LA NUOVA TREGUA ISRAELE-HAMAS.E' GIA' FINITA

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  1. lupog
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    Israele ha approvato la proposta di tregua di sei mesi con Hamas nella Striscia di Gaza annunciata ieri dalla mediazione egiziana. Secondo quanto riferito dalla BBC, la decisione e' stata presa dal Premier israeliano, Ehud Olmert, e dal ministro della Difesa Ehud Barak, dopo i negoziati avvenuti al Cairo con i mediatori egiziani e il generale Amos Gilad, consigliere politico del ministero della Difesa israeliano.

    La tregua, prevista per le sei di domattina, dovrebbe porre fine agli attacchi missilistici a Gaza e riportare alla 'normalita'' la situazione umanitaria nel territorio palestinese.

    Se il 'cessate il fuoco' verra' realmente adottato, Israele potrebbe aprire i blocchi alle materie prime nella Striscia. Inoltre verranno accelerati i colloqui volti ad ottenere il rilascio del soldato israeliano, Gilad Shalit, prigioniero d'Hamas.
     
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  2. lupog
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    A soli sei giorni dall'entrata in vigore del cessate il
    fuoco nella Striscia di Gaza, la tregua comincia a
    traballare. I palestinesi hanno sparato alcuni colpi di
    mortaio verso il deserto del Negev e le forze armate
    israeliane hanno ucciso due militanti a Nablus, in
    Cisgiordania.

    FONTE: HAARETZ
     
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  3. napalm'
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    Israele è uno stato criminale equiparabile[solo per certi versi] al 3° Reich.
    La pace, a meno che non si faccia esattamente come vuole israele, non durerà.
     
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  4. lupog
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    CITAZIONE (napalm' @ 25/6/2008, 11:55)
    Israele è uno stato criminale equiparabile[solo per certi versi] al 3° Reich.
    La pace, a meno che non si faccia esattamente come vuole israele, non durerà.

    israele uno stato crimnale? e per quale motivo di grazia? perchè rivendica ostentatamente il suo diritto ad esistere nonostante sia circondato da soggetto che ne vorrebbero la cancellazione?
    warning: francamente è inacettabile poi che tu paragoni Israele i cui abitanti hanno subito l'atrocità dell'olocausto, a chi come i nazisti hanno perpetrrato questo crimine assoluto contro l'umanità. Mi auguro che la tua intelligenza prevalga sull'impulsività tipica della giovane età e ti induca a riflettere sulla gravità del paragone che hai fatto e delle cui conseguenze morali e pratiche non basta ad esentarti l'anagrafe :angry:
     
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  5. napalm'
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    CITAZIONE (lupog @ 25/6/2008, 12:09)
    CITAZIONE (napalm' @ 25/6/2008, 11:55)
    Israele è uno stato criminale equiparabile[solo per certi versi] al 3° Reich.
    La pace, a meno che non si faccia esattamente come vuole israele, non durerà.

    israele uno stato crimnale? e per quale motivo di grazia? perchè rivendica ostentatamente il suo diritto ad esistere nonostante sia circondato da soggetto che ne vorrebbero la cancellazione?
    warning: francamente è inacettabile poi che tu paragoni Israele i cui abitanti hanno subito l'atrocità dell'olocausto, a chi come i nazisti hanno perpetrrato questo crimine assoluto contro l'umanità. Mi auguro che la tua intelligenza prevalga sull'impulsività tipica della giovane età e ti induca a riflettere sulla gravità del paragone che hai fatto e delle cui conseguenze morali e pratiche non basta ad esentarti l'anagrafe :angry:

    Loro non stanno emulando i nazisti con i palestinesi?
    Oltretutto non sono ebrei, sono sionisti:
    image
    Il che, come manifestano gli ebrei nella foto, è diverso.
     
