Il Suburbio Romano, le Ville

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  1. Cornelio Scipione.
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    Per i Romani il Suburbio, sia in età Repubblicana sia in età Imperiale erano tutti quei colli intorno a Roma.
    Secondo Plinio, tutta l'Italia poteva essere considerata Suburbio di Roma.
    Il Suburbio era quella zona compresa tra la città e l'aperta campagna.
    Il concetto di Suburbio però varia col tempo.
    Per fare un esempio concreto, il Suburbio coincideva con il territorio che si trovava nei confini interni al nostro attuale Comune di Roma, e all'epoca comprendeva una zona di ben 100 metri quadrati, in cui Roma aveva prefissato un limite forse già nell'VIII-VII secolo a.C.
    Queste terre dovevano essere probabilmente pubbliche e usate a scopi produttivi per soddisfare Roma con l'agricoltura.
    Con l'ingrandimento della città il Suburbio si sposta perchè perde terre a vantaggio dell'urbanizzazione.
    Non abbiamo ritrovamenti di ruderi rustici dediti alla vita dei campi, ma nella media età repubblicana compaiono strutture in blocchi di tufo.
    Col tempo compaiono poi fattorie dedite anche alla coltivazione dell'Ulivo.
    Sempre in età repubblicana si afferma un nuovo tipo di insediamento produttivo: la "Villa".
    La Villa si divideva in 2 parti: la parte rustica(ovvero quella da lavoro), e la parte dominus(destinata al padrone della Villa , zona abitativa).
    Le Ville più grandi contenevano al proprio interno elementi tipici di una cittadina; queste strutture permettevano al padrone e ai residenti di svilupparsi in larghezza, senza doversi accontentarsi di piccoli spazi come in città, perchè di certo lì lo spazio non mancava.
    Le Ville spesso avevano un Giardino ornamentale , ma non all'interno dell'edificio come se fosse un atrio, ma giardino nel senso in cui lo intendiamo noi, ovvero introno alla casa o su un lato della casa, esternamente, per far godere al padrone e ai residenti(schiavi e familiari) del panorama che il Suburbio offriva.
    Frontino(un Curator aquorum) scrive che un terzo dell'acqua che gli acquedotti trasportavanpo a Roma, era dirottata abusivamente dalle Ville presenti nel Suburbio.
    La Villa produceva e allevava un pò di tutto, anche vino e olio.
    Le ville però non avevano introno a loro un territorio molto grande su ciu operare, perchè col tempo anche il Suburbio si affollò e la distanza da una Villa all'altra arrivò a solo 700 metri.
    In età Imperiale il Suburbio divenne la metà di dimore Imperiale: esmepio Villa Adriana costruita dall'Imperatore Adriano.
    Questo processo di costruirsi le domus nel Suburbio andava ovviamente a scapito dell'agricoltura.
    Una legge importante fatta da Traiano diceva che i Senatori erano costretti ad investire un terzo del loro capitale in terre agricole in Italia; e una buona fetta del Suburbio Romano apparteneva ai Senatori.
    La mancanza di spazio anche ne l Suburbio, costrinse i Romani a costruire le tombe sotto terra: le Catacombe.
    Le Ville producevano prevalentemente prodotti pregiati, olio, vino, fiori, e il tutto andava a scapito delle materie prime agricole, come il frumento, facendo sì che Roma dipendesse col tempo sempre di più dalle importazioni di grano provenienti dall'Africa Settentrionale e prevalentemente dall'Egitto.
    La fine delle Ville avvenne agli inizi del V secolo con le crisi economiche , lo spostamento della Capitale e l'assedio di Alarico nei confronti di Roma.
     
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