Melantone, Bucero, Erasmo e Calvino: studiosi di Agostino

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  1. Cornelio Scipione.
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    Melantone giunse a Wittenberg nel 1518 per insegnare greco e ebraico; all'epoca era già erasmiano, e infatti fu Erasmo a fargli conoscere le fonti della tradizione cristiana che lo introdussero alle opere dei Padri della Chiesa e alla esegesi della Bibbia.
    Oltre ad Erasmo, Melantone fu influenzato molto da Lutero , che lo portò a conoscere bene Agostino nelle sue opere.
    Le sue prime lezioni a Wittenberg furono sulla Lettera ai Romani, perchè ritenuta il testo chiave sull'esegesi biblica.
    La vera svolta di Melantone nei confronti di Agostino, e possiamo dire la sua conversione agli studi agostiniani , si ha nella "Declamatiuncola in Divi Pauli doctrinam", in ci si tesse l'elogio della teologia dell'apostolo; anche Melantone è d'accordo con Lutero affermando che Agostino è la chiave per capire Paolo;
    Melantone insinua che il vescovo d'Ippona(Agostino) è il rappresentante di quel tempo ideale che sta alle origini della Chiesa, la pietra di paragone della tradizione; a saputo cogliere la sapienza dell'apostolo perchè non si è basato sulla filosofia, ma sulla scienza della croce.
    Nei Loci del 1521 Melantone da ad Agostino il grado di più grande dei padri della Chiesa.
    Melantone dichiara poi che Agostino è l'unico ad affermare che nessuno può compiere opere buone senza l'aiuto dello spirito santo; di più: non esistono virtù morali naturali o filosofiche e le eventuali opere che ne derivano sono semplicemente peccato.
    Nel 1539 Melantone scriverà una biografia dell'apostolo da far leggere agli studenti; questo testo non è altro che un elogio ad Agostino, formulato in un linguaggio semplice ed incisivo.
    MA nonostante la profonda ammirazione verso Agostino, Melantone riesce a mantenere un atteggiamento critico.

    Martin Bucero era un domenicano che nel 1518 passò a favore della Riforma.
    Conobbe Lutero e lo considerava più incisivo e più diretto rispetto ad Erasmo.
    Molto probabilmente Bucero possedeva qualche volume dell'opera Omnia di Agostino fatta da Amerbach, e le citazioni su Agostino nelle sue opere ci fanno pensare che probabilmente ne possedeva almeno alcuni.
    Nel 1518 abbiamo testimonianze che conobbe e divenne amico di Froben proprio alla fiera del libro di Francoforte.
    Il punto rovente di Bucero è la polemica contro gli anabattisti, i quali , in virtù del nuovo battesimo, si rifiutano di considerare gli altri come fratelli: a loro Bucero ricorda che il Signore aveva messo in guardia dall'escludere dalla comunità coloro che sbagliano.
    Bucero infatti era d'accordo a pieno con Agostino sul fatto che la scomunica è l'ultimo dei rimedi, che non purifica affatto la Chiesa, anzi, la lacera approfondendo una divisione che può rivelarsi irreparabile.
    Bucero sente il problema dell'unità della Chiesa in maniera particolare e si impegna perchè cessino le ostilità far coloro che discutono sull'unico Vangelo di Cristo.

    Froben, collaboratore di Amerbach, assunto il controllo della tipografia di Basilea, nel 1516 chiese ad Erasmo di collaborare con lui ad una nuova edizione degli scritti di Agostino, ma Erasmo declina l'offerta perchè innanzitutto stava lavorando alle prime due edizioni del nuovo testamento in greco, e poi perchè era si affezionato ad Agostino, ma lo era ancor di più a Girolamo ; e poi anche per questa sua scelta di non collaborare con Froben fu accusato di scrivere libri a favore di Lutero, e lui si difese dicendo che non aveva tempo per rispondere a tali calunnie.
    Tramite le lettere che Erasmo scriveva a Johann Eck, sappiamo che comunque l'affetto per Agostino era grande.
    Dopo varie esitazioni, nel 1520, Erasmo si mette all'opera con Froben per la sua proposta precedente e finì il grande lavoro nel 1529 pubblicando tutti i volumi creando la seconda edizione(dopo quella di Amerbach)l'Opera Omnia di Agostino.

    Calvino conosceva in maniera estremamente completa Agostino, a tal punto da citarlo ben 4100 volte nelle sue opere.
    Famosa è l'affermazione di Calvino:Augustinus totus noster; questa frase non indica solo l'affetto che il riformatore ha per Agostino, ma indica anche che Calvino si qualifica come discepolo di Agostino, e considera Agostino come il sommo maestro nella Chiesa.
    A differenza di Lutero, Calvino non è l'uomo di Chiesa che si ribella al Papato o che protesta contro la vera parola del vangelo, ma è il laico credente che ha una solida formazione umanistica e giuridica; ciò gli permette di di proporre una riforma per la Chiesa con un profondo senso critico,riforma comunque ispirata alla Sacra Scrittura e alla Tradizione della Chiesa Antica.
    Calvino costretto a fuggire, va a Basilea ed è lì , nella città dove domina lo spirito di Erasmo che trova l'occasione di conoscere da vicino l'Opera omnia di Agostino; Ed è in Agostino che Calvino trova la chiave per capire il mistero della legge di Dio ch segna la storia ad ogni persona: la salvezza dipende tuta dall'onnipotenza della grazia divina.
    In numerose opere Calvino userà citazioni su Agostino , e la prova è che sappiamo che riusciva a riconoscere quali erano le opere veramente di Agostino da quelle che circolavano sotto il nome del santo, ma che in realtà non erano sue.
    Bisogna però ricordare che Calvino non è attratto dalle opere filosofiche , ma bensì da quelle della controversia pelagiana che studia e apprezza maggiormente.
    Calvino considera Agostino il miglior rappresentante dei primi cinque secoli della storia del Cristianesimo , tempo in cui nel suo pensiero, la Chiesa antica si era conservata fedele al Vangelo.

     
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0 replies since 21/11/2008, 22:33   482 views
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