L'affondamento della Regia Corazzata Roma

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  1. _SmokY_
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    La Regia Corazzata Roma - le ultime ore



    Tutto ha inizio nel golfo di La Spezia, l'8 settembre 1943, in porto sono presenti le migliori navi della marina italiana, comprese le 3 corazzate della classe Littorio.

    L'Ammiraglio Carlo Bergamini, comandate supremo delle forze navali da battaglia, è appena rientrato da Roma dopo aver partecipato a molte riunioni con i capi di Stato Maggiore ed i vertici della Marina. Fino a quel momento ha l'ordine di attaccare la flotta alleata che sta preparando un nuovo sbarco a Salerno. La mattina del 7 settembre si tiene un colloquio tra egli e il ministro Raffaele De Courten il quale cita esattamente così:
    Ebbi con l'ammiraglio Bergamini, comandante in capo della Squadra da battaglia, giunto a Roma per la riunione da me convocata, un colloquio sullo spirito della Flotta. Ebbi da lui piena ed esplicita assicurazione che la flotta era pronta ad uscire per combattere nelle acque del Tirreno meridionale la sua ultima battaglia. Mi disse che comandanti ed ufficiali erano perfettamente consci della realtà cui sarebbero andati incontro, ma che in tutti era fermissima la decisione di combattere fino all'estremo delle possibilità. [...]. Egli confermava che, intervenendo ad operazione di sbarco iniziata e traendo profitto dall’inevitabile crisi di quella delicata fase, sarebbe stato possibile infliggere al nemico gravi danni.

    Ma l'armistizio con gli anglo americani è gia stato firmato anche se pochissimi ne sono a conoscenza. Il Re e Badoglio avevano chiesto agli alleati - ancora qualche giorno - prima di annunciarlo e sulle navi le ora passano nell'attesa e nell'incertezza.
    Alle 12.30 dell'8 settembre il Ministro De Courten è ancora all'oscuro di tutte le trattative svolte in quei giorni, e non riesce ad avere direttive chiare sul comportamento e le azioni da eseguire per contrastare lo sbarco degli alleati. Di sua iniziativa decide allora di annullare la missione di attacco alla flotta alleata, di trasferire le unità nel porto della Maddalena e di prevedere anche l'eventualità di un auto affondamento della flotta.

    8 Settembre 1943, ore 18,00, il Rè convoca al Quirinale i Capi di Stato Maggiore e comunica finalmente la firma dell'armistizio, chiede poi il parere del Ministro De Courten il quale risponde:
    Avete fatto olocausto della flotta che è l'unica forza rimasta salda nel paese, ma non meritate che essa si sacrifichi, darò ordine che si auto affondi sta sera stessa.
    Alle 18.30 da Radio Algeri, Eisenhower da l'annuncio ufficiale dell'Armistizio, intanto lo sbarco a Salerno è già cominciato da tempo. Dopo un'ora ed un quarto anche Badoglio comunica ufficialmente l'armistizio.
    Tra le 20.30 e le 21.00 si ebbe un colloquio tra De Courten e Bergamini, ove il comandante chiede espressamente di essere esonerato dal comando della flotta da battaglia perchè a suo avviso il fatto di avere sentito prima dalla radio alleata e poi da quella italiana la notizia dell'armistizio significava la mancanza di fiducia dei suoi equipaggi.
    Il proclama di Badoglio avverte che le ostilità devono cessare immediatamente anche se le forze italiane devono comunque rispondere con la forza verso chiunque le attacchi, ovviamente il riferimento ai tedeschi è chiaro.
    Ore 22.00, Bergamini convinto da De Courten, raduna i suoi comandanti, fa sbarcare i soldati tedeschi e comunica che vorrà in ogni caso rispettare gli ordini. Non erano ore semplici, si era passati in poco tempo da un attacco alla flotta alleata a Salerno al caos più totale.
    Sbarcati i soldati tedeschi rassicurati da contromisure fasulle degli ufficiali italiani che avevano lasciato intendere che non sarebbero salpati dal porto, dalle ore 2.30 e 3.40 del 9 settembre una squadra di 14 navi lascia lentamente la base e fa rotta per 220°, prima il naviglio leggero e poi le corazzate Italia, Roma e Vittorio Veneto.

