Deus vult

L'epopea delle Crociate

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  1. Paul the Templar
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    Un’analisi seria sul fenomeno delle crociate deve prendere in esame più situazioni,più motivazioni e in fine più argomentazioni,che non siano precostruite sulla base di un’interpretazione volta alla condanna di quello che fu un fenomeno a più facce,religioso,economico e sociale.

    L’Europa del XII secolo era pervasa da fermenti di ogni genere.
    La motivazione principale,tuttavia,era data dalla necessità di fermare l’espansione dell’Islam che minacciava ormai l’impero bizantino,oltre alla fortissima spinta data dalle vicende della Reconquista,che dall’VIII secolo aveva arginato la conquista araba in Spagna.

    Due ordini di fattori a cui va aggiunto quello che diede la spinta decisiva alla costituzione della prima Crociata,il fattore religioso.

    Da molti anni i preti,i papi e l’apparato ecclesiale,era mobilitato in una sensibilizzazione delle coscienze sulla necessità spirituale di liberare il Santo Sepolcro dal dominio dell’Islam:e su questo si andavano ad innestare i vari fattori menzionati precedentemente,e quindi la necessità di dare uno sbocco alle ambizioni della nobilta’,ritornata in auge dopo la dissoluzione dell’impero carolingio,quella di rispondere concretamente alla crescita impetuosa della popolazione in Europa,e infine uno sbocco commerciale importante per quelle città che vivevano la loro economia sul mare,come nel caso delle repubbliche marinare.

    Accanto a queste pulsioni si verifica un fenomeno nuovo:la nascita delle milizie religioso-militare,prime fra tutte quella dei Templari e dei cavalieri Teutonici.
    Va smentito,con vigore,il teorema che vuole le Crociate come un affare lucroso;non lo furono.

    L’organizzazione militare della crociata era estremamente svantaggiosa,economicamente;preparare un esercito,equipaggiarlo,finanziare i cavalieri e i trasporti e infine muovere masse enormi di soldati rovinò moltissime economie,e i saccheggi,che peraltro furono praticamente concentrati nella prima,vittoriosa crociata,non coprirono di certo le spese per l’organizzazione.

    Le crociate ebbero una specie di prologo fallimentare con quella indetta dal predicatore Pier l’Eremita nel 1096,che portò al massacro la quasi totalità dei partecipanti:partiti senza equipaggiamento,armati solo della fede,benedetti da Papa Urbano II,i proto crociati si arenarono davanti Costantinopoli,dove,uccisi senza pietà dai Turchi,piagati da malattie,febbri e fame,si dissolsero nel nulla.

    La notizia del disastro funzionò da detonatore:l’indignazione per il massacro montò come una marea,e si aggiunse ad un forte sentimento anti islamico,che,come abbiamo visto,aveva le sue origini nelle predicazioni per la liberazione del santo sepolcro e nel desiderio di rivincita innestato dalla Riconquista.

    Un genuino sentimento religioso,promosso anche dalle parole del papa,che prometteva l’indulgenza da ogni peccato passato e da ogni peccato commesso in difesa della croce,venne amplificato e si trasformò ben presto in una massiccia adesione al programma di conquista della Terrasanta.

    Alle parole di Urbano II risposero i capi più importanti degli stati europei,ma soprattutto i nobili più valorosi: Raimondo IV di Tolosa, Baldovino di Fiandra, Goffredo di Buglione, Boemondo di Taranto e Tancredi d'Altavilla risposero con sincero ardore alla chiamata alle armi.

    Sicchè si formò,nel 1096,presso Costantinopoli,il grosso dell’esercito che avrebbe tentato la conquista di Gerusalemme;li,nel maggio del 1097,dopo l’alleanza stretta con Alessio I Comneno,l’esercito si radunò,pronto alla guerra.

    In pochi mesi i crociati demolirono l’esercito ottomano,prendendo Antiochia e isolando,in pratica,Gerusalemme.
    A maggio del 1099 l’esercito giunse a Gerusalemme:furono visti molti,fra i nobili e condottieri crociati,piangere di gioia alla vista delle mura della città.

