La battaglia di El Alamein

Seconda guerra mondiale, fronte africano

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  1. _SmokY_
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    El Alamein



    La seconda battaglia di El Alamein si svolse tra il 23 Ottobre e il 3 novembre 1942 durante la seconda guerra mondiale.



    Durante l’estate del 1942 l’Africa Korps del Generale Erwin Rommel era penetrata profondamente in Egitto e minacciava le linee di rifornimento Inglesi presso il canale si Suez. Indebolito dai rifornimenti che arrivavano con il conta gocce dall’Italia esso decise di sferrare un attacco ad Alam Halfa per impedire ai britanni di rafforzarsi ulteriormente. L’attacco fallì e Rommel fu costretto a trincerarsi presso El Alamein in attesa del probabile contr’attacco Inglese. L’8° armata inglese intanto, forte della controversa Supermarina italiana e in possesso della macchina decifratrice Enigma, senza grossi problemi continuava a rifornirsi attraverso il Mar Rosso e cominciò a preparare una massiccia offensiva.

    All’incirca gli Inglesi ed il Commonwealth potevano contare su 250 000 Fanti e più di 1000 carri armati tra cui anche 270 Sherman Americani contro i 90 000 Fanti dell’Asse, 90 Carri panzer IV tedeschi e 140 carri italiani M14. Le forze aeree seguivano un rapporto di 1 a 3 in favore dei britanni che potevano anche contare sulle loro vicine piste aeree egiziane e a rifornimenti pressoché infiniti.

    Si fronteggiavano il 10º, il 13º ed il 30º Corpo britannico, con divisioni australiane, neozelandesi, sudafricane, indiane ed inglesi (1ª, 7ª e 10ª corazzata, 44ª, 50ª e 51ª di fanteria), la brigata della Francia libera ed una greca, che costituivano l'Ottava Armata e i tre corpi d'armata italiani, il X, il XX ed il XXI, più l'Afrika Korps; questi erano composti da varie divisioni di fanteria non motorizzata (Pavia, Brescia, Bologna e Trento), due divisioni corazzate italiane (Ariete e Littorio) e due tedesche (15a e 21a Panzer Divisionen), tre divisioni meccanizzate (la Trieste, la 90ª e la 164ª Leggera tedesche), la Divisione Giovani Fascisti, la Divisione Paracadutisti Folgore e la Brigata Paracadutisti Ramcke.

    L’operazione LightFoot era il nome del contr’attacco britannico con il quale Montgomery pensava di poter tagliare in 3 parti i campi minati dell’asse e quindi sfondare il fronte nemico. Predispose minuziosamente ogni dettaglio prima della battaglia, fece costruire falsi carri armati realizzati con del compensato ed incollati a delle jeep per far credere che l’attacco potesse avvenire a sud invece che a nord, inoltre iniziò la costruzione di un oleodotto che fece pensare a Rommel che l’attacco sarebbe stato scagliato molto più tardi del previsto. Tutte queste tecniche comunque le utilizzò per primo Rommel nella battaglia di Gazala.

    Le forze dell’Asse erano predisposte su 2 linee di trincee e davanti a loro giacevano circa 500 000 mine prevalentemente anti carro, questi campi venivano chiamati i giardini del diavolo.

    E’ importante segnalare che Rommel non era al fronte in quel momento ma era in licenza per una presunta indisponibilità fisica, al suo posto il Generale Stumme che aveva condotto delle Panzerdivisionen in Russia poco tempo prima.

    La battaglia iniziò alle 21 del 23 ottobre con un intenso fuoco ci artiglieria, le truppe dell’asse ricevettero l’ordine di non rispondere al fuoco per risparmiare le munizioni. Gli inglesi tentarono di attraversare i campi minati ma non ci riuscirono, anzi si "impantanarono" tra di essi e l’asse cominciò una piccola offensiva che bloccò completamente l’attacco britannico. Nel frattempo Stumme morì mentre ispezionava la linea del fronte ed al suo posto fu richiamato Rommel.
    La battaglia continuava e gli inglesi logoravano le forze nemiche con attacchi di artiglieria e aerei. Tutta via per 7 giorni gli italiani ed i tedeschi resistettero sebbene in netta inferiorità di mezzi e di uomini. Montgomery incitò più volte di intraprendere un offensiva decisa ma la resistenza dell’asse non lasciava scampo alle truppe alleate.