    L'ammiraglio Bergamini stabilisce il suo comando sulla Roma che è l'unica corazzata ancora ad non avere avuto il battesimo del fuoco, nave nuovissima e all'avanguardia, progettata da Umberto Pugliese, equipaggiata con strumenti innovativi e installati solo su di essa tra tutte le navi del mondo, come la centrale di tiro concepita e progettata dallo stesso Ammiraglio Bergamini, l'auto bilanciamento delle torrette che non facevano in nessun caso sentire il becchio e il rollio autolivellandosi, come per meglio comprendere il sistema a "pendolino" dei treni omonimi, una corazza d'acciaio sulle torri dallo spessore di 35cm, le fiancate erano protette con una struttura a diaframma innovativa risultata molto efficacie, 33 cannoni di grande e medio calibro, 9 pezzi da 381mm con la capacità di lanciare proiettili di 8 quintali a più di 40km di distanza con estrema precisione grazie alla centrale di tiro, 12 pezzi da 152mm e altri 12 da 90mm più 20 cannoncini da 37mm e 28 da 20mm per la difesa contraerea. Prodigi, ottenuti con la poca tecnologia dell'epoca.


    Ore 8.40 la navigazione continua, alla squadra si uniscono 4 torpediniere, alle 9.00 la flotta accosta a sinistra assume la rotta di 180° e riduce la velocità a 20 nodi.
    Ore 9.41, le navi sono avvistate da un ricognitore tedesco ma non si da peso alla cosa.
    Alle 10.30 nuovo avvistamento di un aereo tedesco, scatta l'allarme, si porta la velocità a 27 nodi. A questo punto Supermarina chiede la copertura aerea alla squadra ma sono disponibili solamente 4 Macchi 202 che non servono a nulla perchè i comandi non hanno indicato che la flotta sta navigando a sinistra della Corsica anzichè a destra, così gli aerei le cercano per più di un ora senza mai trovarle tra la Toscana e la Corsica.
    Alle 10.56 un nuovo avvistamento, questa volta è un ricognitore inglese, alcune unità aprono istintivamente il fuoco, ore 11.00 ordine dell'Ammiraglio Bergamini di non fare fuoco contro unità che siano inglesi o americane.

    Alle 12.14 la formazione accosta di 14° a sinistra per far rotta verso le Bocche di Bonifacio.
    Nel cielo volano formazioni di aerei inglesi e tedeschi particolarmente interessati alle vicende della squadra. Gli Inglesi sono preoccupati, temono che le navi italiane non rispettino i paramentri dell'armistizio e che dirigano verso Salerno per contrastare lo sbarco.
    Il comando tedesco invece al momento dell'armistizio aveva inoltrato l'ordine che tutte le navi italiane dovevano rientrare nei propri porti o essere annientate
    Nel frattempo la Maddalena è stata occupata dai tedeschi, Supermarina ne riceve la notizia alla 13,00 ma riesce a trasmetterla a Bergamini sono alle 14.24 (un ora e mezza piu tardi) ordinangli di invertire la rotta e di dirigere verso l'Algeria.
    Ore 14.41, a tutte le navi della sqadra viene impartito l'ordine di accostare con un tempo di 180° a sinistra con una velocità di 24 nodi per evitare i nostri stessi campi minati.
    Ore 14.46, l'Ammiraglio ordina di ridurre la velocità a 18 nodi per riordinare la formazione, di assumere la rotta 285° per uscire dal golfo dell'Asinara e accostare poi a sud in direzione dell'Algeria.

    Un ricogniore tedesco osserva il cambio di rotta della navi italiane e trasmette la notizia al suo comando.
    Ore 14.50, i tedeschi danno disposizione di attaccare la squadra italiana ad una flottiglia con base a Marsiglia, i suoi piloti però avevano ricevuto l'ordine al decollo da gia 40 minuti.

