LA VORAGINE DEL DEBITO PUBBLICO ITALIANO: ORIGINE E PROSPETTIVE

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  1. lupog
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    Introduzione: un quadro sintetico del debito pubblico in Italia


    graficodebitopubblico19

    Il debito pubblico italiano nel 1965 (governo Moro) era attestato a 7555 milioni di euro con un rapporto rispetto al PIl del 35,02%. Nel 1994 (governo Berlusconi) arriva ad attestarsi alla cifra impressionante di 1.006.672 milioni di euro ( circa due milioni di miliardi di delle vecchie lire) con una rapporto rispetto al PIL del 121,5% Che cosa ha potuto provocare in un così relativamente breve lasso di tempo un tale dissesto della finanza pubblica? E quali sono state le conseguenze per le politiche economiche dello Stato e per le tasche di noi comuni cittadini?

    Come si muove la finanza pubblica

    Anzitutto dobbiamo guardare allo Stato come se fosse un azienda che ha le sue entrate e le sue spese. Per finanziare le spese , che sono date essenzialmente dai servizi che eroga e dai costi per mantenere in piedi la sua struttura, lo Stato ha tre soluzioni principali: chiedere i soldi ai cittadini contribuenti con le tasse, stampare moneta, indebitarsi attraverso i titoli ( Bot , CCT BTP ecc)
    Con il primo punto già entriamo in un grosso problema tipico del nostro sistema: l'evasione fiscale molto alta. Si stima che sfuggano ad accertamenti redditi pario a circa il 20% del PIL .Ciò significa che molti cittadini ricevono i servizi ma non contribuiscono a pagarli. Pensa un ristorante in cui viene permesso a molti clienti di mangiare a ufo. Si capisce che dopo qualche tempo il gestore avrà qualche grosso problema finanziario. La trattoria Italia vive questa situazione: troppi cittadini nel passato e anche nel presente hanno sbafato senza pagare i dovuti contributi. Questo è avvenuto sempre e non è una specificità degli anni 80 ma ci aiuta già a inserire un primo tassello che contribuisce a farci un idea di come si è formato il debito pubblico
    Passiamo al secondo sistema di finanziamento: stampare moneta. Se si eccede si hanno due grosse controindicazioni: la moneta si svaluta ( vedi la lira che non valeva nulla nei confronti di dollaro, marco, franco, sterlina & C)) ma sopratutto si ha inflazione, e la moneta perde il potere d'acquisto . Questa è la situazione che si era venuta a creare negli anni 70 e nei primi anni 80 quando avevamo un tasso di inflazione che arrivava al 20% annuo. Anche perché in quel periodo la banca d'Italia era obbligata ad acquistare i titoli di stato invenduti e per farlo stampava moneta che però ovviamente perdeva progressivamente valore. In quella situazione di alta inflazione si venivano ad avere interessi sul debito reali negativi ( per fare un esempio , il titolo di stato aveva un interesse del 15% ma l'inflazione era addirittura maggiore , p.es al 20%) e questo faceva si che gli interessi sul debito non andavano a pesare troppo sul bilancio. Ovviamente però questo giochino non può durare a lungo perché la moneta diventa carta straccia, i titoli di stato con interessi negativi ugualmente perdono di appetibilità e l'unica strada è quella del collasso sul modello dell'Argentina o ancora peggio della Germania degli anni 20.
    Resta dunque l'ultimo sistema: emettere titoli di debito. Più cresce la spesa più lo Stato dovrà emettere titoli. promettendo come rendimento un interesse sul capitale preso a prestito. E meno lo Stato ha fama di essere efficiente nell'usare i suoi soldi e più dovrà pagare interessi. Questa strada in Italia è stata parzialmente seguita negli anni 70, ma sopratutto è stato il principale sistema di finanziamento dal 1980 al 1993.