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  6. onestobender
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    Napalm, con questo paragone ti stai infilando in un tunnel senza uscita, lascia perdere.
    Se vuoi criticare Israele in modo costruttivo sei liberissimo di farlo, ma quello non è proprio il modo giusto.
     
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  7. napalm'
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    Dico solo che loro si considerano, come scritto nella bibbia, il "popolo eletto".
    Ho concluso.
     
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  8. lupog
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    un popolo eletto oggetto di persecuzioni per 2000 anni. Mai dimenticarlo...... :(
     
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  9. alexandrom
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    KAL's cartoons (economist) :





    P.S.

    Sulla legittimità dello stato di Israele c'è da discutere all'infinito.Si puo' partire dalla dichiarazione Balfour oppure anche da piu' lontano.
    Servisse a qualcosa ...
     
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  10. _SmokY_
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    CITAZIONE (alexandrom @ 26/6/2008, 08:48)
    Sulla legittimità dello stato di Israele c'è da discutere all'infinito.Si puo' partire dalla dichiarazione Balfour oppure anche da piu' lontano.
    Servisse a qualcosa ...

    Come darti torto,
    l'unico fatto certo a mio giudizio è che hanno tutti toppato clamorosamente. Queste cose si potevano evitare facilmente, ma in questo caso la storia non ha insegnato nulla :dunno:
    Magari fra 100 anni, chi lo sa, Gerusalemme cambierà ancora bandiera fino a che non ne isseranno una bianca senza scritte e loghi. :wacko:
     
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  11. lupog
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    Hamas non rinnova la tregua, lancia razzi Qassamcontro il territorio israeliano. La rappresaglia di Israele è violentissima: raid aerei hanno sinora provocato oltre cento morti.
    Pubblico il commento dello storico israeliano Beny Morris apparso sul Corriere.it

    Molti israeliani oggi si sentono accerchiati dai muri— e dalla storia— nel loro Stato, nato 60 anni or sono, proprio come lo furono nel 1967, alla vigilia della «Guerra dei sei giorni» in cui sconfissero gli eserciti di Egitto, Giordania e Siria nel Sinai, in Cisgiordania e sulle alture di Golan. Durante le settimane che precedettero il conflitto gli egiziani avevano scacciato le forze di pace dell’ONU dal confine tra Sinai e Israele, sbarrato lo Stretto di Tiran alle navi israeliane e al traffico aereo, messo in campo cinque divisioni corazzate e di fanteria sulla frontiera di Israele e firmato una serie di patti militari con Siria e Giordania, che consentivano loro il dispiegamento di truppe in Cisgiordania. Le stazioni radio e i leader politici dei Paesi arabi strombazzavano di ora in ora l’annuncio dell’imminente trionfo: gli ebrei sarebbero stati scaraventati in mare. Gli israeliani, o piuttosto gli ebrei israeliani, cominciano a provare le medesime sensazioni avvertite dai loro genitori in quei giorni apocalittici che precedettero l’attacco dell’esercito israeliano.

    Oggi Israele è uno Stato molto più prospero e potente - all’epoca contava poco più di due milioni di abitanti (contro i 5,5 milioni attuali), un bilancio di meno del venti percento di quello odierno e nessun deterrente nucleare - eppure la stragrande maggioranza della popolazione guarda al futuro con profonda apprensione. I presentimenti più cupi scaturiscono da due fonti generali e da quattro cause specifiche. I problemi generali sono semplici: innanzitutto, il mondo arabo e in genere islamico, malgrado le speranze israeliane dal 1948 a oggi, non ha mai riconosciuto la legittimità della creazione di Israele e continua a opporsi alla sua esistenza, nonostante i trattati di pace firmati dai governi di Egitto e Giordania con lo stato ebraico rispettivamente nel 1979 e nel 1994. Secondo: mentre l’Olocausto sfuma ormai sempre di più in un ricordo sbiadito e lontano e le pressioni del mondo arabo emergente e desideroso di affermare la sua potenza si fanno incalzanti, l’opinione pubblica in Occidente (e in democrazia, i governi non possono far altro che seguirla) si allontana gradualmente da Israele, mentre guarda con sospetto il trattamento riservato dallo Stato ebraico ai vicini palestinesi e ai suoi cittadini arabi.

