Joseph Paul Goebbels

Il ministro della Propaganda del Reich

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    GLI INIZI DIFFICILI
    Joseph Paul Goebbels era uno di quei non numerosissimi ministri del Terzo Reich che potevano vantarsi orgogliosamente di essere dei 'nazisti della prima ora' (come, ad esempio, Goering). Goebbels, però, fu l' unico tra i gerarchi della vecchia guardia a rimanere ciecamente fedele al Führer fino alla fine.
    Renano di origine, nato nel 1897, di famiglia cattolica, Goebbels si avvicinò al partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi già nel '22, quando era un neo laureato in filosofia alla facoltà di Heidelberg, dopo aver girato ben otto atenei e approfondito studi compositi. Nonostante la sua solida cultura accademica, del tutto atipica nei rozzi ambienti nazisti, nei primi tempi non fu molto notato né valorizzato. Allora era solo un giovane molto piccolo e gracile dall' incedere claudicante, frutto di un' osteomielite infantile (e non di un difetto congenito come comunemente si crede) che gli lasciò la gamba sinistra più corta della destra e molto rattrappita; questo difetto fisico gli impedì di prendere parte alla Prima guerra mondiale, cosa di cui si rammaricò sempre. La gamba difettosa fu la causa principale dell' inasprirsi del suo carattere fin dall' età giovanile; durante gli anni dell' università si fece anche passare per invalido di guerra, tanto era disperato per il fatto di non aver potuto combattere per la sua patria, grande motivo di vanto in Germania, soprattutto negli ambienti di destra.
    Il giovane Goebbels era dotato di uno sguardo tagliente, di una complessa e nevrotica personalità e di una dialettica graffiante. Era poi un aspirante e capace scrittore; all' inizio degli anni '20 compose un romanzo autobiografico, "Michael", che rimase senza editore fino al 1929; portò inoltre a termine due commedie in versi, il "Pellegrino" (su Gesù) e L' "Ospite solitario", che ebbero poca fortuna, così come gli articoli che Goebbels inviò al 'Berliner Tageblatt'. Per tutta la vita tenne dei meticolosi diari, oggi importanti fonti storiche.
    All' inizio della sua esperienza nello NSDAP, che lo avrebbe portato a raggiungere delle vette di potere incredibili, il giovane Joseph si avvicinò alla corrente di sinistra del partito, comandata dall' allora numero due del partito, Gregor Strasser, la cui vicenda trovate raccontata qui.
    Quando questi fu assassinato nessuno tra i gerarchi del Reich alzò una voce in sua difesa, e di certo non Goebbels, che era stato conquistato da Hitler molti anni prima.