    1970-1993: trent'anni vissuti allegramente

    Entrando nello specifico dell'Italia per capire il problema della crescita del debito oltre all'evasione bisogna tenere conto della gestione e del livello della spesa pubblica . Un primo periodo va dal 1973 al 1993 e vede un progressivo aumento della spesa pubblica, seguita da una fase di brusca riduzione dal 1993 in poi. Tutte le singole voci di spesa in quegli anni aumentano : cresce la spesa degli apparati dello Stato , cresce la spesa previdenziale e assistenziale , crescono i trasferimenti alle imprese, si impennano gli interessi. Il denominatore comune è la gestione della finanza pubblica all'insegna non dell'efficienza ma della ricerca irresponsabile del consenso politico. La spesa ha cominciato a divenire non controllabile già negli anni settanta arrivando a quasi il 40% del PIL nel 1980, mentre le entrate aumentavano in maniera meno che proporzionale dal 32% al 35% del PIL . Questo ha portato il debito a crescere dal 40% al 60% in un decennio. Un livello preoccupante ma ancora rimediabile.
    Negli anni 80 invece il livello della spesa pubblica si è impennato fino a giungere alla punta del 56,3% nel 1993 ( quando ormai la prima repubblica era agonizzante per lo scandalo di tangentopoli). Come si vede dal grafico nessun paese europeo arriva a toccare quei livelli di spesa pubblica

    debitopubblicoitalia

    il grafico successivo mostra come nel periodo che va dal 1980 al 1993 tutte le voci della spesa registrano un incremento. Alla fine degli anni 80 si registra però il boom della spesa per interessi come conseguenza dell'accumulo del debito pubblico.

    spesapubblicaitalia

    rispetto al decennio precedente, lo Stato negli anni 80 blocca la leva monetaria come strumento per finanziarsi. L'imperativo è contenere l'inflazione che infatti scende dal 21,2% del 1980 al 4,7% del 1987
    Si sceglie l'alternativa del massiccio ricorso al debito. Ma le condizioni sono decisamente meno favorevoli rispetto agli anni 70. La riduzione dell'inflazione porta ad un impennata dei tassi di interesse reali. Inoltre dal 1981 la banca d'Italia acquista effettiva indipendenza dal governo e non è più costretta a comperare le obbligazioni pubbliche rimaste invendute sul mercato. Per rendere più attrattivi i titoli emessi, lo Stato, che oltretutto non gode di buona fama a causa della sua finanza in dissesto, deve aumentare gli interessi da corrispondere. Dando così inizio alla spirale del continuo incremento della spesa pubblica per interessi che diverrà incontrollabile dalla fine degli anni 80.

    Nonostante la situazione fosse critica, lo Stato negli anni 80 mette ulteriore benzina sul fuoco aumentando anche la spesa corrente. La tabella a seguire è una serie storica del saldo primario ( entrate - uscite al netto degli interessi) dal 1980 al 2008 ( Fonte: Istat). Da essa si evince come per tutti gli anni 80 i conti pubblici abbiano registrati disavanzi primari addirittura con punte superiori al 5%

    seriestoricasaldoprimar

    Sarebbe stato opportuno procedere ad un aumento delle entrate fiscali che ripianassero immediatamente le maggiori spese. Ed invece, come illustrato dalla successiva serie storica, per continuare a cavalcare il consenso la pressione fiscale vien mantenuta a livelli insufficenti a coprire le ulteriori spese, registrando un primo incremento solo contestualmente alla prima evidente crescita della spesa per interessi.

    pressionefiscale1980200

    VEDI I DATI DEI CONTI PUBBLICI DAL 1980-AL 2008 (FONTE ISTAT)

    Sarebbe stato sufficiente muoversi sulla falsa riga del resto dell'Europa dove negli anni 80 la pressione fiscale era già costantemente al di sopra del 40% del PIL (vedi tabella sotto) Fonte: BANCA D'ITALIA

    pressionefiscaleue27

    il conflitto intergenerazionale: chi paga veramente?

    L'inversione di tendenza virtuosa In Italia si avrà con colpevole ritardo solo a metà degli anni 90, quando si è avuta una piccola riduzione della spesa per personale ma sopratutto si è smesso di seguire la cattiva abitudine di finanziarsi a debito. Complice anche l'entrata nella zona euro e il conseguente contenimento dei tassi, la spesa per interessi è così crollata dal 23,75% del 1995 all'11% del 2003 passando da un incidenza del PIL del 12% nel 1993 al 5% del 2003.
    Ovviamente siccome i soldi bisognava trovarli si sono aumentate le tasse e si è cercato di combattere ( non sempre con efficacia) l'evasione.
    In pratica si sta seguendo ora il principio che si sarebbe dovuto applicare alla fine degli anni 70 e negli anni 80: se vuoi i servizi te li devi pagare con le tasse!! . Ciò che emerge però è un vero e proprio conflitto intergenerazionale. Infatti sono gli innocenti a restituire il maltolto; sono coloro che a partire da metà degli anni 90 avevano 20 anni e tutte le generazioni a venire, che stanno pagando il debito per la spesa prodotta dalle generazioni a cavallo tra gli anni 70 e anni 90 :angry:

