La Fine dell'Universitas Scholarium e il controllo del Comune sullo Studium Bolognese

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  1. Cornelio Scipione.
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    L'Università di Bologna è un Studium che nasce spontaneo, nasce per iniziativa degli studenti che si organizzarono raccogliendo la "colletta" per pagare i maestri e per farsi leggere e spiegare il Corpus Iuris Civilis di Giustiniano.
    Ma l'Università col tempo divenne sempre più un'istituzione di importanza vitale per il comune,a tal punto la vita dell'Università e la vita del Comune divennero la stessa cosa.
    Lo Studium portò nella città una gran quantità di studenti stranieri(Ultramontani e Citramontani) che misero in moto il mercato degli affitti, dei copisti(che copiavano libri e dispense per gli studenti), del vestiario e in particolare delle banche , perchè gli studenti avevano sempre bisogno di denaro, e inizialmente erano i mercanti bolognesi che svolsero la funzione di Banchieri, ma col tempo si insediarono a Bologna i Banchieri Fiorentini che avevano dei tassi di interessi più bassi e furono quindi appoggiati e promossi anche dallo stesso Comune di Bologna.
    L'Università e la sua importanza economica e la sua funzione di preparazione degli studenti, aveva attirato l'interesse dei poteri esterni, come per esempio il potere Papale e il potere dell'Impero(Germanico); un primo esempio di questo processo di cercare di controllare e di regolarizzare l'università attraverso un potere esterno fu con la Costituzione Habita di Federico Barbarossa.
    Ma l'intromissione di un potere esterno nell'Università fu proprio dallo stesso Comune di Bologna che nel 1322 i rettori cominciarono ad essere pagati dal Comune e uguale fu fatto per i professori dove sempre più vincoli gli vennero posti, come per esempio nel giuramento di non insegnare in nessun altro luogo che non sia Bologna.
    Il Comune però cercò di far progredire l'università facendo venire ad insegnare maestri illustri stranieri nello Stdium di Bologna.
    La stretta connessione tra l'Università e la finanza cittadina venne formalmente riconosciuta e istituzionalizzata nel 1433 ed è stata ben riorganizzata in modo definitivo dal Pontefice Niccolò V tra il 1450 e il 1455.
    Le guerre civili a Bologna(tra guelfi e ghibellini) nella prima metà del XV secolo, allontanarono molti studenti dalla città e dall'Università ed era necessario quindi riformare i sistema di pagamento, perchè i dazi che venivano pagati da ogni carovana e da ogni mercante per importare o esportare prodotti da Bologna, non bastavano più a pagare i salari ai maestri, ed è per questo che Niccolò V fissò il numero numero massimo di cattedre , che era pari a 46; ma il numero fu largamente superato nonostante la norma del Pontefice.
    La riforma di Nicolò V però non era solo di carattere economico, ma anche di livello culturale(bisogna sapere che il Pontefice si laureo proprio a Bologna), e infatti aggiunse nuove discipline come per esempio il Greco e la Musica.
    L'autorità della cultura classica era restaurata dall'autorità dei maestri che erano gli unici che avevano gli strumenti per farlo.
    Questa riforma che affacciò l'Università verso l'Umanesimo fu intrapresa da Bessarione che era un cardinale dell'epoca appunto di Niccolò V.
    Il processo che caratterizzò un pò tutte le università del XV secolo in particolare, fu il restringimento della giurisdizione rettorale studentesca, e quindi non possiamo parlare di una completa privatizzazione degli Studium da parte dei poteri locali e non, ma semplicemente di un restringimento dell'autogoverno dell'Universitas Scholarium.
    Sempre più frequenti erano i privilegi che l'Università e il Comune riservava ai collegi dei dottori e alle organizzazioni studentesche come le Nationes (in particolare quella tedesca).
    Un altro elemento che contribuì alla fine dell'autonomia dell'Università , furono i Collegi per gli studenti , come per esempio quello di Gregorio IX in cui fu lui stesso a decidere i posti di alloggio per gli studenti in base alla provenienza.
     
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