La storia delle scuole di base e le dinamiche d'insegnamento nel Medioevo

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  1. Cornelio Scipione.
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    Nella società Medievale , molti saperi scolastici venivano trasmessi verso metodi non scolastici: si insegnavano sapere pratici e teorici; anche il padre che manda il figlio presso una bottega per formarlo in un mestiere potremmo considerarla scuola; ma Parliamo di scuole quando c'è una istituzionalizzazione, con un corpus di leggi , di riconoscimenti esterni e che hanno una certa stabilità nel tempo.
    Le scuole organizzate dal comune , anche se con maestri privati, è considerata scuola perchè è istituzionale e riconosciuta tramite un contratto.
    Nelle scuole teoriche , si insegnava a leggere e a scrivere grazie ad i libri, quindi possiamo considerarlo un insegnamento del libro.
    I Chierici non avevano l'obbiettivo di insegnare, ma era una cosa in più, e quindi non li consideriamo maestri perchè non c'è una professionalità; consideriamo maestri invece coloro che svolgevano come professione l'insegnamento.

    I libri di testo utilizzati dai maestri per insegnare di danno molte informazioni sul tipo di insegnamento e sui contenuti,perchè molto spesso in questi libri vi erano appuntati commenti e spiegazioni dei maestri.

    Il Modello di scuola Romana insegnava grammatica , retorica e un pò di diritto, letteratura e qualche nozione di economia commerciale.
    Con l'arrivo dei Barbari ci fu un notevole contrasto tra le due diverse società dal punto di vista dell'insegnamento, perchè i Romani istruivano i giovani nelle discipline prima elencate, mentre i barbari esclusivamente nella guerra, gli insegnavano a combattere.
    Questo modello Romano sopravvisse in Italia e nell'Europa più Romanizzata come la Penisola Iberica e il sud della Francia fino al VI secolo.
    Nei Regni Romano-Barbarici i Romani venivano utilizzati nelle cariche pubbliche amministrative e così questi avevano ancora bisogno del sistema d'insegnamento Romano, ma con l'arrivo dei Longobardi in Italia la scuola Romana morì definitivamente.

    La cultura e il sapere fu conservato dai Chierici che continuavano a studiare , perchè agli ecclesiastici serviva saper leggere e scrivere , perchè altrimenti non potevano leggere le sacre scritture, in primis la Bibbia: I Chierici quindi on volevano salvare la cultura classica, ma lo facevano esclusivamente per le loro funzioni clericali; conservarono i testi classici perchè è da quelli che studiavano per imparare a leggere e a scrivere, li usavano come testi di base, quindi vorrei sfatare il mito della buona opera che gli ecclesiastici hanno conservato i testi classici perchè volevano salvare la cultura classica, lo fecero solo per i loro scopi clericali.
    Così i Monaci insegnavano ad altri Monaci usando più o meno gli stessi sistemi della Romana, ma al posto dei testi classici usavano i salmi, quindi possiamo parlare di una cristianizzazione del testo di base.
    Troviamo anche monaci che considerano il leggere e lo scrivere delle deviazioni alla fede di Dio: e da qui aumenta analfabetizzazione degli ecclesiastici e anche e soprattutto dei laici.
    Carlo Magno però risolleva la situazione perchè voleva un clero istruito e ridà così forza alle scuole di ambito ecclesiastico.
    Possiamo affermare che Carlo Magno fu il più grande promotore della scuola e della diffusione della cultura nell'Alto Medioevo.
    Ludovico il Pio nell'817 d.C (successore di Carlo Magno istituzionalizza queste scuole ecclesiastiche e quindi le possiamo definire scuole.
    Nascono in questo periodo anche le scuole vescovili e capitolari(queste ultime sono le associazioni create dai Monaci).
    Con Lotario abbiamo un intervento per predisporre una rete di scuole laiche nell'impero Carolingio: questo venne fatto perchè le scuole dei Monaci erano un ambiente chiuso in cui pochissimi erano i laici che potevano usufruire di queste scuole, questo perchè le scuole dei Monaci avevano il solo intento di creare nuovi ecclesiastici.
    Con lo sviluppo economico e la formazione dei comuni già nell'XI secolo cominciano a crearsi le scuole laiche, per motivi pubblici e economici: serviva personale qualificato per l'amministrazione delle città.
    Questo processo interessò anche le scuole ecclesiastiche ( nelle cattedrali c'era sempre una scuola) che col tempo trasformò i chierici in maestri di professione, e si mette in atto quel processo di istituzionalizzazione che produrrà un sistema giuridico fatto di statuti , attestati , diplomi ..ecc..
    I maestri ecclesiastici non potevano essere pagati per insegnare perchè era immorale vendere il sapere, perchè il sapere è solo di Dio e non si possono vendere le cose di Dio, allora la stessa Chiesa per aggirare questa sua regola, muniva questi maestri ecclesiastici di un patrimonio terriero che gli garantiva una rendita in grado di mantenersi e insegnare senza essere pagato.

    Nel XII secolo con lo sviluppo Comunale vi fu la rinascita delle scuole e un allargamento dell'alfabetizzazione sia a livello qualitativo sia quantitativo.
    Ci fu un processo di istituzionalizzazione che munì le scuole di una sede apposita(dal XIV) secolo), si regolarizzarono anche i tempi e le vacanze per gli studenti modificando i loro orari .
    I forestieri non potevano accedere alle scuole pubbliche comunali perchè non erano cittadini di quella città: nasce il senso di appartenenza con lo sviluppo comunale.
    C'è una diffusione di una Letteratura Scolastica specializzata: pezzi di pergamena con le lettere dell'alfabeto sopra; si insegnava a leggere e a scrivere usando il Salterio che era una raccolta di 7 salmi.
    Processo di Tecnicizzazione dell'insegnamento : Bivio Pitagorico ovvero prima si insegnava a leggere e a scrivere e dopo si sceglieva se intraprendere gli studi di grammatica o di abaco.

    Edited by Cornelio Scipione. - 5/6/2009, 17:24
     
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