Mussolini e la presa popolare del fascismo

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Amministratore
    Posts
    15,437
    Reputation
    +1,454
    Location
    Verona

    Status
    Online
    "Mussolini cadde nel fatale errore di voler trasformare in una grande potenza guerriera e imperiale un paese che mancava delle risorse industriali necessarie per questo scopo e il cui popolo, a differenza dei tedeschi, era troppo civilizzato, troppo smaliziato, troppo realista per lasciarsi sedurre da tali vuote ambizioni. In fondo, il popolo italiano, a differenza dei tedeschi, non aveva mai accettato il fascismo. Lo aveva semplicemente sopportato, sapendo che esso rappresentava una fase transitoria. Di ciò Mussolini, verso la fine, sembra che se ne rendesse conto. (...) Per salvare Mussolini, in Italia non fu sparato un solo colpo di fucile, nemmeno dalla milizia fascista. Non una voce si levò in sua difesa. A nessuno sembrò importare il modo umiliante con cui era stato liquidato: l' essere stato scacciato dalla presenza del re e spedito in carcere in una ambulanza. Al contrario: la sua caduta suscitò un giubilo generale. E anche il fascismo crollò non meno facilmente del suo fondatore." (William L. Shirer, "Storia del Terzo Reich").

    A pochi giorni di distanza dal 25 aprile e dalle polemiche che anche quest' anno lo hanno purtroppo caratterizzato, desidero prendere spunto dalle parole di uno dei più importanti storici dell' epoca tra le due guerre mondiali, William Shirer, per confrontarci su quale sia stato il vero ruolo storico e la vera penetrazione popolare del fascismo in Italia.
    Io mi sono formato la convinzione che la tesi di Shirer qui riportata sia corretta. Mussolini mantenne saldo il suo dominio sull' Italia per vent' anni senza però fare davvero breccia nei cuori della maggioranza del popolo. L' ideologia fascista non fu mai l' ideologia delle masse dei nostri concittadini: essi sopportarono il fascismo finché le cose andavano bene, ma non lo accettarono mai come una realtà sacra e intoccabile. A differenza del caso tedesco, l' identificazione tra partito e stato non fu totale in Italia, né la stessa figura del Duce fu mai elevata all' altezza di quella del Führer. Il popolo italiano non fu mai davvero trascinato dall' idea dell' Impero e dalle ambizioni di gloria militare di Mussolini e del fascismo. Per questo la prospettiva della guerra non esaltò le masse italiane, neanche quando questa sembrava essere una passeggiata; esse avvertivano che il conflitto bellico, comunque, sarebbe stato vinto da qualcun' altro, fossero questi i tedeschi, mai visti come veri alleati, o gli inglesi. Gli italiani desiderarono sempre e solo la pace e, in questo, non si identificarono nel Duce e nella sua ventennale retorica militaresca e di conquista. Per questo il fascismo crollò in un battere di ciglia quando la situazione bellica precipitò e solo pochi nostri connazionali, soprattutto se consideriamo i lunghi anni di propaganda del regime fascista, rimasero fedeli a Mussolini.
    Con questo non voglio assolutamente cadere nell' errore di negare che il regime fascista abbia avuto un forte consenso popolare; sarebbe cadere in quella che io chiamo storiografia migliorista, (quella storiografia che vuole più o meno consciamente migliorare la realtà dei fatti mentre li ricostruisce).
    A mio avviso è la natura del consenso del regime fascista a rendere l' esperienza italiana profondamente diversa da quella della Germania di Hitler. Il consenso che il regime nazista si guadagnò fu, per varie ragioni, decisamente più profondo di quello del regime fascista e, soprattutto, decisamente più vero, più indirizzato al regime in quanto tale, un regime legittimato anche oltre le singole decisioni prese. Per questo la Germania andò incontro alla disfatta rimanendo unita intorno al suo capo, mentre la grande maggioranza degli italiani abbandonò il Duce non appena le cose iniziarono ad andare male. Quando, nell' estate del 1943, il regime cadde, si era già da tempo consumata la rottura tra la maggioranza del popolo italiano e il fascismo. Per questo il Re, che era da anni una figura solo rappresentativa, fu visto come un eroe quando mise in atto il suo colpo di stato.
    La mia idea sulla questione qui espressa è ovviamente opinabile e, per questo, spero di poter leggere alcune altre interpretazioni, concordanti o alternative che siano. Mi auguro vivamente però che nessuno voglia svilire il dibattito cadendo in inutili slogan sul Duce o su qualunque altro personaggio storico, ideologia o partito.
     