    LA CARRIERA E IL RAPPORTO CON HITLER
    Goebbels, inizialmente, da uomo fedele di Strasser era un oppositore nazista di Hitler, per quanto incredibile possa sembrare oggi, alla luce della sua carriera e della sua morte.
    Alla fine del 1925 i fratelli Strasser organizzarono una conferenza a Bamberga a cui presero parte i capi settentrionali dello NSDAP, con all' ordine del giorno una battaglia dei partiti della sinistra per l' espropriazione delle proprietà terriere della casa reale. Strasser e i suoi, socialisti veri, volevano unirsi a comunisti e socialdemocratici per quella causa, mentre Hitler, che mirava ai finanziamenti dei grandi industriali, che iniziavano a vedere i nazisti come un utile baluardo contro il bolscevismo, era fermamente contrario al’ idea di mescolarsi coi comunisti e si rifiutò di recarsi alla riunione. In quell' occasione Goebbels esclamò addirittura "chiedo che il borghesuccio Hitler sia espulso dal partito!".
    Nel 1926 il Führer operò la contromossa: indisse una riunione nel sud della Germania e mise in minoranza i sostenitori della mozione votata a Bamberga, approfittando anche del fatto che solo Goebbels e Strasser tra i leader settentrionali erano potuti intervenire alla conferenza, fissata apposta in un giorno feriale. A quell' epoca il giovane Joseph era profondamente convinto, e lo scrisse nei suoi diari e in diversi articoli, che lo NSDAP e il partito comunista non dovessero essere nemici e, anzi, che la loro contrapposizione fosse assurda, vista la comune ideologia socialista. Queste idee erano del tutto intollerabili per Hitler, ma il Führer aveva intuito le vere, enormi, potenzialità organizzative e oratorie di quel suo giovane camerata, abilità che gli sarebbero potute tornare molto utili.
    Nell' aprile di quello stesso anno invitò Goebbels a tenere un discorso alla leggendaria birreria Bürgerbräu, là dove era partito il putsch di Monaco, e allestì per il suo giovane camerata un' accoglienza trionfale, che sorprese molto positivamente e imbarazzò il futuro gerarca.
    Il giovane Joseph testimoniò nelle pagine dei suoi diari una sempre maggiore attrazione per il Führer, fino ad arrivare ad una completa adulazione del suo capo, scrivendo "Lo amo, (...) mi inchino all' uomo superiore, al genio politico". Da quel giorno Goebbels divenne il collaboratore più fedele di Hitler e uno dei suoi pochi confidenti.
    Prima della presa del potere dei nazisti, il giovane Joseph fu inviato a Berlino, per organizzare il partito nazista nella capitale tedesca, dove era molto più debole che in Baviera. Lì ebbe l' opportunità di mostrare le sue eccellenti doti di organizzatore, oratore e giornalista. Ma quella era solo una tappa della sua ascesa: Hitler da tempo aveva promesso al prezioso dottor Goebbels (il suo titolo lo accompagnava sempre sui manifesti e in radio, anche perché un laureato tra i leader del Terzo Reich era una rarità) un posto nel futuro governo nazista in qualità di ministro della propaganda e della cultura popolare, figura ispirata all' esperienza fascista.
    Nel 1933 Goebbels, il giovane renano piccolo, esile e zoppo, divenne ministro e uno degli uomini più potenti ed influenti dell' intero Reich tedesco.
    Negli anni successivi sfruttò la sua posizione di onnipotenza in ambiti quali cinema, radio, stampa e spettacoli per dare sfogo alla sua natura di grande donnaiolo (già negli anni '20 nei suoi diari scriveva resoconti di incontri con svariate donne che corteggiava e da cui era attratto). Ebbe relazioni con attrici e donne di cinema, tra le quali, si mormorava, Leni Riefenstahl, la regista di film come "Olympia"; così si rifece di anni di insuccessi giovanili. Hitler non disapprovava queste sue inclinazioni, ma si impegnava affinché Joseph e sua moglie Magda, donna preziosa per il Führer e a lui ciecamente fedele, non divorziassero.
    Negli anni Goebbels divenne sempre più un confidente di Hitler, il quale ripagava la sua, a tratti anche ossessiva, fedeltà con una sincera stima, che lo rendeva uno degli uomini più potenti del Reich non solo nei suoi ambiti di competenza. Il ministro della propaganda era uno dei pochissimi gerarchi che facevano capo solo ed esclusivamente al Führer.
    Il lavoro di Goebbels negli anni del regime hitleriano fu meticoloso: impegnato nella cura della stampa, della radio del Reich e dei film, il piccolo gerarca costruì un enorme consenso verso il regime nazista; era anche il regista dei discorsi del Führer, dei quali studiava posizioni, luci, cadenza delle pause enfatiche e toni. Fu grazie a lui che il già eccellente oratore Hitler riuscì a trasformare i suoi discorsi in qualcosa di sacro e liturgico, per citare il grande storico Mosse.
    Goebbels prese attivamente parte all' organizzazione di tutte le parate naziste e a quella di eventi chiave nella storia del Terzo Reich, come il pogrom anti-ebraico passato alla storia come 'Notte dei cristalli' (9-10 novembre 1938).
    Nel 1939, allo scoppio della Seconda guerra mondiale, il ministro della propaganda iniziò a curare i bollettini, le trasmissioni radio, i cinegiornali di guerra e la censura di tutto quanto arrivava dal fronte. E, anche in questo nuovo ruolo, si dimostrò molto efficiente. Quando la Germania invase l' Unione sovietica, Goebbels si curò di esaltare i trionfi delle armate tedesche istituendo quelli che chiamava 'annunci speciali': da altoparlanti sparsi nelle città del Reich venivano comunicate le vittorie e le conquiste tedesche. Ovviamente le notizie degli stermini a sangue freddo venivano taciute. I cinegiornali del ministero della propaganda esaltavano l' eroismo dei conquistatori nazisti al fronte, per creare un clima sociale compatto attorno all' esercito e ben disposto ai sacrifici per esso.

