L'approvvigionamento di Roma Imperiale

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  1. Cornelio Scipione.
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    L'approvvigionamento della città di Roma, divenne , negli ultimi due secoli dell'età repubblicana , una questione gestita dal potere pubblico, perchè l'aumento sproporzionato della popolazione costrinse lo stato ad intervenire a far proprio il problema per cercare di risolvere uno dei problemi che "tormenterà" Roma fino alla fine della sua esistenza.
    Si è calcolato che la quantità di Grano al mese che entrava a Roma per sfamare la popolazione si aggirava dalle 260.000 tonnellate ad un massimo di 430.000 tonnellate(circa 28 kg di grano per abitante al mese).
    Col tempo , le distribuzioni di grano divennero gratuite, come anche per l'olio e la carne di maiale.
    La macchina dello stato quindi dovette far fronte a problematiche di tipo tecnico-pratico per garantire l'approvvigionamento a Roma:
    i raccolti intorno Roma di certo non bastavano a coprire neanche un decimo del fabbisogno della Capitale, e neanche tutti i raccolti dell'Italia centrale; quindi con l'espandersi dei confini della Repubblica, Roma sfruttò inizialmente la Campania, poi anche la Sardegna, la Sicilia e l'Africa settentrionale principalmente.
    Le tonnellate di grano venivano trasportate sempre via mare e fiumi perchè era il mezzo più veloce e funzionale per un incarico di tale delicatezza che non poteva permettersi errori.
    Le navi provenienti dalla Sicilia e dall'Africa e anche dalla Sardegna, non sbarcavano a Ostia, perchè il porto di Roma aveva il fondale troppo basso e sabbioso , che non permetteva l'attracco delle grandi navi da trasporto(le navi potevano trasportare un massimo di 300 tonnellate di grano), quindi la flotta trasportatrice addetta alla sopravvivenza alimentare di Roma sbarcava a Pozzuoli(il porto principale della Campania) dove da lì i carichi di grano venivano smistati in navi più piccole con lo scafo piatto che costeggiando la costa, sbarcavano ad Ostia per poi arrivare o via Tevere o via terra a Roma.
    Con la conquista di Alessandria il I agosto del 30 a.C.,Augusto garantì a Roma una quantità di grano sufficiente a contrastare le carestie che potevano colpire la Capitale quando i cattivi raccolti duravano più anni consecutivi.
    Prima di Augusto un grosso provvedimento era stato intrapreso da gaio Gracco, ma poco sappiamo sul suo operato perchè le fonti sono molto frammentarie e poi molto spesso le fonti svelavano il lato politico di una legge o un provvedimento, e quasi mai il lato economico.
    Per arrivare alla legge frumentaria (ovvero alla distribuzione di grano gratis), bisogna aspettare il 58 a.C.
    e la guerra tra Cesare e Pompeo fu influenzata anche dal problema dell'approvvigionamento perchè Pompeo controllava la Sicilia da dove proveniva gran parte del grano per Roma.
    Un problema che però persistette da sempre, fu il fatto che dal mese di ottobre fino al mese di marzo la navigazione via mare era sconsigliata e pericolosa per via delle tempeste mediterranee che facilmente affondavano le navi Romane non adatte ad un mare in tempesta; così gli approvvigionamenti per tutto quel periodo venivano bloccati e Roma doveva farcela basandosi sull'accumulo di grano posto nei granai della città.
    Più la popolazione di Roma cresceva e più Roma dipendeva dall'Africa che fino all'ultimo produsse grano per alimentare Roma che però nel 500 d.C non contava più di 300.000 persone massimo, niente a che fare con la megalopoli dei secoli di splendore.
    Non per questo però il sistema di approvvigionamento non smise di evolversi e di migliorarsi , a cominciare dal controllo dei prezzi, in cui gli Imperatori, dagli Antonini alla tetrarchia, avevano cercato di stabilire un prezzo fisso del grano che Roma acquistava per impedire che l'inflazione potesse far schizzare i prezzi del frumento alle stelle mettendo a rischio l'approvvigionamento di Roma.
    Tre secoli dopo Augusto, Aureliano aveva pensato di distribuire oltre al grano, olio e carne di maiale, anche vino gratis alla popolazione Romana , ma fu fermato dal prefetto al pretorio che gli avrebbe detto:"Se diamo vino al popolo, non ci resta che dargli polli e oche".

     
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0 replies since 1/9/2008, 10:32   491 views
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