    Edited by lupog - 13/9/2012, 20:57
     
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  2. onestobender
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    Grande post Fabri! Credo di aver capito pure io che sono in grado di fare a stento le divisioni :unsure: (senza virgola però neee ;) ).
     
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  3. lupog
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    CITAZIONE (onestobender @ 19/9/2009, 13:40)
    Grande post Fabri! Credo di aver capito pure io che sono in grado di fare a stento le divisioni :unsure: (senza virgola però neee ;) ).

    :) grazie mille Roby!!! :cheers: eh ma si sa che il bender quando girano portafogli e moneta frusciante i conti li sa fare eccome :D :lol:
     
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  4. Armilio
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    eeeh, adesso vedo, sono gli interessi che facevano schizzare la spesa pubblica nel grafico nel tuo altro post...perchè io avevo visionato dei grafici della banca d'Italia sulla spesa primaria al netto degli interessi dove noi eravamo sotto la spesa europea, anzi, gli arrancavamo dietro. Quindi è ingiusto dire che è stata la spesa pubblica in sè a creare il debito, sono stati invece gli interessi del debito con cui si pagava questa spesa.

    P.s: ecco qui il grafico, l'ho trovato su un altro sito:

    imagehttp://www.umanista.info/IMG/distant/gif/S..._Primara747.gif
     
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  5. lupog
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    CITAZIONE (Armilio @ 19/9/2009, 14:23)
    eeeh, adesso vedo, sono gli interessi che facevano schizzare la spesa pubblica nel grafico nel tuo altro post...perchè io avevo visionato dei grafici della banca d'Italia sulla spesa primaria al netto degli interessi dove noi eravamo sotto la spesa europea, anzi, gli arrancavamo dietro. Quindi è ingiusto dire che è stata la spesa pubblica in sè a creare il debito, sono stati invece gli interessi del debito con cui si pagava questa spesa.

    P.s: ecco qui il grafico, l'ho trovato su un altro sito:

    imagehttp://www.umanista.info/IMG/distant/gif/S..._Primara747.gif

    scusa ma la spesa per interessi fa parte della spesa pubblica a tutti gli effetti. Se Lo stato decide di finanziare i servizi che offre non aumentando la pressione fiscale ma ricorrendo massicciamente al debito sapendo che questo comporterà l'esborso di alti interessi e scaricandoli sulle generazioni future questo comporta delle spese e si tratta di una scelta di politica economica che va attribuita .
    Ho visto il sito da cui hai preso il grafico. l'autore sostiene di aver preso le fonti dalla banca d'Italia. sono andato sul sito della banca d'Italia e il raffronto con i dati dei paesi europei però è possibile solo dal 1995 mentre le linee del grafico comprendono anche gli anni 80. Da dove ha desunto quindi i dati per costruire quel grafico? sai dirmi qualcosa? :dunno:
    mentre dal sito della banca d'Italia sono disponibili i confronti con gli Usa e il Canada che si vede avevano una spesa corrente al netto degli interessi rispetto al PIL inferiore alla nostra. A conferma che anche questo dato ha una grande rilevanza nella valutazione della crescita del debito.

    http://bip.bancaditalia.it/4972unix/pls/49...d_sessione=1569

    Inoltre se vai a confrontare il saldo primario italiano con quello della Media europea a 27 per gli anni 80 si vede che quest'ultimo rimane quasi a zero o addirittura in avanzo mentre quello italiano si è già visto era un disavanzo abbastanza importante

    http://bip.bancaditalia.it/4972unix/pls/49...d_sessione=1569

    http://bip.bancaditalia.it/4972unix/homebi...corr〈=ita

    Edited by lupog - 19/9/2009, 18:11
     
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  6. Armilio
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    Certo certo, la spesa per interessi fa parte della spesa pubblica, era solo per capire bene da che cosa derivava la spesa, se dal ciclo del debito o dalla spesa sociale in sè...comunque:

    1) La spesa sociale di Canada e USA è sempre stata bassissima, non si può confrontare.