    Top
    .
  2. lupog
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    William Shirer è stato un profondo conoscitore del nazismo che ha vissuto in presa diretta da giornalista inviato in Germania. Credo invece che della realtà italiana avesse una idea molto meno precisa. Ma è la premessa del suo ragionamento ad essere per me sbagliata : non si può giudicare il consenso acquisito dal regime fascista partendo dalla sua caduta, nel contesto di un Paese messo in ginocchio dalla guerra mondiale.
    Personalmente ritengo che se l'Italia non fosse entrata in guerra il fascismo si sarebbe mantenuto saldo al potere. Gli italiani si distanziarono dal fascismo allo stesso modo con cui vi avevano aderito: valutandone pragmaticamente gli esiti. Il boom dei tesseramenti si ebbe negli anni trenta quando ill fascismo seppe dare risposte alla crisi economica migliori di molti altri paesi. Lo abbandonarono quando apparve chiaro che l'alleanza con la Germania li conduceva verso il baratro.
    Detto questo è assai arduo valutare quanto sia sincero e diffuso il consenso in una dittatura. E il fascismo non fa eccezione a questa regola. O possiedi dei dati che ti possano consentire di misurarlo prima che il movimento o il partito conquisti il potere, come nel caso del nazismo, oppure cerchi di trovare nel modo con cui cui la società, nei suoi molteplici aspetti, si rapporta con il regime degli spunti di interpretazione. Ma è chiaro che il grado di soggettività rimane molto alto.
    Per quanto riguarda il fascismo credo che occorra evitare le opposte generalizzazioni. Da una parte è chiaro che non tutti coloro che prendevano la tessera del partito o erano iscritti alle varie organizzazioni che miravano a irregimentare la società, aderivano convintamente all'ideologia fascista. Ma sarebbe altrettanto superficiale pensare che il consenso al regime fosse in gran parte derivante da una sopportazione passiva.
    L'adesione al fascismo era sicuramente meno profonda rispetto a quanto avenne in Germania con il nazismo. E infatti il fascismo non riuscì a realizzare compiutamente la su aspirazione totalitaria. Ma non per questo non fu autentica. Ne tantomeno fu passiva.
    Infine è assai probabile che proprio la conquista dell'Etiopia abbia rappresentato uno de momenti più alti del consenso popolare raggiunto dal fascismo. Inizialmente la campagna etiopica fu accolta con diffidenza temendo che potesse rappresentare un interruzione della politica di pacificazione sino ad allora perseguita con l'Occidente. Ma quando ci si accorse che Francia e Inghilterra non sarebbero giunti a uno scontro frontale con L' Italia ( anzi le sanzioni economiche vennero presto abolite) l'adesione al progetto coloniale divenne sempre più convinta. Tanto più che il colonialismo fascista partiva da presupposti diversi da quello tradizionale: non aveva come obiettivo quello di sfruttare le regioni conquistate ma di offrire alla popolazione lavoro e terra da coltivare, intercettando in queste modo le istanze dell'Italia contadina, che rappresentava uno dei pilastri su cui poggiava il consenso al regime.
     
