La Volksgemeinschaft e la Kraft durch Freude

Politiche sociali nel Terzo Reich: un'analisi storica e sociologica

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    Per i nazisti 'razza' ed 'etnia' non esistevano come concetti separati. Esisteva solo il diverso, un diverso da discriminare e perseguitare per motivi ideologici e, non di meno, utilitaristici. Per questo motivo il razzismo hitleriano va inteso come persecuzione di razze ed etnie, ma anche di tutti i gruppi sociali indesiderati nel Terzo Reich, per ogni ragione di sorta.
    Il razzismo "scientifico" e sistematico della Germania nazista era rivolto contro tutti i non appartenenti alla Comunità nazionale (o popolare) tedesca, la "Volksgemeinschaft".
    La Comunità nazionale è la più grande invenzione del Terzo Reich per quanto riguarda le politiche sociali. La geniale intuizione dei gerarchi nazisti consiste nell' aver creato artificiosamente una comunità per i tedeschi, una comunità che riuscì nella difficile impresa di unire ideologicamente un popolo tradizionalmente diviso e frammentato costruendo, di fatto, un' identità etnica comune mai esistita; al contempo, la Volksgemeinschaft rappresentò uno strumento di controllo sociale semplicemente formidabile.
    La Comunità nazionale si basava ideologicamente su una mitica comunanza di sangue del popolo tedesco-ariano; per questo solo e soltanto chi poteva dimostrare le proprie origini ariane era parte della comunità ed era, a tutti gli effetti, un cittadino di serie A. Solo agli appartenenti alla Comunità nazionale spettava un posto di lavoro pressoché assicurato, vari altri privilegi e, soprattutto, l' accesso alle attività ricreative, sportive, culturali e turistiche curate per i giovani dalla 'Hitlerjugend' ('Gioventù hitleriana') e per gli adulti dall' onnipotente, nel suo campo, 'Kraft durch Freude' ('La forza attraverso la gioia').
    La creazione della Kraft durch Freude (KdF) fu il capolavoro del ministro per la cultura del Reich, Robert Ley; la sua struttura chiusa nell' appartenenza ed élitaria nei diritti-privilegi ne fece un assoluto campione di penetrazione sociale e consenso popolare. La Kdf riuscì a creare nei tedeschi un grande orgoglio dell' essere un "noi", inteso come gruppo sociale privilegiato perché superiore per motivi naturali, di sangue, in antitesi con l' "altro", gli esclusi.
    Di fatto i nazisti si riservavano di scartare dalla Volksgemeinschaft, e quindi di privare di ogni diritto e privilegio, qualunque gruppo sociale ritenessero dannoso o anche solo inutile per la nazione tedesca e per il regime. Per questo motivo furono emarginate razze, etnie, ma anche gruppi sociali accomunati solo da preferenze, fossero queste sessuali (su tutti gli omosessuali), politiche (comunisti in primis, ma anche socialisti, uomini di centro, anarchici) o religiose (si vedano i testimoni di Geova), eccetera.
    Insomma, i gerarchi del regime hitleriano decretarono arbitrariamente l' emarginazione e la persecuzione di ogni singolo gruppo che potesse minare la stabilità sociale e l' unità artificiale del popolo, insidiare il potere assoluto del regime e destabilizzare il paese che si preparava allo scontro bellico.

    Dopo quest' analisi storica desidero aggiungere, per una volta, delle considerazioni di carattere sociologico, visto il tema del topic.
    Il caso delle politiche sociali ed etnico-razziali nel Terzo Reich mi da la possibilità di riflettere sul tema dell' etnicità nell' analisi sociologica. Questa interessantissima tematica, quanto mai attuale e viva, è stata a lungo sottostimata dagli scienziati sociali, da Marx a Durkheim, che hanno sempre visto l' etnicità come una forma di 'residuato pre-moderno' nella società moderna, destinata a scomparire con la modernizzazione. A questo clamoroso abbaglio, preso da molti dei classici della sociologia, ha posto rimedio colui che forse è stato il sociologo più importante di tutti i tempi: Max Weber. Egli, prima ancora che il Terzo Reich fosse anche solo immaginato, teorizzò le relazioni etniche secondo alcune grandi tematiche, che traspaiono da diverse sue opere come "Economia e società":
    La prima è l' importanza della credenza di comunanze 'ancestrali' per la formazione dei gruppi etnici, una credenza formata dall' azione politica che dia ai membri del gruppo l' onore di essere tali e la credenza di avere uno status di gruppo superiore.
    La seconda è la visione dell' etnicità come meccanismo di chiusura sociale monopolistica, ovvero come mezzo per escludere gli esterni e preservare i simboli e lo status del gruppo, in antitesi all' altro, inteso anche come capro espiatorio.
    La terza è la concezione dell' etnicità come forma e fonte di mobilitazione politica, oltre che come suo prodotto.
    Credo che la pregnanza di questi pur sintetici punti per leggere le politiche sociali e etnico-razziali del Terzo Reich non abbia bisogno di ulteriori commenti; sono al contempo convinto che essi possano costituire uno stimolante spunto di riflessione e interesse per la sempre viva analisi sociologica delle relazioni etniche per chi legge il topic.

