE
    Nessun operaio italiano morì

    che poi è diventato
    CITAZIONE
    In realtà sono circa 200 gli operai morti (per lo più tecnici addetti ai controlli, comprese le loro famiglie) delle centinaia di manovali che erano li fino a pochi giorni prima ma evacuati

    che in segito è mutato in
    CITAZIONE
    c'era un certo che di allarmismo tra le loro fila

    e alla fine
    CITAZIONE
    molto probabilmente qualche capo cantiere disse "qui crolla tutto", anche se la ragione effettiva fu che non potevano piu lavorare con l'acqua che si alzava e qui, devo ammettere, visto che non ci sono documenti che provano quanto da me asserito.

    Tutto ciò si può commentare solo in un modo: finchè si trattava di un semplice monologo, hai scritto tutto quello che volevi. Appena è intervenuto qualcuno a ribattere, ti sei contraddetto ripetutamente.
    Non voglio dire che tutto quello che ha scritto è falso. E' semplicemente incompleto e, quindi, può indurre chi conosce poco la vicenda a farsi un'idea sbagliata dei fatti. E questo non è carino... Tutto qui!
    Non c'è bisogno di scaldarsi tanto!
    Io non ho denigrato nessuno. Ho detto la mia. Semplicemente ho altre fonti e ho sempre cercato di sentire il parere di tutti!

    SPOILER (click to view)
    Ora mi permetto di fare l'ultimo appello a tutti coloro che leggono questa discussione! ATTENZIONE! Non credete a tutto quello che leggete!
    Andate a fondo nelle cose, soprattutto se non conoscete bene questa tragica pagina della nostra storia!

    Oltre ai libri già citati, per farsi un'idea imparziale, è assolutamente necessario leggere:

    - La Storia del Vaiont raccontata dal geologo che ha scoperto la frana di Edoardo Semenza, Tecnoproject 2001
    - Le foto della frana del Vajont La scoperta dell'antica frana - Le fotografie e gli studi geologici di Edoardo Semenza, Franco Giudici e Daniele Rossi prima e dopo la catastrofe del 9 ottobre 1963 a cura di Giovanni Masè, Michele Semenza, Paolo Semenza, Pietro Semenza e Maria Chiara Turrini Libro, carte e CD-ROM con 300 fotografie,
    - Vajont la storia idraulica di Carlo Datei, Libreria Internazionale Cortina Padova, 2003
    - Vajont la diga di Agostino Sacchet, Associazione Pro-Loco Longarone, 2003

    Buonasera!

    Edited by lupog - 5/5/2009, 11:37
     
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  12. _SmokY_
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    CITAZIONE (Bastaconleballe @ 4/5/2009, 21:11)
    Buonasera!
    Allora: abbiamo cominciato con
    CITAZIONE
    Nessun operaio italiano morì

    che poi è diventato
    CITAZIONE
    In realtà sono circa 200 gli operai morti (per lo più tecnici addetti ai controlli, comprese le loro famiglie) delle centinaia di manovali che erano li fino a pochi giorni prima ma evacuati

    che in segito è mutato in
    CITAZIONE
    c'era un certo che di allarmismo tra le loro fila

    e alla fine
    CITAZIONE
    molto probabilmente qualche capo cantiere disse "qui crolla tutto", anche se la ragione effettiva fu che non potevano piu lavorare con l'acqua che si alzava e qui, devo ammettere, visto che non ci sono documenti che provano quanto da me asserito.

    Tutto ciò si può commentare solo in un modo: finchè si trattava di un semplice monologo, hai scritto tutto quello che volevi. Appena è intervenuto qualcuno a ribattere, ti sei contraddetto ripetutamente.
    Non voglio dire che tutto quello che ha scritto è falso. E' semplicemente incompleto e, quindi, può indurre chi conosce poco la vicenda a farsi un'idea sbagliata dei fatti. E questo non è carino... Tutto qui!
    Non c'è bisogno di scaldarsi tanto!
    Io non ho denigrato nessuno. Ho detto la mia. Semplicemente ho altre fonti e ho sempre cercato di sentire il parere di tutti!

    SPOILER (click to view)
    Ora mi permetto di fare l'ultimo appello a tutti coloro che leggono questa discussione! ATTENZIONE! Non credete a tutto quello che leggete!
    Andate a fondo nelle cose, soprattutto se non conoscete bene questa tragica pagina della nostra storia!

    Oltre ai libri già citati, per farsi un'idea imparziale, è assolutamente necessario leggere:

    - La Storia del Vaiont raccontata dal geologo che ha scoperto la frana di Edoardo Semenza, Tecnoproject 2001
    - Le foto della frana del Vajont La scoperta dell'antica frana - Le fotografie e gli studi geologici di Edoardo Semenza, Franco Giudici e Daniele Rossi prima e dopo la catastrofe del 9 ottobre 1963 a cura di Giovanni Masè, Michele Semenza, Paolo Semenza, Pietro Semenza e Maria Chiara Turrini Libro, carte e CD-ROM con 300 fotografie,
    - Vajont la storia idraulica di Carlo Datei, Libreria Internazionale Cortina Padova, 2003
    - Vajont la diga di Agostino Sacchet, Associazione Pro-Loco Longarone, 2003


    Buonasera!

    Allora dicci tu come sono andate le cose...! Io credo di essermi chiarito abbastanza, ma gia il tuo nick mal lo sopporto, poi tutto questa caciara per dire cosa?! che bisogna stare attenti a cosa si legge? ed in base a cosa poi?