    Top
    .
  3. _SmokY_
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (lupog @ 29/4/2009, 16:51)
    William Shirer è stato un profondo conoscitore del nazismo che ha vissuto in presa diretta da giornalista inviato in Germania. Credo invece che della realtà italiana avesse una idea molto meno precisa. Ma è la premessa del suo ragionamento ad essere per me sbagliata : non si può giudicare il consenso acquisito dal regime fascista partendo dalla sua caduta, nel contesto di un Paese messo in ginocchio dalla guerra mondiale.
    Personalmente ritengo che se l'Italia non fosse entrata in guerra il fascismo si sarebbe mantenuto saldo al potere. Gli italiani si distanziarono dal fascismo allo stesso modo con cui vi avevano aderito: valutandone pragmaticamente gli esiti. Il boom dei tesseramenti si ebbe negli anni trenta quando ill fascismo seppe dare risposte alla crisi economica migliori di molti altri paesi. Lo abbandonarono quando apparve chiaro che l'alleanza con la Germania li conduceva verso il baratro.
    Detto questo è assai arduo valutare quanto sia sincero e diffuso il consenso in una dittatura. E il fascismo non fa eccezione a questa regola. O possiedi dei dati che ti possano consentire di misurarlo prima che il movimento o il partito conquisti il potere, come nel caso del nazismo, oppure cerchi di trovare nel modo con cui cui la società, nei suoi molteplici aspetti, si rapporta con il regime degli spunti di interpretazione. Ma è chiaro che il grado di soggettività rimane molto alto.
    Per quanto riguarda il fascismo credo che occorra evitare le opposte generalizzazioni. Da una parte è chiaro che non tutti coloro che prendevano la tessera del partito o erano iscritti alle varie organizzazioni che miravano a irregimentare la società, aderivano convintamente all'ideologia fascista. Ma sarebbe altrettanto superficiale pensare che il consenso al regime fosse in gran parte derivante da una sopportazione passiva.
    L'adesione al fascismo era sicuramente meno profonda rispetto a quanto avenne in Germania con il nazismo. E infatti il fascismo non riuscì a realizzare compiutamente la su aspirazione totalitaria. Ma non per questo non fu autentica. Ne tantomeno fu passiva.
    Infine è assai probabile che proprio la conquista dell'Etiopia abbia rappresentato uno de momenti più alti del consenso popolare raggiunto dal fascismo. Inizialmente la campagna etiopica fu accolta con diffidenza temendo che potesse rappresentare un interruzione della politica di pacificazione sino ad allora perseguita con l'Occidente. Ma quando ci si accorse che Francia e Inghilterra non sarebbero giunti a uno scontro frontale con L' Italia ( anzi le sanzioni economiche vennero presto abolite) l'adesione al progetto coloniale divenne sempre più convinta. Tanto più che il colonialismo fascista partiva da presupposti diversi da quello tradizionale: non aveva come obiettivo quello di sfruttare le regioni conquistate ma di offrire alla popolazione lavoro e terra da coltivare, intercettando in queste modo le istanze dell'Italia contadina, che rappresentava uno dei pilastri su cui poggiava il consenso al regime.

    Ottima analisi Fabrizio, posso dire che ho allargato le mie conoscienze leggendo la tua opinione :)

    CITAZIONE (lupog @ 29/4/2009, 16:51)
    Tanto più che il colonialismo fascista partiva da presupposti diversi da quello tradizionale: non aveva come obiettivo quello di sfruttare le regioni conquistate ma di offrire alla popolazione lavoro e terra da coltivare, intercettando in queste modo le istanze dell'Italia contadina, che rappresentava uno dei pilastri su cui poggiava il consenso al regime.

    Sopratutto in Libia dove costruirono molti paesi colonici nuovi di zecca, certo però è che il loro numero pendeva molto dalla parte degli italiani e poche erano quelle per i libici.
     
    Top
    .
  4. lupog
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Grazie Davidozzo...... visto il tuo apprezzamento propongo per te un bonus di 1000 punti per il quiz fotografico :lollosso:
     
    Top
    .
  5. _SmokY_
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (lupog @ 29/4/2009, 17:08)
    Grazie Davidozzo...... visto il tuo apprezzamento propongo per te un bonus di 1000 punti per il quiz fotografico :lollosso:

    Li racimolerò da solo senza aiuti esterni :yeah:
     
    Top
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Amministratore
    Posts
    15,437
    Reputation
    +1,454
    Location
    Verona

