PD e CGIL

Quale futuro per il riformismo?

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  1. karma207
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    L'editorialedi oggi di Panebianco sul Corriere riprende alcune riflessioni che avevo postato nella discussione su Alitalia. Non ci può essere PD senza un sindacato riformista. Sembra il nuovo assioma della politica italiana e, se è sembrato facile far nascere il PD, in confronto la riforma della CGIL è una fatica di Ercole.

    Il consenso del Governo è molto buono, Veltroni non appare più un leader e, a mio avviso, più volte è risultato impacciato.
    Un esempio su tutti: dato che è stato eletto dalle primarie, se qualcuno nel partito non approvava la sua leadership doveva tuonare e, se necessario, farlo espellere dal partito. Invece...
    Il Governo ombra rimane nell'ombra, l'iniziativa politica è tutta nelle mani del Governo che ha in cantiere riforme molto importanti e sta raccogliendo alcuni successi difficili da discutere.
    Il motivo per cui sto scrivendo questo post è presto detto: cosa può fare il PD per risalire la china? Cosa può fare Veltroni (invece di andare a piangere da Vespa)?
    Può prendere l'iniziativa per una trattativa fondamentale per il futuro del paese: la riforma dei contratti. Nelle sue file milita un certo Ichino a cui lascerei un po' di libertà di espressione. Il PD dovrebbe iniziare un confronto serrato con la CGIL, capirne le esigenze ma anche chiedere modifiche molto forti e liberali. In fondo il PD è stato votato da milioni di italiani, la CGIL no (sta su grazie a milioni di pensionati).
    Una simile strategia farebbe capire agli italiani che la sinistra può essere un'alternativa reale e costruttiva al governo attuale. La sconfitta dei riformisti (dopo l'uscita di Veltroni di oggi, Berlusconi=Putin) sembra ora sempre più probabile. E con loro scomparirebbe la sinistra e, soprattutto, mi obbligherebbero a votare a destra (cosa che mi aspettavo a 50 anni, non a 26!).
     
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  2. onestobender
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    CITAZIONE
    Veltroni non appare più un leader

    Ho paura che non lo sia mai stato...

    CITAZIONE
    cosa può fare il PD per risalire la china?

    Io credo che, a livello strategico, il Pd dovrebbe accettare prima di tutto il conflitto, dando battaglia al governo ogni volta che si presenta l'occasione e non cercando di evitarla come è stato fatto fino a questo momento.
    Insomma, attualmente la politica in Italia non è esattamente il club del bridge: è quindi ora di finirla di fare i gentiluomini.
    Si deve arrivare alle orecchie della gente in maniera decisa, con messaggi forti e chiari.
    Il problema è che i personaggi che riempiono le file del Pd o non sono in grado (vedi Veltroni nel paese delle meraviglie...) o non hanno alcun interesse (tipo Rutelli o D'Alema) ad attuare questo tipo di politica.
    L'impressione che ho avuto dopo la trambata elettorale è che, soprattutto in quest'ultima categoria, non ci sia nemmeno più l'aspirazione al potere ma ci si accontenti invece di galleggiare in quella zona grigia, fra le beghe interne al partito (D'Alema contro Tizio, Soru contro Caio, Parisi contro tutti... cose di cui, detto elegantemente per inciso, alla gente non frega un beneamato cazzo) e gli interessucci di famiglia.
    Berlusconi ha un ampio controllo sui media italiani: per smontare pezzo per pezzo questo dominio bisogna fare una sorta di "guerriglia politica": Alitalia poteva essere un'ottima occasione (gli argomenti non mancano di certo), ma è andata perduta (Veltroni si è svegliato dal coma solo per fare figuracce ed i suoi compari hanno praticamente taciuto), ma ormai sta svanendo.
     
