GLI ATTI NOTARILI NELLA TOPOGRAFIA MEDIEVALE;L'INCASTELLAMENTO E L'INCASALAMENTO

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  1. Cornelio Scipione.
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    Tra le più importanti fonti documentarie che disponiamo ,ci sono gli atti notarili e le epistole: infatti una lettera o documenti di ambito pontificio spesso possono far riferimento ad alcuni villaggi o cittadine o borghi medievali e ne descrivono la posizione e il luogo.
    Nella metà del XV secolo, il fenomeno dell'abbandono di casali rurali era frequentissimo e i Notai nei loro verbali ne fanno cenno anche quando eccezionalmente un villaggio restava abitato, e queste sono per gli archeologi e topografi notizie importantissime.

    Gli spostamenti degli abitanti medievali da un sistema di vita all'altro:
    -INCASTELLAMENTO PRIMA FASE: X-XII secolo.
    -INCASTELLAMENTO SECONDA FASE: XIII-XIV secolo.
    -INCASALAMENTO(tipico della campagna Romana) : XIV-XV SECOLO.

    La prima fase dell'incastellamento prevedeva la fortificazione di castelli e monasteri, per motivi militari, politici, economici , anche personali di famiglie signorili, e di popolamento(ovvero per ripopolare un territorio e bonificarlo), nascono le curtis.

    La seconda fase dell'incastellamento ha una fisionomia diversa rispetto alla prima fase , ma la sostanza non cambia.L'Impatto fu diverso però rispetto sempre al primo incastellamento: si passa dall'uso del legno all'uso della pietra; compaiono elementi murari e manodopera qualificata, c'è una ridefinizione urbanistica, infatti scompaiono le curtis, inizio della presenza di torri.

    L'Incasalamento: sono aziende agricole nate da accorpamenti di strutture fondiarie , nascita di edifici rurali con presenza di abitato all'interno, ma col tempo queste aziende vennero spesso mandate in affitto e mandate in gestione a imprenditori agricoli , ed è in questa fase che scompaiono le case abitative all'interno del casale.


    Tornando ai nostri notai, grazie alla loro documentazione sia pubblica che privata, abbiamo scoperto come nel medioevo si delimitava un territorio e che criteri adottavano per delimitare le terre e i possedimenti di feudi e autorità ecclesiastiche in ambito della campagna Romana: usavano i corsi d'acqua principali, e sempre per rimanere in ambito laziale: il Tevere e l'Aniene.
    Grazie a queste informazioni molto dettagliate e ad un sistema efficentissimo che i notai dell'epoca usavano per localizzare un determinato luogo, i topografi e gli archeologi sono riusciti sempre a ritrovare un luogo indicato in questi atti notarili.
    Anche se qualche pecca questo sistema ce l'aveva qualche volta, e si presentano problemi a volte perchè i territori suddivisi dai notai spesso avevano una estensione immensa ed era difficile localizzare un preciso abitato , ma in questi casi entrano in aiuto i confini delle diocesi che lo stesso Notaio usava per precisare determinati luoghi.
    Può capitare che i notai ricorrevano a volte ad un toponimo chiamato LOCUS, che poteva essere una collina, una vallata o una particolarità del terreno.
    Purtroppo era raro, anche se non rarissimo che un notaio precisava la distanza esatta da un luogo alla citta di Roma (per restare in ambito Romano).
    Negli ultimi secoli del Medioevo, la precisione e la professionalità dei Notai aumenta notevolmente e questo fa si che le loro indicazioni sono sempre più precise , soprattutto quando si tratta di delimitare i confini di un determinato territorio o contado ecc...
    Quando i Notai fanno riferimento a fontane, piccoli ponti, rocce , alberi , muri antichi ,ecc, questi elementi non sono di certo scomparsi ai giorni nostri, ma hanno senso soltanto quando stiamo parlando di piccole porzioni di territorio, come edifici o al massimo villaggi rurali.
    Il Notaio specificava anche se il fondo che sta descrivendo, per una vendita o per qualunque altro motivo che possa essere pubblico, privato o semi-pubblico, sia una fortificazione arroccata, una cittadella fortificata , un palatium, un castrum, un castello..ecc..
     
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