Höss, il boia di Auschwitz

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  1. Paul the Templar
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    Un nome sconosciuto.

    Un uomo che a guardarlo in foto esprime solo un vago senso di repulsione,con quei lineamenti squadrati,duri;lo sguardo cattivo,in cui non brilla l’intelligenza,ma una forma strisciante di selvaggia forza bruta.

    Un uomo abituato a comandare,evidentemente.

    Un uomo responsabile,in qualche modo,dell’annientamento di oltre 2.500.000 di persone,tra uomini,donne,bambini,anziani.

    Il suo nome era Rudolf Hoss,ed era il comandante di quell’officina della morte che era Auschwitz.
    Il più giovane sergente della storia militare tedesca,divenuto tale a soli 17 anni,nel 1917,lui che era nato nel 1900.

    Un uomo a cui il Fuhrer,attraverso Himmler affidò il compito di accelerare la soluzione finale del problema ebraico,la triste allocuzione che Hoss applicò alla lettera.

    Fu lui,nel 1940,ad avviare la costruzione delle prime baracche di Oswiecim,o Auschwitz,il nome con cui l’umanità avrebbe conosciuto la piccola località polacca,divenuta simbolo del più grande massacro della storia ai danni della popolazione civile.
    In soli 15 giorni,e con l’aiuto forzato di circa 10.000 prigionieri,Hoss avviò la costruzione del campo,tra mille difficoltà,come racconterà durante il processo di Norimberga,quando espose ai giurati la realtà dei fatti,esponendo freddamente la storia di un abominio quali l’umanità non aveva mai conosciuto.

    “Voi sapete che non mento,sapete quanto io sia esplicito”,dichiarerà più volte,monotonamente,con fare quasi servile,agli stupefatti uomini che lo stavano giudicando,che pure avevano appreso orrori inimmaginabili durante il primo processo ai gerarchi nazisti,quello che aveva portato molti capi sulla forca,come Kaltenbrunner,Fritsch,Jodl,Von Neurath;il gotha del nazismo,uomini che avevano condiviso con il loro capo,il Fuhrer Adolf Hitler,il sogno folle di una grande Germania costruita sulla pelle di milioni di innocenti.
    Hoss costruì Auschwitz e ci andò ad abitare con la sua famiglia,moglie e 5 figli;dalle sue finestre poteva seguire,giorno e notte l’evoluzione dei lavori,che proseguirono speditamente fino al 1941,quando Heinrich Himmler,il potente capo delle SS,si recò in visita ufficiale nel campo di sterminio,e dopo aver elogiato il fido comandante,gli ordinò di procedere all’ampliamento del campo e alla costruzione di una nuova Auschwitz,Birkenau,a tutti gli effetti una Auschwitz 2,che nelle intenzioni doveva raccogliere almeno 100.000 prigionieri,da eliminare di gran fretta.

    Hoss era un soldato di quelli che non discuteva nessun ordine;rassicurò Himmler sul successo dell’operazione,e si diede subito da fare.
    Richiamato a Berlino Hoss ricevette l’ordine di approntare la tristemente famosa soluzione finale del problema ebraico;e fu un suo uomo,il SS-Hauptsturmführer Fritzsch,a trovare il sistema più veloce;l’utilizzo del Ziklon-B,il micidiale composto di acido cianidrico utilizzato nei dintorni del campo come antiparassitario,e quindi di facile reperimento.
    Ritornato al campo,Hoss sperimentò su un centinaio di prigionieri di guerra russi il prodotto,con esiti purtroppo eccellenti;gli uomini,mandati sotto le docce,respiravano il terribile composto e morivano in pochi minuti.

    A Norimberga,Hoss racconterà di quando,giornalmente,inviava sotto le mortali docce donne e bambini,che morivano velocemente;racconterà di come morivano in piedi,degli sguardi tristi delle madri,che confortavano i bambini più spaventati.

    Lo farà senza mai tradire emozione,salvo in un’occasione,quando un giudice gli chiederà se non ha mai avuto un moto d pietà davanti a quei bimbi inermi,lui,che di figli ne aveva 5.