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  3. alexandrom
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    DI SEGUITO LA LETTERA CHE VELTRONI HA MANDATO AL QUOTIDIANO "CORRIERE DELLA SERA".
    PUBBLICATA DAL CORRIERE DELLA SERA DEL 1 OTTOBRE 2008


    Perché ho timori per la democrazia

    Caro direttore,
    nel suo editoriale di ieri Pierluigi Battista descrive la preoccupazione e l'allarme che avevo manifestato nell'intervista al Corriere della Sera di domenica come una «vecchia narrazione», come la ripresa di uno scontro muro contro muro in cui viene messa in forse la legittimità democratica dell'avversario. Credo che questa analisi non sia corretta, per due motivi che proverò a spiegare.

    Il primo riguarda il rapporto impostato dalla maggioranza e da Berlusconi per primo con l'opposizione, il secondo la natura e la portata del ragionamento sui rischi di un impoverimento della democrazia che ho avviato ormai da tempo, che era al centro del mio discorso al Lingotto e poi a Sinalunga e dell'intervista al suo giornale.
    Ha certamente ragione Battista a dire che attorno al tema del rapporto maggioranza- opposizione c'è stato un «gigantesco equivoco»: quello che i giornali hanno stucchevolmente chiamato dialogo, ovvero il confronto con il governo sulle riforme istituzionali necessarie al Paese, è diventato una «autocensura moderata dell'opposizione, la sordina sulle critiche anche veementi all'azione di governo ». Uno schema impossibile e irrealistico, prima di tutto per la vita stessa della democrazia, che però è stato adottato per primo proprio da Berlusconi, che è sembrato aspettarsi una opposizione non dialogante ma inesistente. In cinque mesi di vita il Parlamento è stato chiamato a ratificare una lunga serie di provvedimenti, tutti o quasi decreti legge, tutti o quasi votati sull'onda della fiducia. Male sui contenuti (che si tratti di scuola o di sicurezza, di giustizia o di conti pubblici), male nel metodo che è poi sostanza democratica. Su questo insieme a Casini ho inviato una lettera al presidente della Camera per sottolineare come il Parlamento fosse messo nella condizione di non discutere nulla e sostanzialmente espropriato.
    Su tutto questo, sui concreti contenuti dei provvedimenti del governo Berlusconi e sui rischi di una vera decadenza della democrazia, il Pd ha promosso la sua manifestazione del 25 ottobre a Roma. È, questa, una delegittimazione dell' avversario? Potrei ribattere ricordando come il 2 dicembre del 2006, parlando su un palco in cui campeggiava la scritta «Contro il regime, per la libertà», Silvio Berlusconi affermava di rappresentare la maggioranza dell'Italia in lotta contro l'oppressione «imposta da un governo di minoranza».


    Ma non voglio andare così indietro per comprendere chi davvero è abituato a mettere in discussione la legittimità democratica dell'avversario. Mi limito a partire dallo scorso giugno: mentre alle Camere arrivava la norma blocca-processi i magistrati erano definiti metastasi della democrazia e il leader dell'opposizione diventava un «fallito» che dovrebbe «ritirarsi dalla politica». Ed è di qualche giorno fa, nel pieno della trattativa Alitalia, la battuta insultante di un «Veltroni inesistente », spesa per conquistare titoloni sui giornali e smentita solo giorni più tardi. In mezzo, un mare di insulti di tutti gli uomini del Pdl. Chi, se non Berlusconi, ha definito la giudice Gandus suo «nemico politico»? Chi minaccia la Corte Costituzionale, chiamata a pronunciarsi sul lodo Alfano? Chi parla del governo come di un «consiglio d'amministrazione »? Chi durante una trattativa offende il sindacato con i suoi prendere o lasciare e si esprime nei confronti di una forza dell'opposizione come l'Idv definendola nemica della democrazia e della libertà? Una litania, questa sì, delegittimante per l'opposizione e per le istituzioni.