    28 Bombardieri Dornier 217 si alzano dalla pista, sono aerei capaci di volare ad alta quota e di viaggiare a più di 500km/h, equipaggiati con la micidiale bomba FV 1400 friz, ordigno con un motore a propulsione che ne aumenta la velocità di caduta e telecomandato per una precisione estrema; fu infatti il primo missile teleguidato della storia, il progenitore delle cosiddette bombe intelligenti di oggi. Le navi italiane furono le sue prime vittime.
    I Bombardieri tedeschi entrano in contatto con le navi italiane, Bergamini fa suonare l'allarme ed ordina tutti ai propri posti di combattimento.
    Ore 15.30, Bergamini in base agli ordini può reagire solo se attaccato e quegli aerei che si avvicinano non sembrano avere intenzioni ostili, volano oltre i 5000 metri, troppo alti per un eventuale attacco. Si pettegola che in quei frangenti ci siano state tensioni sul dafarsi a bordo con alcuni spari in plancia, ma molti testimoni negano categoricamente esaltando il giusto coraggio dei marinai italiani.

    Alle 15.37 i primi 5 bombardieri tedeschi iniziano ad avvicinarsi, superano d'apprima la consueta posizione per sganciare ordigni normali e continuano ad avanzare senza che accada nulla, gli italiani li considerano quindi in allontanamento, poco dopo sono sulla verticale delle navi, la prima bomba viene sganciata ma la sua scia luminosa trae in inganno, si pensa che possa essere un segnale luminoso e solo più tardi si comprende che in realtà è un ordigno, cade per fortuna 50 metri fuori bersaglio.
    Solo a questo punto viene dato a tutta la flotta l'ordine di aprire il fuoco ma è inutile, i tedeschi sanno che i cannoni italiani possono arrivare in altezza fino a 5000 metri e loro volano più alti.
    La seconda bomba arriva vicinissima alla poppa della corazzata Italia ma non provoca danni di rilievo.
    Dopo questo primo attacco arriva la seconda ondata di bombardieri che dirigono non più sugli incrociatori ma direttamente sulle corazzate.

    Ore 15.42, primo lancio sulla Roma, la bomba centra la nave ed attraversa tutto lo scafo, si apre una falla, viene ridotta la velocità, la nave comincia a sbandare ma grazie ai suoi dispositivi appositi si riassesta automaticamente.


    Ore 15.52, arriva il secondo colpo, l'ordigno questa volta centra la nave sul ponte a prua accanto alla gigantesca torre sopraelevata, le cariche di lancio deflagrano e generano una pressione spaventosa che fanno saltare le 1600 tonnellate della torre come fossero un tappo di bottiglia. Tutto si arroventa, centinaia di uomini muoiono come tizzoni o lessati dalle fuori uscite di vapore, le esplosioni si susseguono, chi può si getta in mare, quasi tutti i sopravvissuti portano ustioni gravissime, brandelli di carne sparsi qua e la, sangue da tutte le parti. La nave non esplode ma oramai il telaio incandescente cede e la gloriosa Regia Corazzata si rovescia e si spacca in due tronconi.

    Ore 16.10 del 9 settembre 1943, tutto è finito, la Roma, la più grande nave che la Marina italiana abbia mai avuto scompare negli abissi portando con se 1391 tra marinai ed ufficiali, l'Ammiraglio Carlo Bergamini e il comandante originario della nave, Adone del Cima.



    Tratto dal dvd documentario dell'Istituto Luce: Regia Nave Roma - Le ultime ore

    Edited by Oskar - 2/9/2014, 19:22
     
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  2. onestobender
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    Bellissimo post Smoky!

    Durante la Seconda Guerra Mondiale (e ancor più oggi) ci si rese conto che una flotta, anche se composta da buone navi, senza un'adeguata copertura aerea non solo non era in grado di essere incisiva, ma finiva anche per essere condannata all'affondamento (le esperienze italiane e giapponesi sono paradigmatiche).
     
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    Che vergogna i badogliani e la sua cricca.

    Davvero un bel topic.
     
