Il tesoro del pirata "Black" Sam Bellamy

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  1. Paul the Templar
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    Una carriera breve, folgorante, per una vita breve anche per un pirata, quella di Sam Bellamy,soprannominato Black Sam. Una vita vissuta al massimo, che lo ha portato nella leggenda pur essendo morto, Black Sam, a soli 28 anni. Una vita iniziata il 23 febbraio del 1689, a Hittleigh, un piccolo paese della contea del Devonshire, in Inghilterra;figlio di Stephan e Liz Bellamy, Sam rimase orfano della madre pochi giorni dopo la sua nascita, e suo padre dovette ben presto accudire lui e i suoi sei fratelli, compito assolutamente improbo, per un uomo.

    Divenuto adulto in fretta, Sam fu costretto da subito a cercarsi un lavoro, e lo trovò come marinaio, o meglio,come mozzo, nonostante la sua giovanissima età. Il giovane sam ben presto si trsaferì, non essendoci nulla che lo legasse al posto dov'era nato e si trasferì a Cape Code, dove fece l'incontro che avrebbe cambiato la sua vita. Conobbe infatti Maria Hallet, giovane e bella fanciulla del posto, e la seguì ovunque lei andasse; con lei e con il suo tutore,Williams, mise su una piccola ditta specializzata nella ricerca di tesori perduti nei naufragi di navi; la costa della Florida era famosa per le tempeste che avevano inghiottito le navi spagnole, in maggior parte, cariche di tesori sottratti ai Maya e agli incas, agli Aztechi e a tutti i popoli del Sud America.

    I naufragi erano abbastanza frequenti, e non solo per cause naturali; i preziosi carichi dei galeoni spagnoli erano la preda ambita sopratutto da parte dei Fratelli della costa, i pirati che incrociavano quelle acque in cerca di navi da assaltare. Poichè l'impresa di Sam Bellamy rimase praticamente senza frutti, lo stesso sam, accompagnato da Williams, decise di entrare a far parte del pericoloso, ma avventuroso mondo dei pirati. Era un mondo che permetteva a chiunque avesse fegato e spirito di avventura, di arricchirsi anche molto velocemente.

    Ma era anche un mondo pericoloso, in sui si rischiava la vita ad ogni assalto, oltre al rischio di restare mutilati e feriti in maniera grave. Vero è che tra i pirati esisteva una vera è propria assicurazione di stampo moderno contro i rischi derivati da invalidità dovute al pericolo della professione piratesca; tra gli stessi pirati esisteva un codice comportamentale basato su leggi molto precise, che tutelavano gli stessi, come avveniva nelle società civili più progredite. Lasciata a terra, per ovv motivi, la sua amata Marie, Sam entrò al servizio del famoso Caiptano Hornigold, che fu uno dei corsari che l'Inghilterra utilizzò per depredare le navi spagnole, durante la guerra con la Spagna.

    Hornigold era un pirata di modi civili, tanto da essere considerato se non un gentleman, uno dei pochi ad avere un codice d'onore molto rigido. Fu probabilmente da lui che Sam mutuò l'indole generosa verso il nemico, e ne condivise il destino, vedremo in qual modo. ISam apprese molto dal suo capitano, ed u giorno si trovò ad avere la responsabilità della Mary Ann, la nave di Hornigold, deposto per motivi misteriosi; Sam mostrò subito di che tempra era fatto, ed iniziò una serie di attacchi predatori a navi di ogni genere, incluse navi passeggeri o baleniere. Il colpo di fortuna arrivò tuttavia quando la sua nave incrociò la Whydah, una nave potentemente armata che trasportava quel giorno una fortuna in pietre preziose.

    Sam segui per due giorni la rotta della nave da predare, lasciando l'equipaggio della Whydah in preda all'ansia e alla paura; era una tattica usuale,presso i pirati, adottata per valutare sia la pericolosità sia il rischio che dietro l'aspetto pacifico delle rpede non si nascondesse una nave da guerra camuffata. La Whydah possedeva almeno 40 cannoni, quindi era in netta superiorità nel caso di uno scontro a fuoco; ma per qualche motio, il capitano della Whydah, dopo il primo colpo di cannone, decise di arrendersi a Bellamy. Narra la leggenda che il giovane Sam avesse fatto un patto con il diavolo, chiedendogli di fargli catturare una nave intatta; aldilà dell'aneddottica, il comportamento del capitano della Whydah risulta ancora inspiegabile. Forse la paura di una abbordaggio cruento, forse l'aver sopravvalutato l'effettiva potenza della Sultana, la nave sulla quale navigava ora Bellamy, convinsero il comandante della nave ad arrendersi.

