UN NUOVO CONTRATTO PER TUTTI

lupog

Posted on 24/12/2008, 13:08

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Tito Boeri, Pietro Garibaldi
Un nuovo contratto per tutti
editore Chiarelettere
€10

Una delle emerge iitaliane riguarda l'organizzazione del mercato del lavoro e del sistema di welfare. Totalmente da riformare. Ma che nessun politico ha il coraggio di modificare. Boeri e Garibaldi in questo agile libretto fanno le loro proposte concrete partendo dall'analisi delle storture attuale. Da un lato l'esistenza dell'anacronistica cassintegrazione che consente ad lacuni lavoratori come quelli di Alitalia un trattamento di privilegio che non ha eguali in Europa. Dall'altra lo scarso peso dato al sussidio di disoccupazione di cui in Italia beneficia solo un disoccupato su 5 ( mentre nei paesi europei più avanzati il rapporto è di 4 disoccupati su 5). E poi cè il mercato del lavoro organiizato su due sistemi che precedono in parallelo, senza ( quasi ) mai incontrarsi: quello dei lavoratori ipergarantiti e quello dei precari senza speranza: solo un precario su 10 riesce a stabilizzare il proprio contratto . Spesso queste due categorie operano fianco a fianco svolgendo le stesse mansioni. Ma con retribuzioni e tutele ben diverse.
Boeri e Garibaldi propongono la creazione di un contratto unico a tempo indeterminato che sottragga i giovani dagli abusi dei datori del lavoro proponendo un percorso definito, molto flessibile all'inizio e con sempre maggiori tutele man mano che si progredisce nella carriera. Una riforma radicale del sistema del welfare centrata sulla valorizzazione del sussidio di disoccupazione al posto della cassa integrazione che si basa sull'anacronistico principio della tutela del posto di lavoro e non del lavoratore o del disoccupato. Riorganizzare i sindacati , attualmente cristallizzati nella difesa dell'esistente, cercando di favorire una vera concorrenza tra le diverse sigle a partire dal basso , dai posti di lavoro.
E infine introdurre un salario minimo.

Boeri e Garibaldi sostengono che le loro proposte non sono per nulla costose: inciderebbero su appena l'1% della spesa corente annuale.
Non ci sono controindicazioni economiche dall'adozione di queste riforme, ma solo resistenze conservatrici di ordine politico, sindacale e culturale.

Assolutamente da leggere :cheers: