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Cornelio Scipione.
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Nell'alto Medioevo, l'insegnamento era esclusivamente di ambito ecclesiastico, ma nel duecento inizia a delinearsi una nuova figura, quella del maestro laico privato.
Le scuole pubbliche nel Medioevo non compaiono prima del cinquecento; ma questo non vuol dire che le città comunali del centro-nord della penisola Italica non erano sensibili al fenomeno scolastico e all'alfabetizzazione della popolazione; prendo in esame il caso Veneziano:
Venezia già a partire dal XIII secolo, periodo di grandissimo sviluppo economico , aveva a cuore il sistema scolastico di base per i fanciulli, e chiamò in città numerosi maestri privati laici.
Era un sistema che permise a Venezia di ottenere una buona reputazione, avendo la popolazione alfabetizzata.
Erano molte le famiglie che pagavano la retta ai maestri per far acquisire ai propri figli un istruzione di base: leggere e scrivere e fare i conti.
In queste scuole presso un maestro privato si trovavano si figli di nobili sia figli di ceti sociali più bassi, anche se per questi la retta per far studiare il figlio gravava molto di più sul l'economia familiare e quindi diventava un vero sacrificio.
La figura del maestro laico era molto prestigiosa, anche se era una vita piena di sacrifici e spostamenti da città a città a seconda dei contratti che stipulava con le varie città e spesso si portava dietro anche la famiglia.
Il lavoro di maestro non era neanche ben pagato e il quindi queste persona di cultura spesso svolgevano anche un secondo impiego, come per esempio quella notarile(tra la più comune), ma molti facevano richiesta presso gli uffici pubblici delle città comunali : spesso i contratti duravano circa 5 anni, e poi tornavano al loro lavoro di maestri presso le città comunali.
Era un obbiettivo molto ambito quello di lavorare negli uffici comunali che avevano bisogno di personali qualificato come lo potevano essere appunto i maestri.
Ma anche se svolgevano un secondo lavoro, i maestri continuavano a farsi definire maestri, proprio perchè il rango di maestro era prestigioso e la figura del maestro veniva trattata in maniera diversa anche con la giustizia :nel senso che nei processi giuridici, in cui i maestri a volte potevano essere coinvolti, avevano un trattamento diverso, venivano spesso graziati e si chiudeva spesso un occhio, o se avevano fatto qualcosa di molto grave che meritavano l'ergastolo o la pena di morte, la pena veniva drasticamente ridotta; questo perchè i maestri erano importantissimi nella società cittadina e non se ne poteva fare a meno, e infatti come sappiamo nelle città comunali , i soldati erano gli stessi cittadini, ma , l'obbligo di combattere spesso veniva tolto ai maestri, che diventavano quindi esenti dal servizio militare; un prestigio tale non lo aveva nessun altro.
Molti erano i mercanti che mandavano i loro figli presso un maestro per fargli imparare a leggere e a scrivere e soprattutto a fare i conti, visto che i mercanti avevano bisogno di questa abilità.
Col tempo Venezia attirò sempre più maestri , questo perchè i maestri locali non bastavano affatto a coprire la richiesta di insegnamento , e quindi erano moltissimi i maestri che da fuori venivano ad insegnare nella Repubblica della Serenissima.
Il Ruolo di maestro(sempre per l'insegnamento di base) non si limitava esclusivamente ad insegnare agli scolari a leggere e a scrivere, ma erano anche educatori, gli insegnavano quindi anche i buoni costumi, le buone maniere e il comportamento da adottare nella varie situazioni e luoghi, e la domenica li doveva anche portare in Chiesa e assicurarsi che siano tutti puliti e ben vestiti e che restino composti durante la messa.
La concorrenza era ovviamente molto aspra : il mercato scolastico era ampio ma anche i maestri lo erano e le specializzazioni erano ancor di più. la varietà della domanda diversificava i maestri, nel senso che c'erano per esempio scuole fatte a posta per i figli dei mercanti, prevarrà l'insegnamento dell'abaco, ma senza escludere la scrittura e qualche nozione base di filosofia.
Le scuole si dividevano grosso modo in scuole di grammatica e scuole volgari: nelle prime si insegnava grammatica, poesia, retorica, alcuni elementi di storia e filosofia morale che derivava dal classici latini, si insegnava anche qualcosa di aritmetica ma in maniera molto saltuaria, mentre erano assenti le letture in volgare; mentre nelle scuole volgari si insegnava la letteratura religiosa e letteratura secolare in lingua volgare , la matematica, grammatica latina(anche se in modo rudimentale).
Nel quattrocento la situazione cambia, la peste nera e la crisi di metà trecento aveva modificato un pò tutto il sistema economico e politico e anche quello scolastico , in quanto il governo veneziano chiamò a lavorare in città molti maestri sempre di maggior qualità, e questo andava a scapito delle scuole pubbliche che non vi erano ancora e venivano considerate sconvenienti, perchè il maestro privato era in grado di mantenersi da solo e questo avrebbe fatto risparmiare molti soldi.
E' importante allora capire la scelta dell'abbandono del sistema scolastico privato a vantaggio di quello pubblico: forse per una questione ideologica, non è ben chiaro, ma è certo invece che dal cinquecento il livello scolastico diventò mediocre, perchè la scuola pubblica non premiava il maestro più bravo e finì la concorrenza tra i maestri. Molti maestri di prestigio quindi non furono più attirati dall'ambiente veneziano.
Tornando al trecento e al quattrocento, i maestri erano composti dal 60% da ecclesiastici che operavano presso le cattedrali, e quelli laici erano il 40% ; ma gli scolari erano distribuiti al 52% preso i maestri privati e 48% presso gli ecclesiastici: questo vuol dire che le famiglie veneziane preferivano mandare i propri figli dai maestri laici privati.
Edited by Cornelio Scipione. - 5/6/2009, 17:31
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Armilio .
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Interessantissimo, grazie! .
IL MAESTRO LAICO E L'INSEGNAMENTO DI BASE NEL MEDIOEVO |