    Fu posto l’assedio,che durò fino al 5 luglio,con battaglie furibonde fra assedianti e assediati.
    E fu proprio il 5 luglio che l’esercito,vinte le ultime disperate resistenze,entrò a Gerusalemme.

    Qui avvenne quello che purtroppo verrà ricordato,dai libri di storia,come il massacro più infame del medioevo:i crociati ebbri di gioia,si abbandonarono a devastazione e massacri,sotto gli occhi indulgenti dei capi militari.

    Migliaia di uomini,donne e bambini furono massacrati senza pietà,in un’orgia di sangue che macchiò,indelebilmente,l’impresa appena compiuta.

    I resoconti di quel giorno sono agghiaccianti:alcuni cronisti raccontano come molti soldati sgozzassero bambini di ogni età,degli stupri di massa e delle decapitazioni indiscriminate,del sangue che scorreva per le strade,raggiungendo spesso le caviglie dei crociati.

    La città,messa a ferro e fuoco,venne depredata e saccheggiata,mentre i capi militari si inginocchiavano davanti alla basilica del San Sepolcro,commossi e piangenti.

    Un solenne Te Deum risuonò così,per la prima volta da secoli,nella culla della cristianità.

    Goffredo di Buglione venne eletto governatore della città,avendo egli rifiutato,con modestia,il titolo di Re di Gerusalemme;sulle torri della città sventolavano le bandiere cristiane,le croci rosse in campo bianco.
    Iniziava una difficile,se non impossibile,convivenza tra ebrei,cristiani e musulmani,che sarebbe sfociata in lotte culminate nella riconquista musulmana di Gerusalemme,ad opera di Saladino.

    Negli anni successivi accadono diverse cose:prima fra tutte,la più importante,la presa di Edessa da parte di Imad ad-Din Zengi,che allarmò così tanto la cristianità da spronare papa Eugenio III alla proclamazione della 2a crociata,condotta agli inizi da Luigi VII e Corrado III;crociata fallita miseramente perché l’armata di Corrado venne distrutta dai Turchi in Anatolia,e quella di Luigi,raffazzonata alla meglio,fallì l’attacco a Damasco
    Altra cosa importante,dal punto di vista storico,la nascita dell’ordine religioso-militare dei templari,nel 1199,su ispirazione di Bernardo di Clairvaux:l’ordine avrà un’importanza decisiva sulle sorti della cristianità in Oriente,tanto che furono gli ultimi a lasciare la terrasanta,a San Giovanni d’Acri.

    Nel frattempo accadono altre cose,nel medio Oriente.
    I musulmani,sotto la guida di Nur ad Din,e grazie all’esercito,splendidamente capitanato da Salah ad-Din,conosciuto in Europa come Saladino,conquistano dapprima l’Egitto,e poi,in una cruenta battaglia,ad Hattin,presso il lago di Tiberiade,sconfiggono l’esercito cristiano.

    E’il preludio alla conquista di Gerusalemme,che cade dopo un lungo assedio,nel 1187,in ottobre.
    Gli uomini di Saladino si abbandonarono anch’essi al massacro,non differendo,in questo,dai comportamenti tenuti dai cristiani,anche se,va detto per onore storico,Saladino fu generale duro,ma giusto,sia con i suoi che con i nemici.

    L’impressione prodotta dalla caduta di Gerusalemme fu enorme:per ottanta anni era rimasta in mano cristiana,erano in molti i nobili europei che avevano terre e interessi in quella città,così come vennero colpiti gli interessi degli ordini militari-religiosi come i templari,che avevano pagato un tributo di sangue enorme per la difesa della Terrasanta.

    Poco tempo dopo papa Innocenzo III,raccogliendo il sentimento popolare,si fece promotore di una nuova crociata,la quarta in ordine di tempo

    Crociata che partì malissimo e finì peggio;costretti a dipendere da Venezia per il trasporto di uomini e armamenti,i crociati accettarono di aiutare la repubblica veneziana nel rivendicare il trono di Costantinopoli;l’assedio riuscì e la città cadde,con la consueta e triste litania dei massacri e depredazioni,ma distolse l’esercito dal suo compito iniziale.