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  4. _SmokY_
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    CITAZIONE
    Ritrovato relitto della corazzata 'Roma', affondata nel '43
    La nave fu affondata da due bombe tedesche il 9 settembre del 1943, con oltre 1.300 vittime

    ROMA - Nel Golfo dell'Asinara è stata finalmente identificata - dopo decenni di vane ricerche - una parte del relitto della Corazzata Roma, adagiata a circa 1000 metri di profondità ed a circa 16 miglia dalla costa sarda. Lo fa sapere la Marina militare. La nave era stata affondata da due bombe tedesche il 9 settembre del 1943, con 1352 vittime.
    [...]
    Ansa.it

    Ottima notizia che può mettere chiarezza definitiva su questo buio episodio della ns Marina Militare.
     
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  5. Canebuio
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    Ne approfitto, oggi che ne è l' anniversario dell' affondamento, per girare la posizione del relitto:

    puntor


    l'area segnata è il quadrato di interdizione alla navigazione emanato dalla capitaneria durante i rilievi del 2012



    e una scheda sulla ''Fritz'' tratta da un sito ben fornito sulla storia della corazzata:

    www.regianaveroma.org/RegiaNaveRoma...enti/Frix_X.htm
     
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    E' un po' che mi rileggo questa discussione, finora incerto se intervenire.
    La tragedia del Roma si intreccia a doppio filo con la storia della mia famiglia, tuttavia io non dispongo di nessun elemento di informazione differente da quelli abbondantemente di dominio pubblico.

    Nondimeno vorrei condividere un mio dubbio: siamo davvero sicuri (come sembra essere opinio communis sul web) che l'ordigno aereo responsabile dell'affondamento fosse veramente teleguidato?

    Dall'idea che io mi sono fatto sulla base dei medesimi documenti peraltro citati anche da chi mi ha preceduto e sulla base di qualche famoso servizio televisivo RAI con interviste a qualche superstite (in particolare per la precisa descrizione del momento in cui l'aereo sganciò, rispetto al sorvolo della verticale, e alle condizioni di efficienza in quel momento dell'artiglieria antiaerea) mi viene il dubbio che potesse invece essersi trattato di una bomba motorizzata, al più ad autocorrezione acustica della traiettoria (infatti sembra aver colpito nella parte più rumorosa della corazzata), ma non necessariamente, anzi secondo me non affatto, una bomba teleguidata da remoto.

    Notare che tutti questi questi dispositivi d'avanguardia, tutti in effetti in quel momento disponibili e in quel momento segretissimi, venivano proprio in quelle stesse settimane elaborati per le varie applicazioni navali in forma di collaborazione italo-tedesca proprio negli arsenali della Spezia, da dove la squadra era salpata per la sua ultima drammatica navigazione.
     
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    CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 18/9/2016, 22:45) 
    Nondimeno vorrei condividere un mio dubbio: siamo davvero sicuri (come sembra essere opinio communis sul web) che l'ordigno aereo responsabile dell'affondamento fosse veramente teleguidato?

    Da quanto ho letto, ma in materia sono più che digiuno, si tratta della bomba telecomandata (via radio e poi anche via cavo, per evitare le interferenze) denominata X-1, PC 1400X o FX 1400 e detta Fritz X.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Ruhrstahl_SD_1400
    https://en.wikipedia.org/wiki/Fritz_X
    https://de.wikipedia.org/wiki/Fritz_X
     
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  8. gaspaol
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    CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 18/9/2016, 22:45) 
    siamo davvero sicuri (come sembra essere opinio communis sul web) che l'ordigno aereo responsabile dell'affondamento fosse veramente teleguidato?

    Potresti spiegare in dettaglio perché pensi che non possa essere stata una bomba guidata in remoto?
    Un ordigno a guida acustica essendo stato lanciato dalla verticale da una quota piuttosto elevata avrebbe probabilmente colpito il ponte. Invece entrambe le bombe hanno colpito e perforato il lato della nave. Il fatto poi che la prima abbia raggiunto la zona della sala macchine di poppa e la seconda la sala macchine di prua non esclude che la bomba fosse guidata e che il bersaglio fosse volontariamente scelto. I motori sono un obiettivo primario nel bombardamento navale e la disabilitazione di essi, con la nave incapace di effettuare manovre evasive, facilita molto i successivi attacchi.