    CITAZIONE
    Nessun operaio italiano morì, mio nonno che era uno dei lavoratori, fu evacuato settimane prima della tragedia in quanto il suo capo cantiere gli disse che dovevano andarsense, che prima o poi sarebbe crollato tutto... La diga è ancora in piedi, è l'unica struttura che non si è disintegrata durante la tragedia.

    Gradirei i passi delle tue fonti che smentiscono quanto da me detto, ovvero l'oggetto della controversia!
    Attendo impaziente la tua versione dei fatti e occhi a non scrivere di fretta :wallbash: :giveup:

    Un altra cosa, se vuoi ci sono tanti altri posti dove puoi perorare le tue cause... non sarò di sicuro io a trattenerti qui...

    Seconda cosa:

    CITAZIONE
    Caro Benny, lo confesso!
    Non ho potuto neanch'io!
    Oggi son capitata qui:

    http://storiaepolitica.forumfree.net/?t=28690467

    Stavolta la diga è rimasta in piedi ma...MIRACOLO!!! NON E' MORTO NEANCHE UN OPERAIO!!!
    Un fantomatico capo cantiere li aveva mandati via TUTTI da settimane!!!
    Non ho potuto non repplicare!
    Notte!
    Dimenticavo! Bello il tuo micio!

    Dimenticavo!
    Phanteeeeee!!!! Phanteeeeeeeeeeeeee!!!!
    Voglio il link!!!!
    Voglio andare a far casino anch'io!!!!!

    http://www.progettodighe.it/forum/viewtopi...der=asc&start=0

    Se il tuo scopo è quello di fare casino, caschi male!! :no:

    Edited by _SmokY_ - 5/5/2009, 11:39
     
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  13. Bastaconleballe
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    Mamma mia quanto ti scaldi!!!
    Coda di paglia???
    Se ti sei già chiarito abbastanza, che bisogno hai delle mie fonti? Tu sai tutto!
    Comunque, la bibliogrfia che ho inserito costituisce buona parte delle mie fonti! (anche se ho inserito solo una parte piccola dei libri che possiedo sul Vajont)
    Per quel che riguarda le fonti umane... vattele a cercare su Progettodighe.
    Troverai tutte le info che ti interessano, soprattutto se cerchi i miei messaggi.
    Mi dispiace che tu non apprezzi il mio nick: m'è venuto così...capita!
    In altri forum, come vedi, il nick corrisponde a nome e cognome!
    Ma qui sono di passaggio...
    Fare casino con te? Non credo proprio! Quella era una battuta e riguardava un altro sito, non questo forum.
     
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  14. Bastaconleballe
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    Dimenticavo!!!

    CITAZIONE
    Un altra cosa, se vuoi ci sono tanti altri posti dove puoi perorare le tue cause... non sarò di sicuro io a trattenerti qui...

    Spero che non sia per continuare il tuo monologo e scrivere quello che vuoi senza rompiscatole che ti contraddicano!!! Il dialogo può anche essere duro, ma è sempre meglio della mancanza di confronto.
    Ebbene... il mio appello l'ho fatto. E non era contro di te personalmente. Mi spiace che tu non l'abbia capito... Era contro le modalità, a mio parere superficilali, che si utilizzano quasi sempre e ovunque per trattare questa brutta faccenda dolorosa. Una ferita che non si rimarginerà mai e che ha colpito l'angolo di mondo che amo di più (guai a chi mi tocca le Dolomiti, il Cadore, i Bellunesi e la Provincia tutta!!!), dove ho scelto di vivere e senza il quale non potrei vivere...
    A questo punto non ho altro motivo per rimanere in questo forum.
    Mi spiace che tu te la sia presa tanto...
    Per me la discussione finisce qui.
    Ti saluto definitivamente. Notte.
     
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  15. _SmokY_
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    User deleted


    CITAZIONE (Bastaconleballe @ 5/5/2009, 00:40)
    Dimenticavo!!!

    CITAZIONE
    Un altra cosa, se vuoi ci sono tanti altri posti dove puoi perorare le tue cause... non sarò di sicuro io a trattenerti qui...

    Spero che non sia per continuare il tuo monologo e scrivere quello che vuoi senza rompiscatole che ti contraddicano!!! Il dialogo può anche essere duro, ma è sempre meglio della mancanza di confronto.
    Ebbene... il mio appello l'ho fatto. E non era contro di te personalmente. Mi spiace che tu non l'abbia capito... Era contro le modalità, a mio parere superficilali, che si utilizzano quasi sempre e ovunque per trattare questa brutta faccenda dolorosa. Una ferita che non si rimarginerà mai e che ha colpito l'angolo di mondo che amo di più (guai a chi mi tocca le Dolomiti, il Cadore, i Bellunesi e la Provincia tutta!!!), dove ho scelto di vivere e senza il quale non potrei vivere...
    A questo punto non ho altro motivo per rimanere in questo forum.
    Mi spiace che tu te la sia presa tanto...
    Per me la discussione finisce qui.
    Ti saluto definitivamente. Notte.

    Innanzitutto si deve interloquire con rispetto, il tuo nick già in partenza è un qualcosa di controverso.... Progetto dighe è un sito che conosco da tempo e mai mi sono permesso di interagire con saccenza o facendo il paladino della giustizia... La questione Vajont sta a cuore a te come a me, visto che anche io sono bellunese ma non sono certo io venuto qui a sentenziare... un dibattito sereno era veramente difficile. Detto ciò io toglierò quel passo controverso frutto di una testimonianza a te non gradita, il resto sarà al vaglio della commissione di SP.
    Saluti.
     
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60 replies since 5/6/2008, 14:38   6626 views
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