    L’esercito ritornò indietro e Gerusalemme restò saldamente in mano musulmana.
    Nel frattempo in Europa era in continua ascesa la stella di Federico II,sovrano illuminato e ambizioso.
    Il giorno della salita sul trono aveva promesso,solennemente,di partecipare alla crociata per la liberazione di Gerusalemme;ma passò troppo tempo,tanto che papa Gregorio IX spazientito,lo scomunicò.

    Federico alla fine partecipò alla crociata,ma a modo suo;invece che tentare un improbabile attacco militare,negoziò con il sultano d’Egitto,Malik al Kamil,una specie di protettorato della città santa,riconoscendo diritto di culto ai musulmani,oltre alla giurisdizione sui templi sacri all’Islam.
    Fu così,che senza colpo ferire, Gerusalemme ritornò in mano cristiana,anche se parzialmente.

    Federico II aveva in effetti ottenuto solo una tregua decennale;ma per lo stupor mundi era comunque una vittoria.

    Il grande sovrano,appassionato di storia e civiltà,tentò di capire,più che di conquistare,la mentalità araba.

    Valgano come esempio le parole riportate da un cronista degli eventi:” Se non fosse che io temo il crollo del mio prestigio presso i Franchi, non avrei imposto al Sultano queste condizioni. Io non ho alcuna effettiva mira su Gerusalemme né su altra terra, ma ho solo voluto tutelare il mio onore presso la Cristianità”

    Parole di un uomo attento,furbo e lungimirante.
    Quello di Federico II fu l’ultimo periodo di pace relativa,nella città santa.

    La sesta crociata è un punto di svolta nella storia europea e della Terrasanta.
    Federico II si era limitato ad un accordo praticamente solo commerciale,ottenendo una sostanziale non belligeranza,che però era solo di facciata.

    Nel 1244 scontri violenti fra Corasmi e Mamelucchi,etnie guerriere delle varie fazioni che si fronteggiavano in medio oriente,misero a ferro e fuoco i territori attorno Gerusalemme,senza che le autorità principali potessero o volessero fare qualcosa per fermarle.

    Così,nel 1245,Gerusalemme venne assaltata e depredata.

    Oltre 30.000 persone perirono in maniera atroce,e si assistette al solito feroce corollario di violenze.

    Non vennero risparmiate nemmeno le tombe degli antichi re di Gerusalemme,quei principi cristiani che avevano scelto la città santa come luogo di sepoltura:molti di essi vennero inumati dalle tombe,e i loro corpi distrutti.

    L’eco degli avvenimenti giunse in un’Europa molto diversa da quella che aveva partecipato alla prima crociata.

    Non c’era più lo spirito di rivincita sull’Islam,la frantumazione stessa dei regni e la debolezza dei loro governanti erano un freno a qualsiasi tentativo di ricostituzione di un esercito in grado di minacciare nuovamente l’Islam.

    Fu Luigi IX ,il re di Francia,a sobbarcarsi l’onere del tentativo.

    Che non fu rivolto verso la città santa,bensi verso la sede del governo centrale,Il Cairo.

    I crociati,dopo una cruenta battaglia,si impossessarono del porto di Damietta,e qua commisero un errore strategico enorme:rifiutarono di barattare la loro vittoria,e quindi di cedere il porto in cambio di Gerusalemme.

    Baybars,il comandante delle forze islamiche,approfittò di una serie di fattori concomitanti,come l’imperversare tra le file crociate di malattie come la dissenteria e lo scorbuto,il tifo e le febbri,per sconfiggere l’esercito crociato,e lo sbaragliò.

    Lo stesso Luigi IX venne catturato,e liberato in seguito solo grazie al pagamento di un riscatto enorme,800.000 bisanti,procurato alla regina di Francia,interlocutrice durante le trattative,da parte dei riottosi cavalieri Templari.

    Un episodio che influirà sul loro futuro,pesantemente.