    L'opinione è comune ma non solo sul web. In questo post si trova, fra le altre cose, una intervista al comandante del gruppo di Do-217 partito da Marsiglia, Bernard Jope.
    www.aereimilitari.org/forum/topic/1...mode=linearplus

    Un altro discorso è la differenza fra "teleguidata" e "radioguidata". Da quel che ho capito le fritx x usate quel giorno erano del secondo tipo, senza cavi quindi.

    Edited by gaspaol - 19/9/2016, 08:19
     
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    CITAZIONE (gaspaol @ 19/9/2016, 07:42) 
    Un altro discorso è la differenza fra "teleguidata" e "radioguidata". Da quel che ho capito le fritx x usate quel giorno erano del secondo tipo, senza cavi quindi.

    Quelle usate contro la Roma erano radioguidate, stando a Wiki.
    Il lemma tedesco Fritz X riporta che la stabilizzazione sull'asse longitudinale era ottenuta mediante giroscopio e che i timoni di direzione e di quota erano azionati da un radiocomando a modulazione di ampiezza a 18 canali sulla frequenza di 50 MHz con trasmittente FuG 203 („Kehl“) e ricevente FuG 230 („Straßburg“) e he le trasmissioni avvenivano contemporaneamente su tutti i canali, per confondere gli avversari ed impedire interferenze, ma cita anche che fu sviluppato, per evitare le interferenze, un telecomando con due bobine di 8 km di cavo, rispettivamente nella bomba sull'aereo, quantunque non risulti ci siano mai state interferenze efficaci. Per facilitare la guida la bomba aveva in coda cinque traccianti luminosi il cui colore poteva essere scelto in base alle condizioni di visibilità.
    Vengono inoltre citati esperimenti fatti con un comando autonomo (Radieschen -ravanello) che utilizzava i segnali radar britannici del sistema Chain Home per colpire gli stessi e di un sistema con telecamera detto Tonne/Seedorf in cui la telecamera (Tonne, bidone, boa) posta sulla bomba trasmetteva le immagini alla ricevente (Seedorf, villaggio marino) sull'aereo facilitando il puntamento.

    Ho tradotto quanto riportato su Wikipedia, senza essere assolutamente in grado di giudicare se sia vero o no.


    Edited by dceg - 19/9/2016, 09:45
     
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  10. gaspaol
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    Ho letto però che il cavo fu aggiunto solo successivamente per evitare interferenze visto che molte navi alleate erano state dotate di contromisure elettroniche dopo l'introduzione delle fritz x.

    Purtroppo non trovo fonti che possano confermare con certezza questa cosa.

    Credo comunque che Lavori volesse dire che le bombe non erano guidate in alcun modo.
     
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    CITAZIONE (gaspaol @ 19/9/2016, 09:48) 
    Ho letto però che il cavo fu aggiunto solo successivamente per evitare interferenze visto che molte navi alleate erano state dotate di contromisure elettroniche dopo l'introduzione delle fritz x.

    Purtroppo non trovo fonti che possano confermare con certezza questa cosa.

    Credo comunque che Lavori volesse dire che le bombe non erano guidate in alcun modo.

    Il telecomando a cavo venne sviluppato successivamente, quando non vien detto.

    Se ho ben capito LA pensa ad un sistema autonomo di comando su base acustica, un po', su un principio diverso, come uello che utilizza il radar nemico, che però non ho visto esser menzionato. Oggi, se non erro, ci sono missili che si orientano sul calore dei motori degli aerei da abbattere.
     
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  12. gaspaol
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    La pagina wiki inglese sulla bomba dice che le contromisure furono introdotte alla fine di settembre '43.
    https://en.wikipedia.org/wiki/Fritz_X#Elec...countermeasures

    Immagino quindi che il cavo sia successivo.