    FONTI:
    -Enzo Collotti, "Hitler e il nazismo", Giunti, Firenze-Milano, 1994-1996;
    -Sinisa Malesevic, "The sociology of ethnicity", SAGE publications, Londra, 2004;
    -Lavori del mio docente Carlo Ruzza, presenti sul suo sito www.carloruzza.it.

    image Propaganda della Kraft durch freude.
    image Manifesto della Gioventù hitleriana (Hitlerjugend).

    Edited by Oskar - 29/6/2009, 18:03
     
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  2. BasileusI
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    Ho inteso replicare ad un post comparso in Storia e Politica

    CITAZIONE (Oskar @ 16/7/2008, 13:28)
    Per i nazisti ‘razza’ ed ‘etnia’ non esistevano come concetti separati. Esisteva solo il diverso, un diverso da discriminare e perseguitare per motivi ideologici e, non di meno, utilitaristici. Per questo motivo il razzismo hitleriano va inteso come persecuzione di razze ed etnie, ma anche di tutti i gruppi sociali indesiderati nel Terzo Reich, per ogni ragione di sorta.
    Il razzismo “scientifico” e sistematico della Germania nazista era rivolto contro tutti i non appartenenti alla Comunità nazionale (o popolare) tedesca, la
    "Volksgemeinschaft".

    CITAZIONE (Oskar @ 16/7/2008, 13:28)
    Di fatto i nazisti si riservavano di scartare dalla Volksgemeinschaft, e quindi di privare di ogni diritto e privilegio, qualunque gruppo sociale ritenessero dannoso o anche solo inutile per la nazione tedesca e per il regime. Per questo motivo furono emarginate razze, etnie, ma anche gruppi sociali accomunati solo da preferenze, fossero queste sessuali (su tutti gli omosessuali), politiche (comunisti in primis, ma anche socialisti, uomini di centro, anarchici) o religiose (si vedano i testimoni di Geova), eccetera.
    Insomma, i gerarchi del regime hitleriano decretarono arbitrariamente l’ emarginazione e la persecuzione di ogni singolo gruppo che potesse minare la stabilità sociale e l' unità artificiale del popolo, insidiare il potere assoluto del regime e destabilizzare il paese che si preparava allo scontro bellico.


    FONTI:
    -E. Collotti, "Hitler e il Nazismo", Giunti editore
    -S. Malesevic, "The sociology of ethnicity", Londra, 2004
    -Lavori del mio docente Carlo Ruzza, presenti sul suo sito www.carloruzza.it

    Prima di entrare nel dettaglio di questa mia replica, ti suggerrei di chiamare col suo nome più appropriato ciò che, per puro interesse politico di parte di coloro che a noi tutti pretendono di insegnare, viene rapidamente semplificato col termine di Nazismo: in realtà trattasi di Nazional-socialismo e non credo che la distinzione, da un punto di vista del suo più intrinseco significato etimologico, sia da sottovalutare. :)

    Ti sei mai chiesto cosa hanno commesso gli statunitensi, in nome del loro imperialismo sui 2 continenti americani, a cominciare dal genocidio degli indiani, per poi passare alla dottrina Monroe ("l'America agli americani"), ripresa e attuata ed estesa da Theodore Roosevelt in funzione coloniale?