    Hoss non rispose,ma per la prima volta chinò il capo.
    Nel 1942 Aushwitz e Birkenau entrarono a regime;gli sforzi di Hoss avevano creato una macchina perfetta,una macchina di morte efficiente;lo stesso Eichmann,l’oscuro burocrate che stabiliva le destinazioni finali dei prigionieri,durante il processo in Israele,ebbe a dire “Hoss era davvero un buon camerata”

    Nel 1944 Hoss raggiunse il massimo dell’efficienza,arrivando a gasare e cremare in soli tre mesi oltre 400.000 persone,ma la guerra stava volgendo al termine,e alla fine,agli inizi del 1945,il comandante si ritrovò a fare il percorso inverso a quello compiuto fino ad allora,eliminare,cioè,le prove del massacro,demolendo i crematori,bruciando a ciclo continuo quanti più corpi rimasti e eliminando,in una terrificante corsa contro il tempo,il maggior numero di prigionieri possibile.
    Gli ultimi giorni di guerra videro Hoss impegnato nel tentativo di eclissarsi (come la totalità dei gerarchi nazisti),cosa che il comandante fece,facendo perdere le sue tracce.

    Venne catturato dagli inglesi,che però,non sapendo chi era,lo liberarono.

    Con il risultato che Hoss andò a lavorare nei campi.
    Ma era una preda troppo ambita,dai liberatori,e sulle sue tracce si mise l’intelligence inglese che riuscì a catturalo,con l’involontaria complicità della moglie.

    Nel 1947 si celebrò il processo ad Hoss.

    Durante tutto il dibattimento,mostrò il suo carattere freddo,distaccato;rispondeva impassibile a tutte le domande,senza mai sottrarsi,nemmeno alle domande che fatalmente finivano per scavargli la fossa sotto i piedi.
    Tutto ciò che era accaduto nella fabbrica della morte era passato sotto i suoi occhi;gli sbigottiti giudici di Norimberga conobbero così i nomi di altri criminali,come Eichmann,o come Mengele,l’angelo della morte.

    Appresero particolari raccapriccianti su esperimenti e su omicidi di massa,sugli effetti del Ziklon B e sugli omicidi a colpi di bastone,o con un colpo di pistola alla nuca per i più fortunati.

    In pochi giorni i giudici appresero tutto ciò che c’era da apprendere sui retroscena della turpe storia di Auschwitz,e il 2 aprile 1947,riuniti in camera di consiglio,deliberarono la condanna per Hoss.

    Che non poteva essere altro che quella di morte.
    La forca ad Aushwitz sulla quale venne giustiziato Hoss
    Il 16 aprile Hoss salì sul patibolo costruito all’interno di Auschwitz,e venne impiccato.
    Scompariva così uno di quei burocrati dello sterminio che avevano contribuito all’olocausto.

    Ed è particolarmente doloroso leggere le parole che scrisse ad uno dei suoi cinque figli.
    Parole che ogni padre dovrebbe dire ai suoi figli,ma che dette da Hoss,testimoniano dell’estrema spaccatura che esisteva nella morale dei nazisti;per loro gli ebrei,gli zingari o le razze inferiori semplicemente non esistevano come entità umane.

    “ Diventa una persona che si lascia guidare soprattutto dal calore e dall’umanità. Impara a pensare e giudicare responsabilmente da solo. Non accettare tutto acriticamente e come assolutamente vero, impara dalla vita. Il più grave errore della mia vita è stato credere fedelmente a tutto ciò che venisse dall’alto senza osare avere il minimo dubbio circa la verità che mi veniva presentata. Cammina attraverso la vita con gli occhi aperti. Non diventare unilaterale: esamina i pro ed i contro in ogni argomento. In ogni tua impresa non lasciare parlare solo la tua mente, ma ascolta soprattutto la voce del tuo cuore”

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0 replies since 20/11/2008, 19:17   895 views
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