    È per tutto questo che ho sottolineato quanto sia grande la differenza tra governare
    pro tempore, come avviene in democrazia, e invece sentirsi «al potere». E a proposito di narrazione, quando Berlusconi dopo essersi dichiarato disposto al confronto sulle riforme strappa la tela di ogni possibile convergenza e riprende come sempre ad aggredire ed insultare i suoi avversari non ripropone, questa sì, la narrazione antica di cui gli italiani si sono stancati?
    Peraltro le mie riflessioni di domenica, sulle quali più del 70% dei lettori del Corriere.it si è dichiarato d'accordo, erano un tentativo di portare lo sguardo un po' più in là rispetto a quanto sta avvenendo nel nostro Paese e alle polemiche contingenti. Non ho interesse, e non ne ho nemmeno la presunzione, ad ascrivere nessuno nella categoria dei «nemici ontologici» della democrazia. A preoccuparmi sono quegli stessi fenomeni di fondo che attraversano le società occidentali e che ovunque richiamano l'attenzione di tanti commentatori e uomini politici. Basti pensare a come in Francia una rivista cattolica del prestigio di Esprit abbia dedicato un intero numero agli attuali rischi di «regressione democratica », alla possibile fine della democrazia come la conosciamo in Occidente.

    A preoccuparmi è questo, è una realtà che si sta incaricandodi dimostrare che nel mondo il mercato può esistere anche senza democrazia o in presenza di democrazie deboli. È la realtà di una diffusa crisi democratica, di pericolose pulsioni xenofobe e razziste che ormai trovano aperta espressione e rappresentanza politica, come il voto austriaco ha appena dimostrato. È la realtà di un generalizzato bisogno di decisione che si manifesta con un insieme di semplificazione mediatica dei problemi, di fastidio per ogni complessità, di richiamo alle paure più profonde delle persone, di tendenze all'investitura plebiscitaria della leadership, di scavalcamento o marginalizzazione delle istituzioni, di noncuranza per la patologica concentrazione del potere, di irrisoria facilità nell'oscillare tra il ruolo di profeti della deregulation e quello di paladini dell'intervento dello Stato. Di tutti questi fenomeni il nostro Paese, anche per l'evidente propensione del Presidente del Consiglio ad esserne l'incarnazione, è purtroppo un evidente esempio.


    Non vecchie narrazioni e residui del passato, insomma. Noi siamo l'opposizione dell'innovazione e della democrazia che decide. Abbiamo la preoccupazione per la complessità dei problemi presenti e sentiamo la responsabilità di cercare risposte nuove per difendere e rafforzare la nostra democrazia, per rendere il nostro Paese più moderno.

    Walter Veltroni
    01 ottobre 2008

    Tratto dal "www.corriere.it"
     
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    Dunque io sono in gran parte d' accordo con onesto (soprattutto nell' analisi dei difetti interni del Partito Democratico), tuttavia trovo che qualche timido segnale di risveglio di veltroni e di almeno parte del PD sia in atto; in questo senso la lettera del segretario dei Democratici mi sembra un discreto inizio.
     
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  5. lupog
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    continuo a ritenere che solo attraverso un opposizione che incalzi il governo su come agisce proponendo contestualmente alternative di programma chiare il PD possa intaccare l'attuale strapotere di consenso del Cavaliere. invece continua ad eseercitarsi in una battaglia imperniata sulla persona di Berlusconi e sulle sue magagne personale. In questo modo fa fiasco su tutta la linea.
    Vorrei anche osservare come l'alleanza con Di Pietro si stia rivelando un grosso boomerang. L'italia dei Valori sta assumendo il ruolo protestatario che fu nella passata legislatura dell'estrema sinistra. Proprio quello che Veltroni non voleva. Inoltre nella sua ansia di distinguersi Di Pietro non risparmia quando ne ha la possibilità frecciatine a Veltroni: a parole non ne nega il ruolo di leader ma nei fatti non perde occasione di dirgli come dovrebbe agire per incalzare la maggioranza, quasi a volerne sottolineare l'inadeguatezza e a volersi accreditare come alternativa presso l'elettorato di centrosinistra.
     
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  6. onestobender
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    CITAZIONE
    invece continua ad eseercitarsi in una battaglia imperniata sulla persona di Berlusconi e sulle sue magagne personale.