    E’ indicativa la popolarità di alcune recenti pubblicazioni assai critiche verso Israele, come Pace non apartheid in Palestina, di Jimmy Carter, e La lobby israeliana e la politica estera americana, di John Mearsheimer e Stephen Walt. Solo un paio di decenni fa, tali libri avrebbero suscitato scarso interesse. Per entrare nello specifico, Israele deve affrontare una combinazione di minacce, tutte ugualmente terrificanti. A est, l’Iran si affretta a completare il programma nucleare, che secondo gli israeliani e i servizi di spionaggio internazionali è destinato alla produzione di armi atomiche. E questo, abbinato alle ripetute smentite da parte del presidente iraniano Ahmadinejad dell’esistenza dell’Olocausto (e dell’omosessualità in Iran), che basterebbero a provare la sua irrazionalità, e ai pubblici appelli a distruggere lo Stato ebraico, mette sulle spine i leader politici emilitari di Israele. A nord, il movimento fondamentalista libanese di Hezbollah, anch’esso votato alla distruzione di Israele, si è riarmato fino ai denti dall’estate del 2006, quando la guerra lanciata da Israele per sbarazzarsi di quell’organizzazione non ha dato i risultati sperati. Oggi, secondo le stime dei servizi segreti israeliani, Hezbollah dispone di un arsenale bellico doppio rispetto al 2006, che consiste di 30-40.000 missili di fabbricazione russa forniti da Siria e Iran, alcuni dei quali possono raggiungere le città di Dimona e Tel Aviv.

    Se dovesse scoppiare un conflitto tra Israele e l’Iran, o Israele e la Palestina, certamente Hezbollah si getterà nella mischia. A sud, Israele deve vedersela con il movimento islamista di Hamas, che controlla la Striscia di Gaza e la cui costituzione o statuto promette di distruggere Israele e di ricondurre ogni centimetro quadrato della Palestina sotto il governo e la legge dell’Islam. Oggi Hamas vanta un esercito di migliaia di uomini, uno spiegamento di molte migliaia di missili—i razzi Qassam di fabbricazione locale e i missili Katyusha e Grad di provenienza russa, finanziati dall’Iran e contrabbandati attraverso tunnel dal Sinai, mentre l’Egitto chiude un occhio—la cui gittata raggiunge le città di Ashkelon, Ashdod, Kiryat-Gat e i sobborghi di Beersheba. Le ultime settimane hanno visto un martellamento giornaliero di Qassam contro gli insediamenti israeliani di confine, provocando disperazione, panico e fuga. L’opinione pubblica e il governo israeliano ne hanno avuto abbastanza e l’esercito si prepara a lanciare una pesante controffensiva nei prossimi giorni. Ma non basterà a risolvere i problemi sollevati da una Striscia di Gaza popolata da un milione e mezzo di palestinesi impoveriti e disperati, governati da un regime di fanatici che odiano Israele. E una massiccia operazione di terra da parte di Israele, allo scopo di invadere la Striscia e distruggere le milizie di Hamas, con ogni probabilità si ritroverebbe impantanata prima ancora di riuscire nel suo intento. Senza contare che, se l’offensiva dovesse andare a segno, il nuovo dominio di Israele su Gaza, senza limiti di tempo, risulterebbe ugualmente inaccettabile.

