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lupog
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Rupert Murdoch lancia la sua offensiva allo spirito libero della rete.Il magnate australiano dell'editoria ha deciso che da novembre il sito del Sunday Times sarà a pagamento. E ' il banco di prova che dovrà portare entro giugno 2010 a rendere accessibili i contenuti di tutte le testate web del suo gruppo solo a chi pagherà il servizio.
Quest'idea di business di Murdoch si basa sul motto che l'informazione di qualità si deve pagare. Questo principio non sembrava finora valido su Internet dove gli utenti potevano trovare fonti informative di primo livello in grande quantità e in modo assolutamente gratuito.
Gli scenari potrebbero essere rivoluzionari. E non necessariamente in senso positivo. Si potrebbe creare una cesura economica tra chi si può permettere l'accesso alle risorse informative migliori e chi invece dovrà accontentarsi di apprendere ciò che accade nel mondo tramite siti che riportano notizie in maniera tendenziosa o senza prima avere fatto un accurato vaglio della loro autenticità o addirittura che propongono linee editoriale più o meno manifestamente faziose, rendendo sempre più problematica la valutazione critica della distanza intercorrente tra propaganda e informazione.
Ovviamente la realizzazione di queste fosche prospettive dipende dal verificarsi di una serie di variabili
Anzitutto bisognerà vedere se il progetto imprenditoriale della News Corporation ( la conglomerata di Murdoch) sarà profittevole. Altri gruppi di media stanno alla finestra : in secondo luogo quindi occorrerà vedere quanti saranno disposti a seguire lo stesso modello di business. E infine si dovrà verificare la capacità della rete di creare una rete informativa dal basso realmente alternativa per efficacia, diffusione e credibilità.
Voi cosa ne pensate? a Voi la parola
Edited by lupog - 7/8/2009, 16:16
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www.ansa.it www.adnkronos.it etc... Murdok, somiglierà sempre a quello dell'A-team 
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Armilio .
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Penso che la rete di suo abbia la potenzialità di fare una informazione più che ottima, con i siti che dice il buon Gy ma anche con altri. La forza della rete sta nella sua gratuita per il consumatore, se una parte dell'informazione di livello in rete diventasse a pagamento, si andrebbe in massa nella parte non a pagamento, insomma la rete credo che troverà altri tipi di business oltre al classico "paga per consumare". Il più diffuso è sostenersi con la pubblicità. . -
lupog .
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beh nulla esclude che anche ansa, adn kronos etc si accodino all'informazione a pagamento qualora con essa si facciano più guadagni. inoltre i ricavi della pubblicità anche se in aumento sembra non siano sufficienti a coprire i costi.
Va detto che i precedenti tentativi di fare business con le info a pagamento hanno fallito. Ma è evidente che i giornali on line stanno faticando e si è alla ricerca di nuove sistemi per rimpolpare le entrare e dunque l'idea delle pay-per-news sta riprendendo piede
http://mediablog.corriere.it/2009/05/come_..._dalle_new.html
Murdoch rappresenta un colosso del settore . Ed è chiaro che una sfida lanciata da lui non ha lo stesso peso della TV messa in piedi dal garage di casa
Edited by lupog - 8/8/2009, 10:53. -
Armilio .
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Sì ma in ogni caso credo che per rendere efficiace una operazione del genere ci vuole uno spostamento in massa su quel tipo di business. Perchè se no: se si rende a pagamento l'ansa vado su adnkranos, se ci vanno tutti e 2 vado sul corriere, se si rende così anche il corriere vadosu repubblica. Insomma, per rendere fruttuoso rendere a pagamento l'info online bisognerebbe avere una specie di monopolio, il che nel web è quasi impossibile. . -
lupog .
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CITAZIONE (Armilio @ 8/8/2009, 12:01)Sì ma in ogni caso credo che per rendere efficiace una operazione del genere ci vuole uno spostamento in massa su quel tipo di business. Perchè se no: se si rende a pagamento l'ansa vado su adnkranos, se ci vanno tutti e 2 vado sul corriere, se si rende così anche il corriere vadosu repubblica. Insomma, per rendere fruttuoso rendere a pagamento l'info online bisognerebbe avere una specie di monopolio, il che nel web è quasi impossibile.
questo potrebbe essere vero Armilio. Speriamo tu abbia ragione
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La penso esattamente come Armilio.
Qualche anno fa c'era un sito da cui scaricare le canzoni gratuitamente (ammetto che non ricordo il nome); è diventato a pagamento e il 99% non lo ha più usato, trovando però alternative ugualmente valide gratuite. Credo che a Murdoch succederà la stessa cosa: penso che ci sarà sempre qualcuno a gestire siti free e questo farà sì che l'utile netto di chi li metterà a pagamento sarà una perdita di visite e quindi di introiti pubblicitari.. -
lupog .
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CITAZIONE (Oskar @ 18/8/2009, 12:23)Qualche anno fa c'era un sito da cui scaricare le canzoni gratuitamente (ammetto che non ricordo il nome); è diventato a pagamento e il 99% non lo ha più usato, trovando però alternative ugualmente valide gratuite. Credo che a Murdoch succederà la stessa cosa: penso che ci sarà sempre qualcuno a gestire siti free e questo farà sì che l'utile netto di chi li metterà a pagamento sarà una perdita di visite e quindi di introiti pubblicitari.
A mio parere musica e informazione non si possono paragonare. Nel caso della musica le alternative ai prodotti a pagamento si limitano a fornire il canale di diffusione al brano digitalizzato (im mp3 o in altri formati) prodotto dall'industria discografica e per di più spesso compiono una violazione del copyright ( come faceva prima della condanna il sito Pirate bay) e sono dunque illegali. le alternative legali che si basano sui guadagni pubblicitari non hanno per ora un catalogo molto vasto.
per mettere in piedi un prodotto informativo di qualità occorre invece un lavoro artigianale fatto di reperimento delle notizie, capacità di selezione critica, e di redazione dell'articolo accattivante per contenuti e stile di scrittura. Un'attività che richiede tempo e denaro. Si può replicarla facendo un pedissequo copia incolla di pezzi farina dell'altrui sacco. Ma questa non è certo ciò che intendo io per informazione di qualità.
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MURDOCH LANCIA LA SFIDA DELL'INFORMAZIONE A PAGAMENTO. QUALI SCENARI PER IL WEB? |
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