Il manoscritto Voynich

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  1. Paul the Templar
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    102 fogli,204 pagine,moltissimi disegni e una scrittura assolutamente indecifrabile e misteriosa.
    E’ il manoscritto Voynich,che prende il nome dal suo scopritore,un antiquario russo che lo scoprì casualmente nella biblioteca dei Gesuiti di Villa Mondragone, nel 1912,a Frascati.

    Del manoscritto si conosceva l’esistenza,ma da secoli lo si considerava ormai perduto;un manoscritto straordinario,denso zeppo di immagine fantastiche di piante ed altri vegetali assolutamente sconosciuti,di figure allegoriche misteriose di donne e di astri celesti.
    Del manoscritto si hanno notizie a partire dal 1586,quando venne acquistato dall’imperatore Rodolfo II per una cifra iperbolica,oltre seicento ducati d’oro.
    Di esso non si sapeva praticamente nulla;molte voci parlavano di una presunta stesura attribuibile a Bacone,mentre oggi si è propensi a considerare il tutto come un abile falso,preparato da due vecchie conoscenze dei cultori del misterioso,John Dee e Edward Kelley,preparato ad arte per spillare soldi all’ingenuo imperatore.
    Se di falso si tratta,c’è da dire che è un falso congegnato splendidamente.

    Il manoscritto,che fu visionato anche da Kircher,il gesuita che ebbe le prime intuizioni sui geroglifici,scomparve subito dopo che quest’ultimo lo visionò,per ricomparire,come abbiamo visto,agli inizi del novecento.
    Voynich,che era rimasto sbalordito sia dalla bellezza delle immagini,sia dalla scrittura elaborata ed indecifrabile,affidò la traduzione ad esperti crittografi inglesi,quelli che per inciso erano riusciti a scoprire la chiave di lettura di enigma,il cifrario tedesco.

    Il risultato fu deludente;il manoscritto,pur mostrando nei caratteri una certa ripetitività,non sembrava avere un senso compiuto,o,quantomeno,traducibile.
    Da allora furono tantissimi a visionare il manoscritto,ed ognuno propose una diversa chiave di lettura,sia su cosa contenesse,sia sul vero autore.
    Leonardo da Vinci,Salomone (Clavicola di Salomone,testo magico per eccellenza),gli extraterrestri,gli atlantidei……tutto il fior fiore del misterioso venne chiamato in ballo per cercare la presunta paternità.
    Tutte ipotesi,o anche congetture,senza alcuna prova tangibile a sostenere una o l’altra ipotesi.
    La scrittura,inserita in un moderno elaboratore,ha resistito anche all’intelligenza artificiale,rivelandosi come straordinariamente complessa.

    Ma allora chi ha scritto il Voynich?
    Perché?
    Quando?
    Domande quasi senza risposta.
    Forse è il quando l’unico interrogativo che può avere soluzione.
    Durante un controllo fotografico sul manoscritto,è venuta fuori una pagina che riporta la scritta "Jacobi a Tepenece".
    Jacobus Horcicki, che morì nel 1622era il direttore del giardino botanico e del laboratorio alchemico di Rodolfo;quindi,in quella data,esisteva sicuramente.
    Così come si può escludere che sia stato scritto prima del 1493;in una delle pagine c’è una pianta che assomiglia straordinariamente al girasole,che venne portato in Europa dopo la scoperta dell’America.
    Verrebbe esclusa,a questo punto,una delle paternità,quella di Bacone,morto nel XIII secolo.
    Ma null’altro.
    Il manoscritto resiste,da secoli,a tutti i tentativi di traduzione.
    Tutte le teorie sulla sua decifrazione restano valide,e al tempo stesso non spiegano nulla.
    Forse solo un computer straordinariamente potente,che mescoli tutti i linguaggi conosciuti potrà,un giorno,venire a capo dell’enigma.

    By Paul Templar,www.misteriemisteri.splinder.com
     
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0 replies since 10/6/2008, 14:45   174 views
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