    Status
    Online
    CITAZIONE (lupog @ 29/4/2009, 16:51)
    William Shirer è stato un profondo conoscitore del nazismo che ha vissuto in presa diretta da giornalista inviato in Germania. Credo invece che della realtà italiana avesse una idea molto meno precisa. Ma è la premessa del suo ragionamento ad essere per me sbagliata : non si può giudicare il consenso acquisito dal regime fascista partendo dalla sua caduta, nel contesto di un Paese messo in ginocchio dalla guerra mondiale.
    Personalmente ritengo che se l'Italia non fosse entrata in guerra il fascismo si sarebbe mantenuto saldo al potere. Gli italiani si distanziarono dal fascismo allo stesso modo con cui vi avevano aderito: valutandone pragmaticamente gli esiti. Il boom dei tesseramenti si ebbe negli anni trenta quando ill fascismo seppe dare risposte alla crisi economica migliori di molti altri paesi. Lo abbandonarono quando apparve chiaro che l'alleanza con la Germania li conduceva verso il baratro.
    Detto questo è assai arduo valutare quanto sia sincero e diffuso il consenso in una dittatura. E il fascismo non fa eccezione a questa regola. O possiedi dei dati che ti possano consentire di misurarlo prima che il movimento o il partito conquisti il potere, come nel caso del nazismo, oppure cerchi di trovare nel modo con cui cui la società, nei suoi molteplici aspetti, si rapporta con il regime degli spunti di interpretazione. Ma è chiaro che il grado di soggettività rimane molto alto.
    Per quanto riguarda il fascismo credo che occorra evitare le opposte generalizzazioni. Da una parte è chiaro che non tutti coloro che prendevano la tessera del partito o erano iscritti alle varie organizzazioni che miravano a irregimentare la società, aderivano convintamente all'ideologia fascista. Ma sarebbe altrettanto superficiale pensare che il consenso al regime fosse in gran parte derivante da una sopportazione passiva.
    L'adesione al fascismo era sicuramente meno profonda rispetto a quanto avenne in Germania con il nazismo. E infatti il fascismo non riuscì a realizzare compiutamente la su aspirazione totalitaria. Ma non per questo non fu autentica. Ne tantomeno fu passiva.
    Infine è assai probabile che proprio la conquista dell'Etiopia abbia rappresentato uno de momenti più alti del consenso popolare raggiunto dal fascismo. Inizialmente la campagna etiopica fu accolta con diffidenza temendo che potesse rappresentare un interruzione della politica di pacificazione sino ad allora perseguita con l'Occidente. Ma quando ci si accorse che Francia e Inghilterra non sarebbero giunti a uno scontro frontale con L' Italia ( anzi le sanzioni economiche vennero presto abolite) l'adesione al progetto coloniale divenne sempre più convinta. Tanto più che il colonialismo fascista partiva da presupposti diversi da quello tradizionale: non aveva come obiettivo quello di sfruttare le regioni conquistate ma di offrire alla popolazione lavoro e terra da coltivare, intercettando in queste modo le istanze dell'Italia contadina, che rappresentava uno dei pilastri su cui poggiava il consenso al regime.

    Mi aspettavo una risposta di alto profilo da te lupog e devo dire che non sono rimasto insoddisfatto ;).
    Mi aspettavo anche alcune obiezioni, su tutte quella sulla guerra in Etiopia, che condivido. Ammetto di aver in parte estremizzato la mia posizione per fornire uno spunto più interessante al dibattito.
    Detto questo credo che comunque rimanga anche nel tuo intervento un punto focale da non dimenticare: la natura del consenso dl regime fascista fu del tutto diversa da quella del regime nazista. Come traspare anche dalla tua analisi, lupog, in Italia il consenso della maggioranza del popolo italiano verso Mussolini dipese sempre dai risultati del suo governo e non fu mai attribuito al regime in quanto tale.
    Per il resto apprezzo il discorso sulla soggettività della valutazione del consenso in un regime totalitario.
     
    Top
    .
  7. lupog
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Grazie Oskar. :) A questo proposito secondo me è importante sottolineare come il consenso al fascismo andrebbe distinto da quello alla persona di Mussolini. Il consenso popolare di cui godette la figura carismatica del Duce fu notevole, indubbiamente maggiore di quello del fascismo come sistema di idee e in un certo senso il primo trascinò al successo il secondo. Forse anche per questa forte personalizzazione, nonostante gli sforzi del regime, il fascismo non riusci mai a diventare religione di Stato. In questo senso la differenza con il nazismo è evidente ed è illustrata magnificamente da George Mosse nel suo saggio "la nazionalizzazione delle masse": anche Hitler è una figura carismatica ma egli credeva che il ruolo del Fuhrer dovesse far parte del rituale e non mettersi al di fuori di esso "Hitler riteneva che la liturgia sarebbe stata in grado di assicurare continuità al sistema politico. Hitler era lui stesso un simbolo vivente che poteva essere in comunione con gli altri simboli. Ma come simbolo egli faceva parte di una totalità e non si poneva al di fuori di essa. Persino l'uniforme da lui indossata caratterizzava la semplicità e l'evidenza che ogni simbolo deve avere. Una delle più radicate convinzioni di Hitler fu che l'educazione delle masse al nazionalismo potesse avvenire solo creando un clima culturale, basato sul concetto di razza ariana, rendendo partecipe il popolo dei beni culturali della nazione e creando un nuovo tipo d'uomo."