    Però Fabrizio, Berlusconi ha un grosso potere: se si vuole sostituirlo (almeno in ambito politico), bisogna per forza attaccarlo (pensaci bene, è doveroso anche dal punto di vista politico) e per fare ciò, se non si citano le sue magagne, si cade nel grottesco come è successo a Veltroni (che Oskar, per me ormai si è bruciato).
    Mi si dirà: ma tanto alla gente non interessano queste cose.
    Beh, bisognerà trovare un modo per farli interessare, perchè per governare in Italia si deve necessariamente passare su di lui (politicamente intendo).


    CITAZIONE
    Vorrei anche osservare come l'alleanza con Di Pietro si stia rivelando un grosso boomerang.

    Ecco, hai messo in luce un'argomento importantissimo.
    L'alleanza con Di Pietro non sta funzionando perchè non è impostata nel modo migliore (anzi, temo che non sia impostata proprio).
    Tuttavia in questo rapporto le potenzialità non mancano.
    Innanzitutto Di Pietro è in grado di attrarre un certo tipo di elettorato tipico della destra.
    Poi Di Pietro potrebbe servire come una sorta di "messaggero scomodo", ovvero per fare arrivare alla gente alcuni messaggi forti.
    In questo modo Veltroni, al posto di censurare o di schermirsi per non far scappare chissà chi (non penso che gli siano rimasti molti elettori...) , potrebbe inziare a commentare con frasi del tipo "Di Pietro solleva problemi giusti", "Di Pietro non ha tutti i torti".
    Insomma, dovrebbero giocare un pò al poliziotto buono/poliziotto cattivo: l'obiettivo è lo stesso, ma l'Italia dei Valori dovrebbe servire per dire le cose in un modo (e quindi a raggiungere un certo tipo di elettorato) che il Pd, in linea teorica, non si può permettere.
     
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  7. lupog
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    CITAZIONE (onestobender @ 1/10/2008, 18:53)
    Però Fabrizio, Berlusconi ha un grosso potere: se si vuole sostituirlo (almeno in ambito politico), bisogna per forza attaccarlo (pensaci bene, è doveroso anche dal punto di vista politico) e per fare ciò, se non si citano le sue magagne, si cade nel grottesco come è successo a Veltroni (che Oskar, per me ormai si è bruciato).
    Mi si dirà: ma tanto alla gente non interessano queste cose.
    Beh, bisognerà trovare un modo per farli interessare, perchè per governare in Italia si deve necessariamente passare su di lui (politicamente intendo).

    una strategia di opposizione volta ad attaccare Berlusconi sul piano personale è stata già seguita abbondantemente nelle passate legislature. ed è stata facilmente sgominata dal Cavaliere che ha avuto buon gioco nel portare la polemica a proprio favore accusando la sinistra di saper solamente demonizzare l'avversario. E in questo è stato ancora più favorito dal fatto che quando è stata al governo la sinistra non ha affrontato il problema del conflitto di interessi: ciò ha indotto quella parte dell'elettorato a cui questi temi interesserebbero anche, a pensare che le critiche a Berlusconi sono state utilizzate più come arma tattica ( se non anche di ricatto) contro l'avversario che come esigenza di risolvere il problema. A mio parere solamente incominciando ad incalzare il governo sulle deficenze del programma e nella sua realizzazione il PD potrà guadagnare punti. A patto di proporsi anche come reale alternativa programmatica



    CITAZIONE
    Ecco, hai messo in luce un'argomento importantissimo.
    L'alleanza con Di Pietro non sta funzionando perchè non è impostata nel modo migliore (anzi, temo che non sia impostata proprio).
    Tuttavia in questo rapporto le potenzialità non mancano.
    Innanzitutto Di Pietro è in grado di attrarre un certo tipo di elettorato tipico della destra.
    Poi Di Pietro potrebbe servire come una sorta di "messaggero scomodo", ovvero per fare arrivare alla gente alcuni messaggi forti.
    In questo modo Veltroni, al posto di censurare o di schermirsi per non far scappare chissà chi (non penso che gli siano rimasti molti elettori...) , potrebbe inziare a commentare con frasi del tipo "Di Pietro solleva problemi giusti", "Di Pietro non ha tutti i torti".
    Insomma, dovrebbero giocare un pò al poliziotto buono/poliziotto cattivo: l'obiettivo è lo stesso, ma l'Italia dei Valori dovrebbe servire per dire le cose in un modo (e quindi a raggiungere un certo tipo di elettorato) che il Pd, in linea teorica, non si può permettere.