    Dal 1° Novembre le cose cambiarono, la netta supremazia britannica si stava facendo sentire:

    Scrive Rommel nel suo diario il 1° novembre 1942:
    Di nuovo per noi la situazione è oscura! a parte questo mi sento fisicamente bene. Otto giorni orsono ero ancora ai sette cieli! - Inviato cifrato al Comando Supremo della Wermacht. in data 1° novembre: "E' di vitale importanza sganciarsi dal nemico".
    Nuovi durissimi combattimenti sono in corso e non si svolgono a nostro favore. Il nemico ci attacca con indiscutibile superiorità, cacciandoci dalle nostre posizioni. Per noi è la fine! La battaglia è perduta. Le masse nemiche ci sommergono letteralmente. Io ho tentato di salvare alcune unità dell'Arma. Mi riuscirà? Di notte mi agito insonne e spremo il mio cervello per trovare una via d'uscita dalla catastrofe. Abbiamo dinnanzi a noi giorni duri. Forse più gravi della nostra vita. Invidio i morti che hanno chiuso il loro destino.


    Il 2 novembre alle ore 1 di notte, il XXX corpo dell’8ª armata britannica si lancia all’attacco per attuare l’operazione “Supercharge”, come denominata in codice l’offensiva di sfondamento. Coperta da un imponente sbarramento di artiglieria, la 2ª divisione neozelandese apre un nuovo corridoio nei campi minati nemici, liberando la strada alla IX brigata corazzata.
    Ma all’alba le batterie anticarro italo-tedesche fanno strage dei carri della brigata inglese, distruggendone il 75%, anche se non riescono a respingerla oltre i campi minati. Il X corpo manda al soccorso i suoi carri, mentre la 1ª divisione corazzata inglese viene impegnata in furiosi scontri presso Teli el-Aqqaqir, a ovest della Cresta Kidney. Verso sera, Rommel dispone in prima linea di soli 32 carri pienamente efficienti.

    Panzer III
    Gli inglesi dal canto loro non stavano meglio, rimanevano però ottimisti, mentre una doccia fredda colpiva Rommel, Hitler gli diede l’ordine di resistere ad ogni costo in quella posizione. Fortunatamente Rommel famoso per fare sempre di testa sua raggirando alcune volte anche le intercettazioni inglesi di Ultra (Enigma) optò per la ritirata ordinata dei propri soldati. Si narra che Rommel disse che la sua unica vittoria ad El Alamein fosse stata appunto la ritirata...


    7 NOVEMBRE 1942 dal diario di Rommel - (scrive l'aiutante) "Il signor Maresciallo è nero. La situazione è perduta. Il Führer ha inviato il 4, un messaggio personale a Rommel in cui impegna l'onore di tutti noi dell'Afrika Korps, al fine di non cedere un metro di fronte al nemico. La situazione però, vista dal Comando Supremo di Berlino è diversa dalla realtà in questo infernale deserto. Il Führer ha scritto che con lui, il popolo germanico ha piena fiducia nel signor Maresciallo ed in quello delle nostre truppe in Africa, invitandoci di inchiodarci al terreno e a non indietreggiare di un passo, gettando nella mischia ogni uomo, ogni fucile. Confida nell'esaurimento delle forze e nell'aggressività del nemico, e nella dura volontà dei nostri soldati. Per il Führer l'Afrika Korps non ha qui che due alternative: la vittoria o la morte".
    Anche il signor Mussolini e il Maresciallo Cavallero hanno mandato messaggi personali dello stesso tenore. Il signor Maresciallo ha risposto subito al Führer ignorando il Comando Supremo della Wermacht, chiedendo l'autorizzazione già sollecitata da noi in precedenza inutilmente, di contrapporre alla tattica di sistematico annientamento delle nostre forze usata dai britannici per terra e dall'aria un sistema elastico, con azioni di movimento agili, onde sottrarsi all'iniziativa e alla superiorità avversaria ed evitare di dover essere definitivamente cacciati dall'Africa.
    Durante la battaglia siamo costretti per 48 ore di fila a lavorare alla cifra. Von Rintelen è poi riuscito a ottenerci libertà di manovra al Comando Supremo italiano. Ma penso che ormai la Fuka è perduta per sempre: siamo alla vigilia della Dunkerque africana! Il signor Maresciallo è triste. Molti nostri camerati sono eroicamente caduti insieme agli italiani. Le truppe della "Folgore" sono alla pari con i nostri migliori soldati. Abbiamo da cinque giorni sollecitato al Comando Supremo italiano l'invio di automezzi per sottrarre le truppe appiedate italiane alla dura sorte di essere annientate o di cadere prigioniere. Forse questa sarà la nostra sorte di noi tutti dell'ACIT. E' preferibile cadere sul campo....Ormai la rotta si è iniziata...Confidiamo solo in Dio....Andiamo verso Marsa Matruh".