    E che dire dei 14 punti di Wilson, che teorizzava una Lega delle Nazioni (che poi diverrà Società delle Nazioni e che oggi è quello scatolone vuoto di contenuti che si chiama ONU), che scongiurasse nuove guerre, ma che non rinunciava a quelle fatte dagli Stati Uniti per imporsi in Atlantico e sul Pacifico? Per inciso, il signor Wilson fu tra i più accaniti oppositori al ritorno dell'Istria e della Dalmazia all'Italia, e ciò nonostante avesse teorizzato il principio dell'autodeterminazione dei popoli, che prevedeva di far decidere alle etnie sotto quale Stato riconoscersi...
    Ma non solo. Le sue simpatie per organizzazioni di stampo razzista (American Protective League) rappresentano una macchia della sua amministrazione. In Wikipedia leggiamo:

    "Il suo atteggiamento verso le questioni razziali è generalmente considerato una macchia sulla sua reputazione; molti sostengono che contribuì a creare il più cupo periodo di razzismo nella storia degli Stati Uniti. La sua amministrazione istituì la segregazione razziale nel governo federale, per la prima volta da quando Abraham Lincoln iniziò la desegregazione nel 1863, e richiese fotografie dai candidati per posti di lavoro, per determinare la loro razza. Wilson inoltre aveva un atteggiamento sospettoso per quelli da lui chiamati «Americani col trattino» (hyphenated Americans) (tedeschi-americani, irlandesi-americani, etc.): «Ogni uomo che porta con sé un trattino, porta un pugnale che è pronto ad affondare nelle parti vitali di questa Repubblica ogni volta possibile»"


    Non so se mi spiego: stiamo parlando di colui che, per primo, teorizzò la nascita di quello strumento mondialista col quale si pretende di governare "democraticamente" il Mondo in cui viviamo e che porta il nome di ONU, comprensivo di tutte le altre sottobranche più o meno ridicole, come l'Unesco, la Fao, ecc.

    Per altro verso, la tua esposizione, ben fatta e riassuntiva, non tiene conto però di altri argomenti, assolutamente rilevanti per comprendere il perchè un sistema si radicò così tanto da coinvolgere milioni di persone e non solo Hitler, che, pur nelle aberrazioni scaturite da certe sue tesi, non era affatto un pazzo quale lo si descrive. Ad esempio, le dure clausole imposte alla Germania dal Trattato di Versailles (secondo le quali, ad esempio, i risarcimenti finanziari verso le potenze vincitrici erano talmente usurai che, se la Germania li avesse assolti per intero, si sarebbero estinti solo nel 1988...). Inoltre non si può dimenticare un altro aspetto non meno importante: la Germania, come l'Italia, giungeva in ritardo al suo legittimo desiderio di unificazione territoriale e nazionale. Quando ciò avvenne si era in piena rivoluzione industriale e, soprattutto in Germania - per dirla con De Felice "...le idee razziste contribuivano a mantenere una coesione nazionale che la lotta di classe sembrava sul punto di distruggere".

    Le lacune delle Università italiane
    In definitiva, i fenomeni politici vanno sempre storicizzati e studiati non nell'ottica dell'oggi, ma compresi per quella che era la realtà geopolitica del tempo, senza trascurare alcun fattore. Ma questo modus operandi purtroppo è molto spesso disatteso dalla gran parte dei baroni che insegnano nelle Università , i quali, per la quasi totalità, esercitano la loro professione grazie alla raccomandazione politica e alla lottizzazione delle cattedre.
    Con ciò non voglio assolutamente colpevolizzare nè te nè il tuo prof, che non conosco, ci mancherebbe :). Sto soltando approfittando della circostanza per allargare il discorso (col rischio di andare anche fuori tema...eheh) e denunciare una grave pecca del sistema universitario nella speranza che cambi in positivo e consenta finalmente a centinaia di cervelli italiani - che purtroppo operano all'estero, non essendo questo Paese intenzionato a riconoscere il loro merito prima ancora delle tessere partitiche -, di rientrare in Patria (Leggi la testimonianza). Ciao :)
     
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    Scusa la franchezza ma questa risposta mi sembra un po' sconnessa: innanzitutto non capisco cosa c' entri il discorso su Wilson, visto che non ho minimamente citatio né lui né gli U.S.A. (sorvolando tra l' altro sulla mediocrità della fonte da te indicata).
    Inoltre, riguardo al paragrafo sugli altri aspetti del radicamento sociale del nazismo, questo topic, nella sua brevità di certo non può ricostruire tutti gli aspetti dell' epoca nazista; il suo scopo è solo quello di fornire spunti e delucidazioni su ciò che è indicato nel titolo.
    Infine il tuo pezzo sui baroni nell' università è del tutto fuori luogo, anche perché se avessi cliccato sul link avresti visto che il mio professore insegna sociologia delle relazioni etniche e che quindi non insegna nulla di storico.
    Per il resto un' ultima cosa: il tuo richiamo al fatto che nazismo sia l' abbreviazione di nazional-socialismo è del tutto fuori-luogo; c' è un topic nella presente sottosezione che chiarisce l' massoluta inconsistenza dell parte socialista dello NSDAP. Ecco il link:
    http://storiaepolitica.forumfree.net/?t=29236714