    Ritornato in Europa,Luigi IX,su ispirazione di papa Clemente IV,riprese le armi,e questa volta si recò verso Tunisi,per guadagnare alla causa cristiana il re della città.

    Ma durante l’assedio scoppiò un’epidemia di peste,che azzerò di fatto l’esercito,portandosi via la vita di re Luigi.

    Il disastro della spedizione fu appena attenuato dalla concessione,a Carlo D’Angiò,dell’isola di Malta.

    La nona crociata non andrebbe nemmeno menzionata,in quanto più che fare guerra ai musulmani,i vari protagonisti della spedizione la fecero contro se stessi.

    I sultano Khalil attaccò l’ultimo avamposto crociato in terra santa,Acri,che cadde dopo 43 giorni di assedio.

    Acri era difesa per la quasi totalità dai cavalieri Templari,che fecero prodigi di valore,inutilmente.

    Il giorno della caduta di Acri,il sultano diede ordine di passare per le armi tutti i prigionieri,che caddero in una carneficina senza precedenti.

    Furono 60.000 le vittime,e da quel momento,la cristianità fu definitivamente cancellata dalla Terrasanta.

    Le crociate terminavano virtualmente con un bagno di sangue,quello stesso sangue che era stato versato in maniera tanto copiosa e indegna durante la prima presa di Gerusalemme.

    Per due secoli mezzo,nella Terrasanta si era combattuto e cercato difficili accordi,si erano costruiti difficili equilibri e coabitato con una civiltà molto differente da quella europea.

    I due mondi si erano conosciuti,scontrati,allontanati.

    Ma non tutto va guardato in un’ottica negativa.

    L’Europa aveva aperto nuovi fronti culturali e commerciali,che andavano ben aldilà delle mere battaglie;era riuscita a frenare l’avanzata dell’islam,ricacciandola entro confini delimitati;le repubbliche marinare avevano trovato nuovi mercati,e spalancato le porte a commerci fiorenti;una nuova classe intermedia,quella della ricca e media borghesia,dei nuovi nobili,prendeva rapidamente piede in Europa,sostituendo quella vecchia e incancrenita che declinava velocemente;arrivavano,in Europa,una cultura differente,cognizioni mediche e geografiche,culturali sconosciute.

    L’Europa,in definitiva,usciva dal suo tradizionale isolamento e si apriva ad un nuovo mondo.

    A questo va aggiunto il radicamento delle tradizioni cristiane nei paesi conquistati,che permisero di allacciare rapporti con popoli tradizionalmente sconosciuti;valga,per tutti,l’apertura di una porta ad oriente,con i primi contatti avvenuti con i mongoli.

    In definitiva,la spada lasciava il passo alla diplomazia,al commercio,allo scambio culturale.

    Per altri duecento anni l’Europa avrebbe contato su questi popoli,su questi territori,per la sua espansione non più militare,ma commerciale.

    Duecento anni dopo,a fine del 1400,con l’avventura di Colombo,l’Europa avrebbe scoperto che c’era tanta ricchezza anche dall’altro capo del mondo,e sarebbe entrata nella modernità.


    Fonti:

    Storia delle Crociate, di Jonathan
    Riley-Smith

    L'avventura di un povero crociato, di Franco Cardini


    Edited by Paul the Templar - 15/11/2008, 08:46
     
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  2. Pandrea
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    Non si dice "Deus vult"?
     
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  3. Lu³
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    si.. si dice così...
    una precisazione... la civiltà araba e quella occidentale erano in contatto già dal IX secolo, quando gli arabi avevano preso anche il meridione d'Italia, trasformando per altro la Sicilia in uno dei più fiorenti poli commerciali e culturali del mediterraneo.
     
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  4. Paul the Templar
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    Deus lo vult, o Deus le volt ,storpiatura dell'espressione latina Deus vult! col significato di Dio lo vuole, fu il grido di battaglia usato da Pietro l'Eremita nelle sue predicazione per la Crociata dei pezzenti.
    Ho usato la forma arcaica proprio per sottolineare il carattere popolare delle crociate. ;)
     
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3 replies since 13/11/2008, 18:35   969 views
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