    in questo senso, Roberto, è utile analizzare i flussi di voti che hanno coinvolto l'Italia dei valori e che mostrano come il partito di Di Pietro sia in una fase magmatica di ricerca della propria identità: solamente gli elettori della sinistra arcobaleno hanno manifestato meno fedeltà di quellii di Di Pietro rispetto alle scelte del 2006; l'IDV è stato un avversario del PD anche in termini di voti: infatti il 36 % dei suoi elettori proviene dall'Ulivo. Molto meno invece dal centrodestra, con provenienza sopratutto del centro sud dove non è detto che a fare breccia sia stata l'intransigenza dell'ex pm in tema di giustizia. Di Pietro ha sfruttato anche il crollo della Sinistra arcobaleno. Insomma prende voti un po' da tutti, e in particolare però sembra fare più concorrenza al PD che erodere elettorato a destra.


    http://e20.unito.it/osservatoriocomunicazi...al%20centro.pdf
    http://www.cattaneo.org/pubblicazioni/anal...gno%202008).pdf
    http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/p...elettorali.html

    Edited by lupog - 1/10/2008, 20:04
     
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  8. segretario_90
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    Raramente mi sono trovato d'accordo con qualcuno come in questa discussione con Bender, mentre invece lupo mi ricorda tanto Klaus Dhavi con il suo immortale "Come vincere le elezioni senza parlare male di Berlusconi". Che, perdonate ma devo proprio dirlo, è una CAZZATA COSMICA.

    Perché ha ragione Bender

    CITAZIONE
    Berlusconi ha un grosso potere: se si vuole sostituirlo (almeno in ambito politico), bisogna per forza attaccarlo [...] e per fare ciò, se non si citano le sue magagne, si cade nel grottesco come è successo a Veltroni

    (e con l'ultima frase sono sicuro che il nostro omino di latta ha pensato al "principale esponente" di cui Berlusconi si è preso platealmente gioco)

    CITAZIONE
    Mi si dirà: ma tanto alla gente non interessano queste cose.
    Beh, bisognerà trovare un modo per farli interessare, perchè per governare in Italia si deve necessariamente passare su di lui (politicamente intendo).

    E anche su questo sono perfettamente d'accordo: devi far capire alla gente la mostruosità dell'uomo più ricco d'Italia che dispone in toto della tv e di altri mezzi di comunicazione di massa, devi smascherare le sue balle, ma devi farlo capire con parole semplici, senza dare l'impressione (e qui ti do ragione Fabrizio) di farlo solo per tatticismo, o solo per "demonizzare".
     
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  9. lupog
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    CITAZIONE (segretario_90 @ 1/10/2008, 20:55)
    Raramente mi sono trovato d'accordo con qualcuno come in questa discussione con Bender, mentre invece lupo mi ricorda tanto Klaus Dhavi con il suo immortale "Come vincere le elezioni senza parlare male di Berlusconi". Che, perdonate ma devo proprio dirlo, è una CAZZATA COSMICA.

    nooooooo come Klaus Davi no, piuttosto mi faccio prete.... :wave:

    CITAZIONE
    devi far capire alla gente la mostruosità dell'uomo più ricco d'Italia che dispone in toto della tv e di altri mezzi di comunicazione di massa, devi smascherare le sue balle, ma devi farlo capire con parole semplici, senza dare l'impressione (e qui ti do ragione Fabrizio) di farlo solo per tatticismo, o solo per "demonizzare".

    perchè fino ad ora che ha fatto la sinistra se non cercare di dimostrare la mostruosità di Berlusconi? tra l'altro, perdonami segretario, ma ritorna in queste parole il vecchio difetto dell'avanguardia illuminata di sinistra che vuole spiegare al popolo bue quanto gli avversari siano beceri; il tutto nella illusoria speranza ( destinata ciclicamente scontrarsi con una ben diversa realtà) che con questa sua tattica non emergano le carenze nella fase propositiva della propria politica, destinate invece a ripresentarsi impietosamente quando il centrosinistra diventa forza di governo.
     