    2) se vai a vedere quello che ho scritto su wiki, vedrai che su molte cose sono d'accordo con te. Non concordo con tutto quello scritto in quel sito da cui ho preso il grafico. Concordo però quando dice che la colpa non è della spesa sociale in sè ma del fatto che questa spesa sia stata fatta a debito e che poi questo debito non è stato controllato.

    3) non ho il tempo di cercare bene i grafici nel sito della banca d'Italia, comunque i dati italiani ci sono e si vede che certamente la spesa non era altissima. Anchio però in effetti non ho trovato i dati prima del '94, ma non si può pensare che in quell'anno tutte le nazioni europee abbiano alzato e di molto la spesa sociale.
     
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  7. lupog
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    CITAZIONE (Armilio @ 19/9/2009, 18:23)
    3) non ho il tempo di cercare bene i grafici nel sito della banca d'Italia, comunque i dati italiani ci sono e si vede che certamente la spesa non era altissima. Anchio però in effetti non ho trovato i dati prima del '94, ma non si può pensare che in quell'anno tutte le nazioni europee abbiano alzato e di molto la spesa sociale.

    il problema, Armilio, non è tanto stabilire se una spesa pubblica sia altissima o meno. Non sono certo un detrattore della spesa pubblica,anzi: se si fosse fatto come nei paesi scandinavi che un alta spesa pubblica però se la finanziano con le loro tasse e combattono l'evasione, ben venga la spesa con tutti i buoni servizi di welfare connessi. Il vero punto centrale della discussione è se uno Stato la spesa è in grado di sostenerla e sopratutto a chi la fa pagare. Resto quindi molto più perplesso se invece si adotta il metodo nostrano di finanziamento con il debito, scaricandone gli oneri alle giovani generazioni. Credo che la differenza tra Italia e Svezia vada messa in luce e che ciò dovrebbe far scaturire una riflessione approfondita :).

    P.S: A quanto pare non bisogna scomodare la Svezia. I dati della banca d'Italia mettono in evidenza come la media europea della pressione fiscale negli anni 80 era già costantemente intorno al 40%. Un livello di contribuzione a cui l'Italia arriverà solamente dodici anni dopo

    http://bip.bancaditalia.it/4972unix/pls/49...d_sessione=1573

    CITAZIONE
    1) La spesa sociale di Canada e USA è sempre stata bassissima, non si può confrontare.

    la spesa pubblica non è solo spesa sociale. Negli Usa ad esempio si finanzia con fondi pubblici molto più che in Europa la ricerca ( che va alle università anche private) e si hanno molte più spese militari

    VEDI LA CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DELLA SPESA PUBBLICA (FONTE ISTAT)

    Edited by lupog - 19/9/2009, 20:00
     
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  8. Armilio
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    CITAZIONE (lupog @ 19/9/2009, 18:40)
    CITAZIONE (Armilio @ 19/9/2009, 18:23)
    3) non ho il tempo di cercare bene i grafici nel sito della banca d'Italia, comunque i dati italiani ci sono e si vede che certamente la spesa non era altissima. Anchio però in effetti non ho trovato i dati prima del '94, ma non si può pensare che in quell'anno tutte le nazioni europee abbiano alzato e di molto la spesa sociale.

    il problema, Armilio, non è tanto stabilire se una spesa pubblica sia altissima o meno. Non sono certo un detrattore della spesa pubblica,anzi: se si fosse fatto come nei paesi scandinavi che un alta spesa pubblica però se la finanziano con le loro tasse e combattono l'evasione, ben venga la spesa con tutti i buoni servizi di welfare connessi. Il vero punto centrale della discussione è se uno Stato la spesa è in grado di sostenerla e sopratutto a chi la fa pagare. Resto quindi molto più perplesso se invece si adotta il metodo nostrano di finanziamento con il debito, scaricandone gli oneri alle giovani generazioni. Credo che la differenza tra Italia e Svezia vada messa in luce e che ciò dovrebbe far scaturire una riflessione approfondita :).

    Ma certo,concordo, anche se dipende da debito a debito: se lo si può fare a basso interesse (=debito pubblico relativamente piccolo) e si sà che si può controllarlo, il debito non è di per sè una cosa così dannosa.