    LA SCONFITTA TEDESCA E LA FINE
    Quando nell' inverno tra il 1942 e il 1943 le armate tedesche subirono la sconfitta più bruciante, e inaspettata per la popolazione, a Stalingrado, quando cioè per i nazisti la campana iniziò a suonare a morte, Goebbels tenne uno dei suoi discorsi più importanti: egli annunciò l' inizio della 'guerra totale' contro il nemico bolscevico che minacciava il Reich e l' intera Europa. Con quel discorso Goebbels trasformò il conflitto bellico da guerra di conquista a lotta suprema per la sopravvivenza contro il barbaro invasore comunista sovietico, guerra per la quale ogni attività non strettamente connessa allo sforzo militare sarebbe stata eliminata.
    La 'guerra totale', che non riuscì mai davvero a mobilitare la totalità delle risorse tedesche ma che portò a grandi risultati in termini militari, permise alla Germania di Hitler di sopravvivere per oltre due anni dopo la disfatta di Stalingrado, ma non potè nascondere la ritirata inesorabile delle truppe naziste. Nel 1944 i tedeschi, persa ormai la speranza della vittoria, iniziarono ad abbandonare le sale in cui si tenevano le proiezioni dei cinegiornali di guerra, che parlavano di arretramenti tattici del fronte e di fantomatiche controffensive. Goebbels allora ordinò che le porte dei cinema fossero chiuse a chiave.
    Stanco ma infaticabile, il ministro della propaganda continuò a lavorare per mantenere il popolo tedesco compatto attorno al Führer anche nel momento in cui la nave nazista affondava senza speranza di risollevarsi.
    Nel 1944 e nel 1945 Goebbels si operò per dare credibilità all' ultima illusoria speranza dei tedeschi, ovvero le 'armi segrete' di Hitler che avrebbero dovuto volgere le sorti della guerra a favore della Germania e che invece si rivelarono costosissime e poco efficaci.
    Negli ultimissimi giorni di guerra Goebbels pronunciò molti discorsi per cercare di ritardare la capitolazione; disse di affidarsi "al Führer e alle stelle" (il ministro della propaganda credeva nelle previsioni degli astri), che, uniti, avrebbero portato i tedeschi fuori dalla difficile situazione. Quando morì Roosevelt, nell' aprile del '45, Goebbels interpretò quel fatto come un miracolo, previsto dalle stelle, che, come secoli prima durante la guerra dei Sette anni, quando a morire era stata la zarina, avrebbe ribaltato le sorti della guerra a favore dei tedeschi. Probabilmente quello fu l' ultimo momento di felicità del ministro della propaganda; il suo amatissimo Führer aveva ormai perso ogni contatto con la realtà ed era un fantasma, malato e morituro. Il Reich millenario, per cui tanto aveva lavorato, era prossimo al crollo e Goebbels, lucido a differenza del suo capo, se ne rendeva amaramente conto ogni giorno di più.
    Il 30 aprile Hitler si suicidò. Goebbels bruciò con Bormann il suo corpo e il giorno dopo impose a se stesso, a sua moglie Magda e ai suoi sei figli, la stessa tragica fine. Per approfondire gli ultimi momenti di vita di Goebbels e di Hitler, e l' epilogo del Terzo Reich vi invito a leggere l' approfondimento che trovate qui.
    Al processo di Norimberga Goebbels non era presente; c' era invece un certo Fritzsche, un commentatore radiofonico che doveva le sue (relative) fortune alla somiglianza della sua voce con quella di Goebbels, e a molti un pesce così piccolo apparve una sorta di fantasma del ministro della propaganda.

    FONTI:
    -William L. Shirer, "Storia del Terzo Reich", Fabbri Editori, Milano, 1978;
    -Enzo Collotti, "Hitler e il nazismo", Giunti, Firenze, 1994-1996;
    -Maria Ferretti, "La battaglia di Stalingrado", Giunti, Firenze, 2001;
    -Documentari e articoli sulla carismatica figura di Goebbels.