    Ancora dal Diario scritto dall'aiutante in data 9 novembre: "Notte tragica, il nemico è sbarcato in Marocco e sta entrando in Algeria. L'Afrika Korps non vedrà più l'Europa".

    Le divisioni italiane Folgore, Pavia ed Ariete si impegnarono a coprire la ritirata delle restanti forze dell’asse, furono completamente annientate e lasciate in balia di se stesse, pochissimi i sopravvissuti. Quando gli attaccanti erano a poche decine di metri dalle postazioni italiane, i paracadutisti balzavano al contrattacco col lancio di bombe a mano, proprio nel momento in cui l'avversario era piu' vulnerabile. Approfittando poi della confusione creata dalla oro azione, riguadagnavano la posizione di partenza. In tal modo essi annullavano la forza d'impatto degli attaccanti, ne scompaginavano le fila ed influivano negativamente sul loro morale. Si spiega cosi' come riuscirono ad avere sempre la meglio contro forze anche dieci volte superiori e senza subire apprezzabili perdite. Il contrassalto fu applicato anche negli scontri con i carri armati, utilizzando bottiglie incendiarie ed altri ordigni di fortuna che, se non erano in grado di bloccare totalmente l'avversario, riuscivano ugualmente a sorprenderlo e rallentarlo (anche i carristi inglesi subirono il negativo impatto psicologico di questi assalti, facendosi prendere dalla paura e dal disorientamento).


    Alcune testimonianze in onore a questi eroi, leoni, fratelli nostri:

    Churchill: “davvero inchinarci davanti ai resti di quelli che furono i leoni della Folgore”
    Rommel: “Le truppe della Folgore sono alla pari con i nostri migliori soldati”
    Comando d’Armata Italiano (riceve un messaggio dai carristi): “Carri nemici irrompono spalle Ariete. Con ciò Ariete circondata. Carri Ariete combattono.” “Ci rimangono tre carri, contrattacchiamo”


    Edited by Oskar - 2/9/2014, 18:49
     
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  2. _SmokY_
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    Eccovi un piccolo pezzo tratto dal film El Alamein la linea di Fuoco dove è ricostruita molto bene a mio giudizio la battaglia delle divisioni italiane in copertura alle restanti in ritirata:

    EDIT: video rimosso dallo staff perché non più disponibile.

    Edited by Oskar - 23/8/2022, 18:22
     
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  3. Lorindel
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    Che il loro rigore , la loro disciplina e il loro coraggio ispirino noi , figli d'Italia , ad essere sempre coerenti e devoti alla nostra Terra , come lo furono i Leoni della Folgore .
    Questa la disposizione delle divisioni prima dello scontro finale . Ho controllato su di alcuni manuali di storia , e sembrano anch'essi concordare con quest'immagine . Chiunque trovasse fonti autorevoli che smentissero anche una sola posizione di un solo battaglione , che posti l'immagine corretta . Provvederò ad eliminarla quanto prima :

    image

     
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  4. Kratosflave
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    Mio nonno paterno era lì, e da piccolo mi facevo sempre raccontare ciò che avvenne in quella battaglia. Mi disse con che coraggio combatterono, sopratutto i bersaglieri che s'improvvisarono guerriglieri nascondendosi sotto la sabbia ed aspettando il passaggio dei carri inglesi per piazzare gli esplosivi.
     