    Comunque mi correggo e scuso. Nel primo post volevo distinguere tra radiocomandato e filoguidato, non teleguidato. Quindi il discorso su cavi o non cavi non è molto pertinente ^_^
     
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    CITAZIONE (gaspaol @ 19/9/2016, 10:05) 
    Nel primo post volevo distinguere tra radiocomandato e filoguidato, non teleguidato.

    E così lo avevo inteso!
     
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    CITAZIONE (gaspaol @ 19/9/2016, 07:42) 
    Potresti spiegare in dettaglio perché pensi che non possa essere stata una bomba guidata in remoto?
    Un ordigno a guida acustica essendo stato lanciato dalla verticale da una quota piuttosto elevata avrebbe probabilmente colpito il ponte. Invece entrambe le bombe hanno colpito e perforato il lato della nave. Il fatto poi che la prima abbia raggiunto la zona della sala macchine di poppa e la seconda la sala macchine di prua non esclude che la bomba fosse guidata e che il bersaglio fosse volontariamente scelto. I motori sono un obiettivo primario nel bombardamento navale e la disabilitazione di essi, con la nave incapace di effettuare manovre evasive, facilita molto i successivi attacchi.
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    Un altro discorso è la differenza fra "teleguidata" e "radioguidata". Da quel che ho capito le fritx x usate quel giorno erano del secondo tipo, senza cavi quindi.

    Sì, penso anche io in quel particolare caso senza cavi, comunque direi a propulsione (non semplicemente a volo planante), forse (o forse no, insinuo io) con dispositivi di correzione della traiettoria e in tal caso o di tipo radiocomandato o di tipo a guida acustica.
    Intendiamoci, il mio è un distinguo che rischia fortemente di apparire di lana caprina, mi ci avventuro solamente perché come dicevo quel fatto rappresenta per me dei pezzi di storia familiare.

    Il mio dubbio è legato a quello che sembra essere stato il comportamento dell'aereo che effettuò lo sgancio decisivo: da quanto mi risulta sia stato riportato, sembra che sorvolasse a quote esagerate e che si sia allontanato disinteressandosi dell'esito. Non saprei come spiegare questo comportamento se avesse avuto la necessità di correggere con segnali radio la traiettoria. Il comportamento mi sembra invece più coerente con l'ipotesi di un ordigno a propulsione autonoma, con o senza dispositivi di autocorrezione della traiettoria, ma senza controllo da remoto, rilasciato in condizioni di altitudine, di angolazione e di velocità ben calcolate, ma senza bisogno di fare altro.

    Mi rimane poi il sospetto che, se si parla di bombardamento da alta quota, noi stiamo forse sopravvalutando la precisione di quei dispositivi radiocomandati di quel particolare momento storico, a mia impressione forse più utili in differenti scenari operativi.
    Non dispongo di dati, ma mi parrebbe logico sospettare che in quel contesto storico-tecnologico fossero più avanti le competenze di puro calcolo balistico e quelle di autocorrezione per esempio acustica (e in altri casi forse anche magnetica), che non quelle di teleguida via radio, mancando la disponibilità tecnologica di avere il riscontro di un segnale video on-board (e francamente l'idea di telecomandare un ordigno in movimento osservandolo allontanarsi da un aeromobile in movimento verso un natante bene o male a propria volta in movimento senza disporre di riferimenti fissi o strumenti come il moderno gps o simili mi sembra sì praticabile -infatti non c'è dubbio che dispositivi simili siano esistiti i quel momento storico- ma meno efficiente rispetto al sovrapporsi con l'aeromobile sulla rotta del natante, azzerare la posizione relativa sulla verticale e da lì rilasciare un dispositivo in grado di compensare l'inerzia con una propulsione propria e di andare ad incontrare il bersaglio sul punto di avanzamento stimato).

    Però come dicevo non dispongo di dati: in definitiva le mie potrebbero essere considerate poco più che delle illazioni.

    Edited by LAVORI ARCHEOLOGICI - 19/9/2016, 19:16
     
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    A quanto ho letto la bomba non aveva un sistema di propulsione, ma di controllo degli impennaggi di coda. Su Wikipedia è anche descritta la tecnica di lancio e controllo.
     
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33 replies since 5/9/2008, 22:49   1761 views
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