    E poi anche noi potevamo supportare la spesa sociale alzando le tasse, il problema è che non l'abbiamo voluto fare.
     
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  9. lupog
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    CITAZIONE (Armilio @ 19/9/2009, 19:08)
    Ma certo,concordo, anche se dipende da debito a debito: se lo si può fare a basso interesse (=debito pubblico relativamente piccolo) e si sà che si può controllarlo, il debito non è di per sè una cosa così dannosa.

    E poi anche noi potevamo supportare la spesa sociale alzando le tasse, il problema è che non l'abbiamo voluto fare.

    Un debito piccolo certo, non quello a cui siamo andati incontro noi. E non per colpa di chi in quegli anni era un pargolo o non era nemmeno nato. :P E' per questo che parlo nel topic di conflitto intergenerazionale :)

    Infine tornado al grafico di quel sito: ammettendo che i dati citati siano veri sono del tutto fuorvianti. Infatti citare la spesa al netto degli interessi non serve a nulla se non si spiega come quella spesa la si finanzia. E se ci si serve del debito ecco che la spesa per interessi torna ad avere magicamente un senso. E nel resto dell'Europa si servivano della pressione fiscale che in media era 10 punti sopra quella nostra. :)

    Edited by lupog - 19/9/2009, 19:53
     
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  10. Armilio
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    Serve per contraddire chi dà la colpa del debito alla spesa sociale in sè... :)

    Comunque più che conflitto generazionale io direi che è colpa della tattica messa prima della strategia... cioè aumentare le tasse era impopolare, quindi andiamo avanti così che se no cadiamo...colpa anche, si potrebbe dire, della nostra instabilità politica.
     
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  11. lupog
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    CITAZIONE (Armilio @ 19/9/2009, 21:18)
    Serve per contraddire chi dà la colpa del debito alla spesa sociale in sè... :)

    Il modo per giustificare la spesa sociale è citare gli esempi degli Stati in cui il welfare è sostenibile e funziona. E imitarli. Invece fare un confronto solo sulla spesa primaria tra Italia e resto d'Europa per far apparire un'Italia co una spesa pubblica più virtuosa degli altri paesi non riporta la verità dei fatti e serve a perseverare negli stessi errori che ci stanno costringendo a dover sputare l'anima per ripianare il debito causato da chi in passato se l'è spassata :)


    CITAZIONE (Armilio @ 19/9/2009, 21:18)
    Comunque più che conflitto generazionale io direi che è colpa della tattica messa prima della strategia... cioè aumentare le tasse era impopolare, quindi andiamo avanti così che se no cadiamo...colpa anche, si potrebbe dire, della nostra instabilità politica.

    tra gli anni 70 e gli anni 80 abbiamo assistito ad infornate di raccomandati assunti nella P.A. in virtù di tessere sindacali e di partito. Togliendo posti di lavoro e risorse ai giovani capaci che avrebbero l'aspirazione a intraprendere la stessa carriera.
    Negli anni 70 e 80 molti lavoratori sono andati in pensione a 50 anni se non addirittura a 40. E con pensioni sostanziose. Venendo mantenuti per un tempo infinito a spese della collettività. E i giovani d'oggi devono accendere un cero alla Madonna per sperare in una pensione decente. SE non è conflitto tra generazioni questo :giveup:

    A questo proposito consiglio vivamente la lettura del libro di Tito Boeri e Vincenzo Galasso "Contro i giovani. Come l'Italia sta tradendo le nuove generazioni" :)

    http://www.ibs.it/code/9788804571636/boeri...ovani-come.html

    Edited by lupog - 20/9/2009, 12:26
     
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  12. Armilio
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    CITAZIONE (lupog @ 19/9/2009, 21:33)
    CITAZIONE (Armilio @ 19/9/2009, 21:18)
    Serve per contraddire chi dà la colpa del debito alla spesa sociale in sè... :)

    Il modo per giustificare la spesa sociale è citare gli esempi degli Stati in cui il welfare è sostenibile e funziona. E imitarli. Invece fare un confronto solo sulla spesa primaria tra Italia e resto d'Europa per far apparire un'Italia co una spesa pubblica più virtuosa degli altri paesi non riporta la verità dei fatti e serve a perseverare negli stessi errori che ci stanno costringendo a dover sputare l'anima per ripianare il debito causato da chi in passato se l'è spassata :)