    Ma se Israele non prende una decisione, il futuro è carico di presagi altrettanto spaventosi. I Qassam, a differenza dei Katyusha e dei Grad, sono armi relativamente innocue — solo una dozzina di israeliani hanno perso la vita in questi attacchi nell’ultimo decennio— ma si dimostrano molto efficaci nel seminare terrore e sgomento. Se aumenta il rischio di lanci missilistici, come avverrà inevitabilmente con il crescente arsenale di Hamas, la vita nel Sud di Israele potrebbe diventare intollerabile. La quarta minaccia immediata è interna allo Stato di Israele e proviene dalla minoranza araba. Nel corso degli ultimi due decenni, i cittadini arabi di Israele (che ammontano a 1,3 milioni) si sono sostanzialmente radicalizzati, rivendicando apertamente la loro identità palestinese e abbracciando la causa nazionale della Palestina. La maggior parte di essi afferma di sostenere il loro popolo, anziché il loro Stato (Israele). Molti leader di questa comunità, approfittando delle istituzioni democratiche israeliane, hanno appoggiato più o meno dichiaratamente Hezbollah nel 2006 e invocano all’unisono una qualche forma di «autonomia » e lo scioglimento dello Stato ebraico. Non sul campo di battaglia, ma in campo demografico gli arabi si sono già assicurati la vittoria: il tasso di natalità tra gli arabi israeliani è tra i più elevati al mondo, con 4-5 figli per famiglia (contro i 2-3 figli per famiglia tra gli ebrei).

    Gli esperti sono convinti che a questo ritmo verso il 2040 o il 2050 gli arabi rappresenteranno la maggioranza della popolazione israeliana. E nel giro di cinque-dieci anni gli arabi (gli arabi israeliani sommati a quelli che risiedono in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza) formeranno la maggioranza della popolazione in Palestina (il territorio che si estende tra il fiume Giordano e il Mediterraneo). Ma le frizioni tra israeliani e minoranza araba costituiscono già un fattore politico assai preoccupante. I leader arabi di Israele reclamano da tempo l’autonomia e nel 2000, all’inizio della seconda Intifada, migliaia di giovani arabi israeliani, per solidarietà con i loro fratelli nei territori semi-occupati, hanno scatenato disordini lungo le principali arterie israeliane, bloccando il traffico, e nelle città a popolazione mista.

    Gli ebrei israeliani temono che alla prossima occasione i tumulti saranno molto peggiori e considerano la minoranza araba come una potenziale Quinta colonna. In queste minacce specifiche, che siano a breve, medio e lungo termine, il denominatore comune è il fattore della sorpresa. Tra il 1948 e il 1982 Israele è riuscito a fronteggiare senza troppe difficoltà gli eserciti convenzionali arabi, sgominandoli in più occasioni. Ma la minaccia nucleare iraniana, geograficamente distante, e il complesso dei gruppi Hamas-Hezbollah, capaci di operare scavalcando confini internazionali e insediandosi fin nel cuore di città ad alta densità di popolazione, sommati al crescente scontento dei cittadini arabi di Israele verso lo Stato in cui vivono, presentano oggi un pericolo di natura completamente diversa. Sono queste le sfide che il popolo e i politici israeliani, vincolati da norme di comportamento liberali e democratiche di stampo occidentale, trovano difficili da affrontare e risolvere.


    http://www.corriere.it/esteri/08_dicembre_...44f02aabc.shtml

    Edited by lupog - 27/12/2008, 17:29
     
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  12. alexandrom
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    Body count h17:00 ... 195 civili ... numero in continuo aumento

    :(

    Qualcuno (giornalista) , dovrebbe raccontare le vite di queste vittime.

    Persone che trasformate in numero perdono di fatto il loro stato di esseri umani.

    Forse servirebbe a qualcosa... chissà...
     
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  13. lupog
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    Israele pronto a entrare a Gaza
    Hamas può rispondere con i kamikaze
    Blindati e fanteria sono già sul confine. Ma il lancio dei razzi contro le città non è diminuito


    Prima di lanciare la probabile offensiva di terra, Israele vuole neutralizzare la struttura di “comando e controllo” di Hamas. I devastanti raid aerei, con centinaia di vittime, hanno sicuramente provocato danni ma non hanno impedito – come altre volte – che i militanti riuscissero a lanciare dei razzi. Alcuni missili – probabilmente forniti dagli iraniani – hanno raggiunto la cittadina di Ashdod, a 38 chilometri dalla striscia di Gaza. Una conferma delle segnalazioni dell’intelligence che aveva avvertito: Hamas ha allungato il raggio d’azione dei suoi ordigni.