    Edited by Oskar - 18/5/2009, 16:23
     
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    secondo Caparezza io vengo dalla luna (no dalla Puglia)

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    Sapete una cosa?
    Quest'uomo e sua moglie, tra i gerarchi nazisti, sono quelli che mi fanno più paura.
    Ma davvero.
    Io penso che chi arriva ad ammazzare i propri figli in nome di una ideologia delirante sia una persona senza speranza, che non ha alcuna traccia di umanità.
    Ma proprio nessuna.
     
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  3. Italo-romano
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    CITAZIONE (Lady Sargatanas @ 18/10/2012, 12:11) 
    Sapete una cosa?
    Quest'uomo e sua moglie, tra i gerarchi nazisti, sono quelli che mi fanno più paura.
    Ma davvero.
    Io penso che chi arriva ad ammazzare i propri figli in nome di una ideologia delirante sia una persona senza speranza, che non ha alcuna traccia di umanità.
    Ma proprio nessuna.

    Purtroppo la sua è una figura comunque pesante, che ha notevolmente ispirato intere generazioni di propagandisti di stampo neonazista ed antisemita, sino ai giorni nostri...
     
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    secondo Caparezza io vengo dalla luna (no dalla Puglia)

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    Lo so.
    Tuttavia, sapete qual è la cosa che fa ridere più amaramente?
    Questo trombone del Reich non era quello che si poteva definire un "ariano perfetto".
    Beh, ad essere precisi, il vero "ariano" era uno che aveva un quarto di sangue ebraico, Heydrich.
    Ora, i nazisti volevano la purezza della razza?

    E perché si sono tenuti questo individuo magro, con una gamba più corta dell'altra?
    Non è una ipocrisia?
     
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  5. Italo-romano
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    Non necessariamente.

    L'aspirante membro di una determinata casta, sapendo di non avere proprio tutte le carte assolutamente in regola per potervi entrare, sovente anzi dispiega uno zelo ulteriore nell'eseguire gli ordini ricevuti, per dimostrarsi appunto più attivo, disponibile e meritevole degli altri...malgrado il suo handicap di partenza.

    Ed il vero capo sa sfruttare queste caratteristiche dei suoi sottoposti, per stimolarli a dare sempre il meglio, a superarsi.
     
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  6. belfagorgino
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    "...la propaganda non ha il compito di essere vera, ha invece l'unico compito di essere efficace..."

    adolf hitler
     
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  7. Italo-romano
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    CITAZIONE (belfagorgino @ 21/10/2012, 17:22) 
    "...la propaganda non ha il compito di essere vera, ha invece l'unico compito di essere efficace..."

    adolf hitler

    "...calunniate calunniate, qualcosa resterà..."

    L'attribuzione non è certa, ma pare sia da ricondurre a Fouchè, ministro di polizia con Napoleone e poi anche con Carlo XVIII, che fu un modello per i posteri, compreso Goebbels.
     
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  8. MorganFreeman
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    CITAZIONE (Italo-romano @ 22/10/2012, 12:35) 
    CITAZIONE (belfagorgino @ 21/10/2012, 17:22) 
    "...la propaganda non ha il compito di essere vera, ha invece l'unico compito di essere efficace..."

    adolf hitler

    "...calunniate calunniate, qualcosa resterà..."

    L'attribuzione non è certa, ma pare sia da ricondurre a Fouchè, ministro di polizia con Napoleone e poi anche con Carlo XVIII, che fu un modello per i posteri, compreso Goebbels.

    citando Goering in una testimonianza al processo di Norimberga : "una bugia, se pronunciata 1000 volte, finisce per assumere un contorno di verità".

    detto questo, una delle cose che mi irrita di più riguardo questo personaggio (Goebbels intendo) è quella fama di "genio"pieno di fascino che ancora lo ammanta. fama in gran parte immeritata, se si va a leggere le carte, soprattutto le sue .... persona infantile e meschina come poche .... seppe questo sì essere efficiente nel metetre in movimento la macchina della propaganda, ma senza essere particolarmente brillante nemmeno in questo, se proviamo a confrontarlo con gli esperti di comunicazione degli alleati o anche del Minculpop (!)
     
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7 replies since 7/11/2008, 19:43   1541 views
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