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    bellissima discussione. I soldati della folgore nella repressione di Al Quattara tra la sabbia trasportata dal vento attendevano sdraitti i carri armati nemici con in mano delle mine e al loro passagio le applicavano al di sotto del mezzo corazzato ......che eroi .....il soldato tedesco stupisce il mondo il soldato italiano stupisce il soldato tedesco *.*
     
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    Le parole di Rommel in seguito alla disfatta di El Alamein."talvolta ė assai svantaggioso possedere una buona fama militare.Uno conosce i propri limiti,mentre gli altri pretendono il miracolo ed interpretano ogni sconfitta come un atto doloso".
    Da queste parole emerge la chiara,ed amara rassegnazione di Rommel.sapeva bene che la sconfitta non era un semplice sfortunato caso accidentale,bensì l effetto della scarsa considerazione incui erano stati tenuti gli avvertimenti e le richieste da lui fatti.Montgomery aveva sfondato il fronte tedesco perché l ottava armata era superiore e meglio equipaggiata, ma sopratutto perché aveva avuto il dominio dei cieli.
    In quell occasione fu chiaro che contro il dominio dell aria nulla poteva anche il più strenuo eroismo delle truppe di terra .
    Rommel,in Africa ,aveva già in passato subito duri colpi; tuttavia aveva risposto con nuove vittorie.nella sconfitta di El Alamein però vide qualcosa in più di una semplice battaglia perduta.vide che la campagna d Africa era finita.
    Fu davvero la fortuna a mancare, non il valore!
     
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  7. _SmokY_
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    Infatti, molti danno la colpa a Rommel di aver allungato troppo il fronte, ma forse si dimenticano dei "colpi di pendolo".
     
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  8. Capt.W
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    Ricordo di aver letto un libro che riportava il fatto che i reparti della Folgore combatterono fino all'ultima cartuccia, senza retrocedere dalle loro posizioni. Rimasti senza munizioni, distrussero le armi ed una volta arrivati gli inglesi, si rifiutarono di esporre bandiera bianca e di alzare le mani di fronte al nemico.
    Commovente ed eroico anche l'ultimo messaggio proveniente dal comando della Ariete che, completamente circondata, chiudeva le comunicazioni radio con "...carri Ariete combattono.".
     
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    Sui combattenti della Folgore: si batterono eroicamente fino all'ultimo, cadendo quasi tutti sul campo di battaglia e ricevendo l'apprezzamento convinto e sincero di Rommel, che riconobbe che non avevano nulla da invidiare alle migliori truppe tedesche, e quello di Churchill, che omaggiò il loro coraggio una volta vinta la battaglia di El Alamein.
    Nel loro caso dire che mancò la fortuna, non il valore è semplicemente sacrosanto.

    Per il resto sottolineo anch'io che, sebbene forse Rommel abbia giocato d'azzardo allungando molto le linee di rifornimento per cercare di arrivare alla vittoria finale in Africa, la battaglia di El Alamein lo vide sconfitto in virtù di un'inferiorità di uomini e mezzi (aerei ma anche carri) semplicemente schiacciante a cui neanche il suo genio militare avrebbe potuto porre rimedio. Hitler considerava il Nordafrica un fronte secondario e lo trascurò, lasciando cadere nel vuoto le richieste di rinforzi della Volpe del deserto.
     
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    Al generale von Armin spettò l' ingrato compito di condurre l'Heesergruppe Afrika verso la resa.Capo di stato maggiore rimase il generale Gause.Il cavaliere prussiano von Armin,uno degli ultimi cavalieri dell antica scuola,come lo definiva il suo primo aiutante Pomtow,assolse il suo compito con avvedutezza e umanità.ricordo un episodio.davanti a Tunisi su una nave italiana vi erano 700 prigionieri di guerra inglesi e americani.la nave fu attaccata da aerei inglesi,von Armin ordinò di telegrafare un messaggio in chiaro ad Alexander avvertendo di sospendere il bombardamento poiché sulla nave c erano 700 Tommy.
    Il ripiegamento dell'Heeresgruppe Akrika sulle posizioni di Enfidaville fu un capolavoro di arte militare ,il fatto che non condusse alla vittoria è un'altra cosa.
    I primi di maggio arriva un radiomessaggio daRastemburg." Il popolo tedesco si attende che combattiate fino all'ultima cartuccia".
    Von Armin non è un generale che si ribella agli ordini.tuttavia riflette sulla sensatezza dell ordine.L'ordine di Hitler era sensato? Strali grado era l esempio.La Tunisia doveva diventare la Stalingrado d ' Africa?
    Chiese al suo stato maggiore cosa dovesse intendersi per ultima cartuccia in una guerra moderna.furono espresse varie opinioni.L ultima cartuccia era l' ultima granata.poi sarebbero state distrutte le armi;i fine la resa.
    Con le ultime granate l'11 maggio venne bloccato un attacco americano.poi i carri e i cannoni vennero fatti saltare.la notte successiva si accese una lotta corpo a corpo, con pistole bombe a mano,baionette. Nel Gebel Zaghouan il gruppo tedesco tenne però il campo.fu l ultimo sanguinoso successo d Africa.
    Il pomeriggio del 12maggio il generale von Armin offrì la capitolazione.piu a sud resistevano l armata corazzata italo tedesca del generale Messe (secondo me il migliore tra gli italiani).si arrenderà il giorno dopo.
    Quello stesso giorno Alexander telegrafò a Churchill " la campagna di Tunisia ė finita.controlliamo le spiagge del nordafrica".
     