    CITAZIONE (Armilio @ 19/9/2009, 21:18)
    Comunque più che conflitto generazionale io direi che è colpa della tattica messa prima della strategia... cioè aumentare le tasse era impopolare, quindi andiamo avanti così che se no cadiamo...colpa anche, si potrebbe dire, della nostra instabilità politica.

    tra gli anni 70 e gli anni 80 abbiamo assistito ad infornate di raccomandati assunti nella P.A. in virtù di tessere sindacali e di partito. Togliendo posti di lavoro e risorse ai giovani capaci che avrebbero l'aspirazione a intraprendere la stessa carriera.
    Negli anni 70 e 80 molti lavoratori sono andati in pensione a 50 anni se non addirittura a 40. E con pensioni sostanziose. Venendo mantenuti per un tempo infinito a spese della collettività. E i giovani d'oggi devono accendere un cero alla Madonna per sperare in una pensione decente. SE non è conflitto tra generazioni questo :giveup:

    A questo proposito consiglio vivamente la lettura del libro di Tito Boeri e Vincenzo Galasso "Contro i giovani. Come l'Italia sta tradendo le nuove generazioni" :)

    http://www.ibs.it/code/9788804571636/boeri...ovani-come.html

    1) No, non è quello il discorso. Non sto parlando dell'efficienza o no della spesa sociale, quella è dovuta anche a fattori cultural-politici che sono più difficili da padroneggiare. Sto parlando della sua incidenza sul debito. La tipica critica liberista sulle politice Keinesiane in generale è che sono fondate sul debito, come in questo caso, e quindi si mettono ad attaccare l'esistenza stessa del welfare. Invece, si può benissimo avere un welfare appoggiato sulle tasse ed efficiente (come nei tuoi casi).

    2) Vabbè, queste sono ingiustizie sociali. Concordo, ma quello che volevo dire che il problema maggiore è l'altro.
     
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  13. lupog
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    CITAZIONE (Armilio @ 20/9/2009, 16:04)
    Non sto parlando dell'efficienza o no della spesa sociale, quella è dovuta anche a fattori cultural-politici che sono più difficili da padroneggiare. Sto parlando della sua incidenza sul debito.

    efficienza della spesa pubblica e debito pubblico sono strettamente interconnessi. e il caso italiano ne è un esempio lampante. finanziando la spesa ricorrendo ai soldi dei contribuenti , questi ultimi saranno molto più propensi a controllare che ciò che esce dalla loro tasche sia impiegato in modo da fornire buoni servizi e da far funzionare in maniera efficace la macchina statale. Quando invece si procede a finanziarla con il debito com'è avvenuto da noi, si rinvia il momento della resa dei conti; di conseguenza vi è maggiore indifferenza dei cittadini su come lo Stato impiega le risorse, e si favoriscono sprechi e clientelismi.

    Questa relazione è dimostrata dal fatto che gli stati europei (Svezia, Danimarca e Finlandia) con la maggiore pressione fiscale sono anche quelli con il debito pubblico più basso e con il welfare state tradizionalmente più efficiente. Quindi come già detto non si tratta di condannare la spesa pubblica in se ma come è stata gestita e finanziata in Italia. Guardare a come viene gestita la spesa è fondamentale per comprenderne la sua incidenza sul debito. E serve anche per capire quali saranno le prospettive future del welfare. Ma quest'ultimo aspetto è un'altra storia e richiede ulteriore tempo per essere analizzato.

    Edited by lupog - 22/9/2009, 12:25
     
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  14. Armilio
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    CITAZIONE (lupog @ 22/9/2009, 12:04)
    CITAZIONE (Armilio @ 20/9/2009, 16:04)
    Non sto parlando dell'efficienza o no della spesa sociale, quella è dovuta anche a fattori cultural-politici che sono più difficili da padroneggiare. Sto parlando della sua incidenza sul debito.

    efficienza della spesa pubblica e debito pubblico sono strettamente interconnessi. e il caso italiano ne è un esempio lampante. finanziando la spesa ricorrendo ai soldi dei contribuenti , questi ultimi saranno molto più propensi a controllare che ciò che esce dalla loro tasche sia impiegato in modo da fornire buoni servizi e da far funzionare in maniera efficace la macchina statale. Quando invece si procede a finanziarla con il debito com'è avvenuto da noi, si rinvia il momento della resa dei conti; di conseguenza vi è maggiore indifferenza dei cittadini su come lo Stato impiega le risorse, e si favoriscono sprechi e clientelismi.