    Edited by lupog - 2/5/2009, 01:34
     
    Top
    .
  8.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Amministratore
    Posts
    15,437
    Reputation
    +1,454
    Location
    Verona

    Status
    Online
    CITAZIONE (lupog @ 2/5/2009, 00:20)
    Grazie Oskar. :) A questo proposito secondo me è importante sottolineare come il consenso al fascismo andrebbe distinto da quello alla persona di Mussolini. Il consenso popolare di cui godette la figura carismatica del Duce fu notevole, indubbiamente maggiore di quello del fascismo come sistema di idee e in un certo senso il primo trascinò al successo il secondo. Forse anche per questa forte personalizzazione, nonostante gli sforzi del regime, il fascismo non riusci mai a diventare religione di Stato. In questo senso la differenza con il nazismo è evidente ed è illustrata magnificamente da George Mosse nel suo saggio "la nazionalizzazione delle masse": anche Hitler è una figura carismatica ma egli credeva che il ruolo del Fuhrer dovesse far parte del rituale e non mettersi al di fuori di esso "Hitler riteneva che la liturgia sarebbe stata in grado di assicurare continuità al sistema politico. Hitler era lui stesso un simbolo vivente che poteva essere in comunione con gli altri simboli. Ma come simbolo egli faceva parte di una totalità e non si poneva al di fuori di essa. Persino l'uniforme da lui indossata caratterizzava la semplicità e l'evidenza che ogni simbolo deve avere. Una delle più radicate convinzioni di Hitler fu che l'educazione delle masse al nazionalismo potesse avvenire solo creando un clima culturale, basato sul concetto di razza ariana, rendendo partecipe il popolo dei beni culturali della nazione e creando un nuovo tipo d'uomo."

    Ottima citazione e quoto tutto il discorso.
     
    Top
    .
  9.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Amministratore
    Posts
    15,437
    Reputation
    +1,454
    Location
    Verona

    Status
    Online
    Riflettevo su una cosa lupog: la tesi di Mosse da te riportata, pur contenendo elementi innegabili sugli atteggiamenti di Hitler nelle grandi celebrazioni "liturgiche", è a mio avviso opinabile su un punto: la figura del Führer era comunque per molti versi esterna a tutto l' apparato nazista.
    Esercito, SS e altri corpi giuravano fedeltà alla persona di Adolf Hitler; tutto in Germania era dedicato al Führer ed erano sicuramente più diffuse le immagini di Hitler rispetto a quelle del partito.
    Insomma, io credo che anche nel Terzo Reich il consenso popolare fosse legato in larga parte alla persona del capo nazista, avvolta da un' aura quasi magica; Hitler era addirittura divenuto un' icona sessuale per migliaia di donne tedesche.
    Ovviamente non potremmo mai saperlo, ma sono convinto che anche in Germania una successione al vertice sarebbe stata molto difficile proprio a causa del fatto che Hitler, nonostante alcuni sforzi, era forse insostituibile nel ruolo di Führer.
     
    Top
    .
  10. lupog
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Oskar @ 6/5/2009, 12:46)
    Riflettevo su una cosa lupog: la tesi di Mosse da te riportata, pur contenendo elementi innegabili sugli atteggiamenti di Hitler nelle grandi celebrazioni "liturgiche", è a mio avviso opinabile su un punto: la figura del Führer era comunque per molti versi esterna a tutto l' apparato nazista.
    Esercito, SS e altri corpi giuravano fedeltà alla persona di Adolf Hitler; tutto in Germania era dedicato al Führer ed erano sicuramente più diffuse le immagini di Hitler rispetto a quelle del partito.
    Insomma, io credo che anche nel Terzo Reich il consenso popolare fosse legato in larga parte alla persona del capo nazista, avvolta da un' aura quasi magica; Hitler era addirittura divenuto un' icona sessuale per migliaia di donne tedesche.
    Ovviamente non potremmo mai saperlo, ma sono convinto che anche in Germania una successione al vertice sarebbe stata molto difficile proprio a causa del fatto che Hitler, nonostante alcuni sforzi, era forse insostituibile nel ruolo di Führer.