    LE PROSSIME TAPPE - In questa fase si possono segnalare i seguenti punti. 1) Israele ha iniziato ad ammassare forze terrestri attorno alla striscia ed è imminente un richiamo di riservisti. Chiare indicazioni della volontà di “entrare” a Gaza con blindati e fanteria 2) I palestinesi continuano con i lanci di razzi e, se riusciranno, cercheranno di colpire con gli attentatori suicidi. 3) Verrà intensificata da parte israeliana la caccia “agli uomini dei missili” palestinesi. E’ tuttavia possibile che Hamas, imitando l’Hezbollah, abbia costituito cellule autonome di lanciatori. Una tattica facilitata dalle caratteristiche tecniche degli ordigni. Quasi rudimentali, sono facili da usare, si nascondono bene. 4) E’ probabile che l’eliminazione di alcuni capi militari palestinesi sia seguita dall’uccisione di quadri politici. Un modo per accrescere le difficoltà del movimento. Non bisogna dimenticare che la leadership di Hamas non è compatta e sono note le rivalità tra i capi che risiedono all’estero (Siria, Iran, Libano) e quelli che vivono sotto le bombe a Gaza.

    Guido Olimpio

    http://www.corriere.it/esteri/08_dicembre_...44f02aabc.shtml

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    400 morti: Credo si sia arrivati a un punto di non ritorno. La risposta iisrealiana ai razzi di Hamas era prevedibile. Non era prevedibile l'intensità della reazione. Non credo che a motivarla siano le imminenti elezioni politiche. Né il timore che il cambio delle amministrazione americana provochi un cambio di rotta meno favorevole. Il futuro segretario di Stato, Hillary Clinton è su posizioni filoisraeliane. Probabilmente si ritiene che la dotazione missilistica che posiede Hamas vada ben al di là dei Qassam. Il prezzo per carcarne l'eliminazione e l'annientamento sarà inevitabilmente ben più alto di quello già terribile a cui stiamo assistendo.
    Sangue , sangue e ancora più sangue. Palestinese. Ma anche isrealiano. Tel Aviv sa che Hamas reagirà. Utilizzando l'arma più micidiale di cui dispone: gli attentatori suicidi. Ma può tornare indietro? Può Israele fermare tutto e permettersi di sopportare le conseguenze di un altro insuccesso che faccia seguito al fallimento della spedizione libanese di un anno e mezzo fa?
    D'altronde per altro verso: Israele spera veramente di arrivare alla distruzione di Hamas? E se non è questo l'obiettivo: è consapevole che quanto accade in questi giorni potrebbe saldare definitivamente le ragioni di Hamas con quelle del popolo palestinese?
     
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  14. kekkepunx
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    Che (scusate il termine) palle la guerra.
    Tutti fissati con la supremazia quando si potrebbe vivere tranquillamente in pace senza far male a una mosca...
    E questa sarebbe la civiltà?! Bah...
     
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    E' inutile dire che sono mortificato e senza parole. Sia dal punto di vista personale (ho dei cari amici in Israele), sia da quello più generale.
    Non so sincveramente cosa sia saltato in testa a coloro che hanno aperto il fuoco; io non sono sospettabile di simpatie eccessive verso Israele, visti i miei passati interventi su questo tema, ma questa volta sono decisamente vicino alle posizioni dello stato ebraico.
    Ovviamente mi auguro che sia la pace a trionfare sulla logica della violenza, sia chiaro.
     
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49 replies since 18/6/2008, 17:06   684 views
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