    Edited by Oskar - 25/11/2008, 12:04
     
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  4. BasileusI
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    CITAZIONE (Oskar @ 17/7/2008, 16:22)
    Scusa la franchezza ma questa risposta mi sembra un po' sconnessa: innanzitutto non capisco cosa c' entri il discorso su Wilson, visto che non ho minimamente citatio né lui né gli U.S.A. (sorvolando tra l' altro sulla mediocrità della fonte da te indicata).
    Inoltre, riguardo al paragrafo sugli altri aspetti del radicamento sociale del nazismo, questo topic, nella sua brevità di certo non può ricostruire tutti gli aspetti dell' epoca nazista; il suo scopo è solo quello di fornire spunti e delucidazioni su ciò che è indicato nel titolo.
    Infine il tuo pezzo sui barono nell' università è del tutto fuori luogo, anche perché se avessi cliccato sul link avresti visto che il mio professore insegna sociologia delle relazioni etniche e che quindi non insgna nulla di storico.
    Per il resto un' ultima cosa: il tuo richiamo al fatto che nazismo sia l' abbreviazione di nazional-socialismo è del tutto fuori-luogo; c' è un topic nella presente sottosezione che chiarisce l' massoluta inconsistenza dell parte socialista dello NSDAP. Ecco il link:
    http://storiaepolitica.forumfree.net/?t=29236714

    Pareri personali, assolutamente legittimi da parte tua come da parte mia. Mi sono permesso di replicarti per estendere il campo dell'indagine e capire non soltanto il COME si siano radicati e imposti certi fenomeni, ma anche e soprattutto il PERCHE', a maggior ragione se le concause possano essere fatte risalire a più elementi diversi. :)
     
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  5. _SmokY_
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    Io la conosco bene ma perchè non si presenta anche agli altri Basileus? E' abitudine qui tentere un piccolo curriculum di se stessi dove può raccontarci qualcosa di lei.
    Lo trova in "parlate di voi".

    Grazie :)
     
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  6. BasileusI
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    CITAZIONE (_SmokY_ @ 17/7/2008, 17:20)
    Io la conosco bene ma perchè non si presenta anche agli altri Basileus? E' abitudine qui tentere un piccolo curriculum di se stessi dove può raccontarci qualcosa di lei.
    Lo trova in "parlate di voi".

    Grazie :)

    Se mi conosce bene, chi meglio di lei potrà descrivere i miei pregi (pochi) e i miei difetti (numerosi)? Le lascio ampia facoltà di mandato e, caso mai non dovesse essere sufficiente, molto altro ancora è possibile ricavare risalendo dalla mia firma. Se ciò non dovesse essere ancora appagante, per me sarà indifferente fare fagotto e tornare lì donde provenii :)
     
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  7. _SmokY_
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    CITAZIONE (BasileusI @ 17/7/2008, 18:10)
    CITAZIONE (_SmokY_ @ 17/7/2008, 17:20)
    Io la conosco bene ma perchè non si presenta anche agli altri Basileus? E' abitudine qui tentere un piccolo curriculum di se stessi dove può raccontarci qualcosa di lei.
    Lo trova in "parlate di voi".

    Grazie :)

    Se mi conosce bene, chi meglio di lei potrà descrivere i miei pregi (pochi) e i miei difetti (numerosi)? Le lascio ampia facoltà di mandato e, caso mai non dovesse essere sufficiente, molto altro ancora è possibile ricavare risalendo dalla mia firma. Se ciò non dovesse essere ancora appagante, per me sarà indifferente fare fagotto e tornare lì donde provenii :)

    Ella è sempre il solito sofisticato, non si smentisce mai, :)
    le consigliavo di presentarsi in quanto è una persona che in base alla proprie conoscienze ed esperienze passate può argomentare ottimamente e seriamente... non vorrei che fosse scambiato per una persona alle prime armi :lollosso:
    Per il resto io non mi permetterò di fare le sue presentazioni, questo, se lo vorrà, lo farà lei.
    Saluti :ok:
     
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6 replies since 16/7/2008, 12:28   1612 views
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