    certo oskar non ne avremo mai la prova, ma secondo me il nazismo sarebbe sopravvissuto al suo Capo, in quanto il culto della personalità di Hitler non era elemento esterno ma fungeva piuttosto da catalizzatore del consenso verso il nazionalsocialismo. I tratti del Fuhrer erano completamente organici nell'impianto complessivo dell'ideologia che prevedeva l'esaltazione della superiorità razziale del popolo tedesco. Questo elemento non è presente nel fascismo se non in maniera molto sfumata e successiva , e in ogni caso difficilmente avrebbe potuto essere interiorizzato dagli italiani come avenne con i tedeschi. Un popolo di per se superiore dal punto biologico-genetico non poteva che possedere come Guida una personalità straordinaria che ne era diretta emanazione: non vi è dubbio quindi che se per un verso la sostituzione di Hitler non sarebbe mai potuta essere completa essa non avrebbe tuttavia presentato difficoltà insormontabili, perchè i tratti della superiorità risiedevano nel VolK. Mussolini invece è alla ricerca dell' "uomo nuovo" perchè le generazioni presenti non potranno mai essere autenticamente fasciste dopo secoli di decadenza in cui era sprofondata l'Italia. Per l'ideologia nazista invece il popolo tedesco è già pronto ad assumere il suo ruolo di Guida nel mondo.
    Gli elementi magici esoterici sono propri non solo di Hitler ma di tutto il nazismo come rileva Giorgio Galli nel suo libro "il nazismo magico"
    la figura di Hitler accompagna la simbologia nazista. Non c'è nulla nel fascismo che abbia la carica evocativa e sacrale della Blutfahne , la mitica bandiera macchiata con il sangue di chi ha partecipato al Putsch di Monaco nel 1923. Razza, sangue, tradizione, mito, simbolismo: tutto nel nazismo è amplificato all'ennesima potenza per rafforzare l'identità comune. La svastica nazista ha mantenuto anche ai giorni d'oggi la sua capacità di identificare graficamente il nazismo. Significativo invece è il fatto che per i neo fascisti il simbolo più usato non sia il fascio littorio o l'aquila romana ma la croce celtica, che non c'entra nulla con il fascismo mussoliniano.

    Edited by lupog - 6/5/2009, 18:53
     
    Top
    .
  11. _SmokY_
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (lupog @ 6/5/2009, 14:27)
    Significativo invece è il fatto che per i neo fascisti il simbolo più usato non sia il fascio littorio o l'aquila romana ma la croce celtica, che non c'entra nulla con il fascismo mussoliniano.

    Piccolo OT
    Non ho mai capito bene perchè... forse perchè è più semplice da disegnare? Fu l'Msi ad introdurla in Italia?
     
    Top
    .
  12. lupog
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (_SmokY_ @ 6/5/2009, 14:37)
    CITAZIONE (lupog @ 6/5/2009, 14:27)
    Significativo invece è il fatto che per i neo fascisti il simbolo più usato non sia il fascio littorio o l'aquila romana ma la croce celtica, che non c'entra nulla con il fascismo mussoliniano.

    Piccolo OT
    Non ho mai capito bene perchè... forse perchè è più semplice da disegnare? Fu l'Msi ad introdurla in Italia?

    credo che la croce celtica fu introdotta in Italia dai giovani missini a cavallo tra gli anni 70 e l'inizio degli anni 80. Non conosco così approfonditamente la galassia neofascista da comprenderne i motivi che li spinsero ad adottarla : forse come hai detto tu Davide, per la facilità a rappresentarla, forse per confusione ideologica, forse per desiderio di distanziarsi dai simboli del fascismo tradizionale..... chissà :dunno:
     
    Top
    .
  13. _SmokY_
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (lupog @ 6/5/2009, 14:58)
    CITAZIONE (_SmokY_ @ 6/5/2009, 14:37)
    Piccolo OT
    Non ho mai capito bene perchè... forse perchè è più semplice da disegnare? Fu l'Msi ad introdurla in Italia?

    credo che la croce celtica fu introdotta in Italia dai giovani missini a cavallo tra gli anni 70 e l'inizio degli anni 80. Non conosco così approfonditamente la galassia neofascista da comprenderne i motivi che li spinsero ad adottarla : forse come hai detto tu Davide, per la facilità a rappresentarla, forse per confusione ideologica, forse per desiderio di distanziarsi dai simboli del fascismo tradizionale..... chissà :dunno:

    Girando un attimo i siti fascisti ho notato che nemmeno loro forniscono una spiegazione specifica, si limitano a spiegare il suo significato in età antica quando la usavano i barbari. A questo punto forse la spiegazione piu plausibile sarebbe che è semplice da disegnare e fornisce un certo impatto... :hmm:


     
    Top
    .
  14.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Amministratore
    Posts
    15,437
    Reputation
    +1,454
    Location
    Verona

    Status
    Online
    CITAZIONE (lupog @ 6/5/2009, 14:27)
    CITAZIONE (Oskar @ 6/5/2009, 12:46)
    Riflettevo su una cosa lupog: la tesi di Mosse da te riportata, pur contenendo elementi innegabili sugli atteggiamenti di Hitler nelle grandi celebrazioni "liturgiche", è a mio avviso opinabile su un punto: la figura del Führer era comunque per molti versi esterna a tutto l' apparato nazista.
    Esercito, SS e altri corpi giuravano fedeltà alla persona di Adolf Hitler; tutto in Germania era dedicato al Führer ed erano sicuramente più diffuse le immagini di Hitler rispetto a quelle del partito.
    Insomma, io credo che anche nel Terzo Reich il consenso popolare fosse legato in larga parte alla persona del capo nazista, avvolta da un' aura quasi magica; Hitler era addirittura divenuto un' icona sessuale per migliaia di donne tedesche.
    Ovviamente non potremmo mai saperlo, ma sono convinto che anche in Germania una successione al vertice sarebbe stata molto difficile proprio a causa del fatto che Hitler, nonostante alcuni sforzi, era forse insostituibile nel ruolo di Führer.

    certo oskar non ne avremo mai la prova, ma secondo me il nazismo sarebbe sopravvissuto al suo Capo, in quanto il culto della personalità di Hitler non era elemento esterno ma fungeva piuttosto da catalizzatore del consenso verso il nazionalsocialismo. I tratti del Fuhrer erano completamente organici nell'impianto complessivo dell'ideologia che prevedeva l'esaltazione della superiorità razziale del popolo tedesco. Questo elemento non è presente nel fascismo se non in maniera molto sfumata e successiva , e in ogni caso difficilmente avrebbe potuto essere interiorizzato dagli italiani come avenne con i tedeschi. Un popolo di per se superiore dal punto biologico-genetico non poteva che possedere come Guida una personalità straordinaria che ne era diretta emanazione: non vi è dubbio quindi che se per un verso la sostituzione di Hitler non sarebbe mai potuta essere completa essa non avrebbe tuttavia presentato difficoltà insormontabili, perchè i tratti della superiorità risiedevano nel VolK. Mussolini invece è alla ricerca dell' "uomo nuovo" perchè le generazioni presenti non potranno mai essere autenticamente fasciste dopo secoli di decadenza in cui era sprofondata l'Italia. Per l'ideologia nazista invece il popolo tedesco è già pronto ad assumere il suo ruolo di Guida nel mondo.
    Gli elementi magici esoterici sono propri non solo di Hitler ma di tutto il nazismo come rileva Giorgio Galli nel suo libro "il nazismo magico"
    la figura di Hitler accompagna la simbologia nazista. Non c'è nulla nel fascismo che abbia la carica evocativa e sacrale della Blutfahne , la mitica bandiera macchiata con il sangue di chi ha partecipato al Putsch di Monaco nel 1923. Razza, sangue, tradizione, mito, simbolismo: tutto nel nazismo è amplificato all'ennesima potenza per rafforzare l'identità comune. La svastica nazista ha mantenuto anche ai giorni d'oggi la sua capacità di identificare graficamente il nazismo. Significativo invece è il fatto che per i neo fascisti il simbolo più usato non sia il fascio littorio o l'aquila romana ma la croce celtica, che non c'entra nulla con il fascismo mussoliniano.

    Come sempre una grande argomentazione. E, anche se non sono convinto della tua tesi di fondo, rifletterò sulle tue ottime indicazioni e riflessioni.
    PS: bello lo spunto sulla Blutfahne: ho inserito un richiamo ad essa nelle versione 2.0 del mio topic sul putsch di Monaco che ho appena inserito ;).
     
    Top
    .
  15. segretario_90
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Tema molto interessante, sul quale spesso mi interrogo anch'io. Anch'io penso sia sbagliato giudicare, valutare il consenso popolare al fascismo proiettando, per così dire, la sua caduta su tutta la storia precedente. Tuttavia, dai vari libri di storia italiana contemporanea che ho letto, mi sono fatto l'idea che il consenso al fascismo era sì ampio, ma molto superficiale. Voi che ne dite?
     
    Top
    .
45 replies since 29/4/2009, 11:24   1188 views
  Share  
.