    Questa relazione è dimostrata dal fatto che gli stati europei (Svezia, Danimarca e Finlandia) con la maggiore pressione fiscale sono anche quelli con il debito pubblico più basso e con il welfare state tradizionalmente più efficiente. Quindi come già detto non si tratta di condannare la spesa pubblica in se ma come è stata gestita e finanziata in Italia. Guardare a come viene gestita la spesa è fondamentale per comprenderne la sua incidenza sul debito. E serve anche per capire quali saranno le prospettive future del welfare. Ma quest'ultimo aspetto è un'altra storia e richiede ulteriore tempo per essere analizzato.

    No, secondo me fai un sillogismo troppo affrettato. I cittadini vogliono un welfare efficiente in qualunque caso (perchè secondo te sanno da dove derivano i soldi per pagare il welfare?) e tasse basse in ogni caso. Anche perchè, secondo il tuo ragionamento, ora con le tasse che abbiamo dovremmo avere un welfare efficentissimo. E' una questione molto complessa, in cui la cultura politica ha la parte predominante, ma che sinceramente non sò spiegare. Ma di una cosa son sicuro: non è il fatto che ci siano tasse alte che rende più efficiente la spesa sociale, assolutamente no, anche perchè alla pressione sulla classe politica non corrisponde immediatamente una maggior efficacia.
     
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  15. lupog
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    CITAZIONE (Armilio @ 22/9/2009, 13:52)
    CITAZIONE (lupog @ 22/9/2009, 12:04)
    efficienza della spesa pubblica e debito pubblico sono strettamente interconnessi. e il caso italiano ne è un esempio lampante. finanziando la spesa ricorrendo ai soldi dei contribuenti , questi ultimi saranno molto più propensi a controllare che ciò che esce dalla loro tasche sia impiegato in modo da fornire buoni servizi e da far funzionare in maniera efficace la macchina statale. Quando invece si procede a finanziarla con il debito com'è avvenuto da noi, si rinvia il momento della resa dei conti; di conseguenza vi è maggiore indifferenza dei cittadini su come lo Stato impiega le risorse, e si favoriscono sprechi e clientelismi.

    Questa relazione è dimostrata dal fatto che gli stati europei (Svezia, Danimarca e Finlandia) con la maggiore pressione fiscale sono anche quelli con il debito pubblico più basso e con il welfare state tradizionalmente più efficiente. Quindi come già detto non si tratta di condannare la spesa pubblica in se ma come è stata gestita e finanziata in Italia. Guardare a come viene gestita la spesa è fondamentale per comprenderne la sua incidenza sul debito. E serve anche per capire quali saranno le prospettive future del welfare. Ma quest'ultimo aspetto è un'altra storia e richiede ulteriore tempo per essere analizzato.

    No, secondo me fai un sillogismo troppo affrettato. I cittadini vogliono un welfare efficiente in qualunque caso (perchè secondo te sanno da dove derivano i soldi per pagare il welfare?) e tasse basse in ogni caso. Anche perchè, secondo il tuo ragionamento, ora con le tasse che abbiamo dovremmo avere un welfare efficentissimo. E' una questione molto complessa, in cui la cultura politica ha la parte predominante, ma che sinceramente non sò spiegare. Ma di una cosa son sicuro: non è il fatto che ci siano tasse alte che rende più efficiente la spesa sociale, assolutamente no, anche perchè alla pressione sulla classe politica non corrisponde immediatamente una maggior efficacia.

    Non è un mio ragionamento nè un sillogismo, ma un dato di fatto: dove la spesa pubblica è stata costantemente finanziata con le tasse essa si è rivelata più efficiente. Noi invece le tasse alte le stiamo pagando solo negli ultimi quindici anni e lo stiamo facendo perchè abbiamo un debito spaventoso da coprire. Nè tantomeno serve tirare in ballo la cultura politica: si tratta semplicemente di scegliere tra una buona e una cattiva gestione delle risorse pubbliche
     
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