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  10. segretario_90
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    Sì, io appartengo alla Setta degli Illuminati.

    A parte gli scherzi, io sono ben consapevole che ci vuole una seria proposta di governo, ma prima devi massacrare (metaforicamente, si intende) Berlusconi, porca pupazza. Che caspita, fai quello e hai già fatto metà del lavoro, Sacripante.
     
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  11. lupog
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    CITAZIONE (segretario_90 @ 1/10/2008, 23:02)
    Sì, io appartengo alla Setta degli Illuminati.

    A parte gli scherzi, io sono ben consapevole che ci vuole una seria proposta di governo, ma prima devi massacrare (metaforicamente, si intende) Berlusconi, porca pupazza. Che caspita, fai quello e hai già fatto metà del lavoro, Sacripante.

    cosa che da sinistra si è sempre cercato di fare . Qual'è la novità dunque? per me bisogna fare l'esatto contrario : prima proporre una seria alternativa di governo e poi ci si può permettere di fare le pulci agli interessi di bottega del Cavaliere.
    e in tal senso mi riaggancio al topic di esordio di karma: Alitalia è stata una grande occasione per operare in questo senso. Un'occasione clamorosamente sprecata. D'altronde che altro si poteva sperare con Veltroni impegnato a cercare di vendere agli italiani la favola di una CGIL irretita dal Cavaliere? Se a sinistra non si si riesce neanche a far ordine tra le proprie fila, non si può certo pretendere di impensierire il Cavaliere, che in questi giorni oltre ad avere incassato il successo mediatico di Alitalia è riuscito con la operazione contro la camorra a presentare il suo governo come il difernsore della sicurezza dei cittadini. Alla faccia di Di Pietro.....
     
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  12. _SmokY_
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    Ma perchè mandare via Berlusconi???
    Mi pare stia facendo un ottimo se non eccellente lavoro, se non fosse per chi tira sempre fuori le sue beghe personali forse farebbe ancora di più!
    :lollosso:
     
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  13. alexandrom
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    la maggior parte del popolo italiano , con le recenti elezioni ha detto in sostanza questo :

    1) Il fatto che Berlusconi non rispetti la legge non ha importanza e che la usi principalmente a suo uso e consumo NON ci interessa;

    2) L'immagine di Berlusconi , la sua persona , i suoi modi di fare ci piacciono.

    3) Il conflitto di interessi , il controllo mediatico NON sono fenomeni da prendere in considrazione per la scelta del leader.

    L'opposizione deve prendere atto di questo. E deve prendere atto del fatto che al momento non esiste nello schieramento di sinistra nessun leader in grado di reggere lo scontro con il cavaliere.

    Deve rendersi conto inoltre che lo stile "mediatico" di questo governo "buca lo schermo" , messaggi semplici e chiari.

    Si preferisce la forma alla sostanza. E questo è tipico italiano. La nostra storia lo dimostra , una passione sconfinata per l'immagine , lo stile l'arte.

    La formula di comunicazione del pdl , è efficace sia nei confronti del popolo e sia nei confronti dell'avversario.

    A livello internazionale di questi tempi si preferisce dare il voto ai conservatori.

    Ergo..... per lo schieramento di sinistra IMHO è importante trovare un identità , una coesione e sopratutto evitare pratiche di autolesionismo.Quando nn si ha nulla di meglio da dire... meglio tacere

    IMHO


     
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  14. segretario_90
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    E' dal 1994 che la sinistra non attacca Berlusconi sul conflitto d'interessi e sui suoi processi, forse lupo sta parlando della sinistra di un universo parallelo
     
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  15. alexandrom
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    CITAZIONE (segretario_90 @ 2/10/2008, 10:01)
    E' dal 1994 che la sinistra non attacca Berlusconi sul conflitto d'interessi e sui suoi processi, forse lupo sta parlando della sinistra di un universo parallelo

    :lollosso:
     
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29 replies since 28/9/2008, 11:36   268 views
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