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    sottaciuto il dramma delle donne italiane in libia stuprate dai soldati australiani durante la ritirata delle truppe italiane per la sciagurata guerra dichiarata dal dittatore italiano...non ne fece una giusta!
     
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    Circa gli uomini della Folgore, quei pochi che sopravvissero, combatterono fino all'esaurimento totale delle munizioni terminate le quali distrussero le armi perché non cadessero in mano al nemico. Quando arrivarono gli inglesi, si rifiutarono di mostrare bandiera bianca e di alzare le mani.
     
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    CITAZIONE (renatoponzzo @ 23/10/2021, 08:56) 
    sottaciuto il dramma delle donne italiane in libia stuprate dai soldati australiani durante la ritirata delle truppe italiane per la sciagurata guerra dichiarata dal dittatore italiano...non ne fece una giusta!

    Dove hai letto di questi episodi?
     
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    CITAZIONE (renatoponzzo @ 23/10/2021, 08:56) 
    sottaciuto il dramma delle donne italiane in libia stuprate dai soldati australiani durante la ritirata delle truppe italiane per la sciagurata guerra dichiarata dal dittatore italiano...non ne fece una giusta!

    Dove hai letto di questi episodi?

    sto cercando anche io. Forse qui?
    https://www.congedatifolgore.com/it/rimini...-del-minculpop/
     
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    Sarebbe purtroppo credibile. Occorrono tuttavia elementi di prova e anch'io ho trovato solo il sito della Folgore
    CITAZIONE
    le truppe di occupazione, composte in larga parte da australiani, si dedicano a opera sistematica di saccheggio, rapina, omicidio, distruzione, ai danni dei civili, in spregio a tutte le convenzioni belliche. I coloni italiani, per 58 lunghi giorni, finiscono vittime delle angherie nemiche: le case, i negozi, ma anche gli uffici dell’amministrazione coloniale, vengono depredati di ogni cosa, le donne non di rado violentate dalla soldataglia ubriaca

    scrive l'anonimo articolista*. Le fonti citate sono tuttavia "di parte", né scendono nel merito: il minculpop (bel pezzo retorico l'invettiva di Pavolini!) e il commissario Epifani, che scrive a Mussolini. Gli stralci riportati elencano furti, spoliazioni e saccheggi, ma si limitano, quanto alle persone, alla citazione generica di "violenze e soprusi".

    * I pezzi su El Alamein che figurano nel sito provengono dai lavori di
    CITAZIONE
    Aldino Bondesan, docente di Geomorfologia all’Università di Padova, ha compiuto ricerche in vari campi della geografia fisica e ha partecipato a spedizioni scientifiche in Antartide, Asia e Africa. È stato responsabile di progetti di ricerca nazionali e internazionali e ricopre incarichi in ambito accademico e in associazioni scientifiche. Attualmente è responsabile del Progetto El Alamein e Presidente della Società Italiana di Geografia e Geologia Militare. È autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche e divulgative. Ha pubblicato con Toni Vendrame El Alamein. Rivisitazione del campo di battaglia tra mito e attualità (Cierre, 2015).


    Edited by virelle - 24/10/2021, 22:30
     
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21 replies since 10/6/2008, 16:51   7611 views
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