    E in fondo ebbe anche fortuna, perchè l'abbordaggio fu incruento,e Bellamy, che era generoso e leale, lasciò la sua nave, la Sultana, al rivale, lasciandogli quindi salva la vita. Quello di Bellamy fu un colpo di fortuna senza pari, perchè la Whydah conteneva un autentico tesoro, stimato, all'epoca dei fatti, in 80.000 sterline tra oro, pietre preziose avorio e spezie che la nave trasportava. La armò ancor più potentemente, aggiungendo cannoni alla dotazione e inizò nuove scorrerie tra i mari, diventando l'incubo delle navi che incrociavano la sua rotta. In un solo anno si calcola che Sam riuscì a catturare e depredare oltre 50 navi, molte delle quali proprio grazie alla potente Whydah; ma anche Sam aveva un debole, e quel suo lato romantico, l'amore per Maria gli riuscì fatale.

    Bellamy era diventato un pirata non solo per spirito d'avventura, ma mosso dall'ambizione di diventare ricco il più velocemente possibile, per poter sposare la sua amata. Forse fu per questo motivo che navigò su una rotta molto pericolosa, quella che portava nel New England. A Weelfleet, in Massachusets, la piccola flotta di Bellamy incontrò una violentissima tempesta, che in poco tempo fece affondare l'intero convoglio. Sopravvissero solo 9 pirati, che riuscirono in qualche modo a toccare terra. Solo due di loro sfuggirono alla legge, mentre gli altri vennero catturati e impiccati. Finiva a soli ventinove anni la carriera di pirata di Sam Bellamy, in maniera imprevista. Per chi crede alle leggende fu il diavolo a reclamare il saldo del patto fatto con lui, o forse fu la sinistra coincidenza che volle che Black Sam perisse come il suo vecchio compagno d'armi, il Capitano Hornigold, che sopravvisse solo due anni alla fatidica data del 27 aprile 1717, data del naufragio della Whydah; Hornigold nel 1719, scomparve durante un viaggio lungo le coste del Messico, affondando con la sua nave e l'equipaggio in un urto contro la barriera corallina. Di lui non si seppe più nulla, come il suo allievo Bellamy.


    Nel 1982 un ricercatore e studioso della storia piratesca, Barry Clifford, si mise sulle tracce della Whydah e del suo prezioso carico; per due anni l'uomo perlustò il tratto di mare nel quale si presumeva fosse affondata la nave di Bellamy, e proprio mentre stava per arrendersi fece una incredibile scoperta. Durante un'immersione, venne recuperata una campana, l'oggetto simbolo di qualsiasi nave, che spesso recava inciso il nome della nave stessa. Con emozione, Clifford lesse il nome fatidico, Whydah.

    Si raddoppiarono gli sforzi, e ben presto, dopo quasi tre secoli di oblio, lentamente ma inesorabilmente le singole parti della nave vennero alla luce. Sessanta cannoni, una teiera ben cesellata, una pistola preziosissima, coperta di salsedine e di incrostazioni, che restaurata, svelò al mondo la sua magnificenza; e poi ancora oggetti d'uso quotidiano, che raccontarono molto più della vita dei pirati di secoli di libri mescolati a leggende e storie poco credibili. La campana con il nome della nave generalmente era montata vicino alla cabina del comandante; quella della Whydah no, era montata vicino agli alloggi dei pirati. Un ulteriore segno della democraticità e del rispetto che Black Sam riservava ai suoi uomini. Nell'area di due chilomteri nella quale sono contenuti i resti della Whidah, gli uomini che lavorano al recupero di quella che è finora l'unica nave pirata arrivata ai giorni nostri, continuano a tirar su oggetti preziosi e no; sotto il mare e sotto parte del relitto, c'è ancora il favoloso tesoro della Whydah, il tesoro depredato nel corso del famoso abbordaggio, mescolato, probabilmente, al frutto delle scorrerie di Bellamy. Il pirata non aveva praticamente mai fatto scalo in posti dove poter depositare il suo bottino, e sicuramente è la sotto, assieme al suo corpo e a quelli del suoi uomini, in attesa di essere ripescato e consegnato al museo di Provincetown, dove il fortunato e bravo Clifford ha creato un museo per mostrare al mondo il frutto del suo paziente lavoro.

    Fonti:
    L' ultima tempesta del Whydah. «Ho ritrovato il tesoro del pirata Black Sam Bellamy» di Clifford Berry

    Edited by Paul the Templar - 15/11/2008, 08:43
     
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