Di Pietro critica Napolitano

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    Di Pietro: "Napolitano poco arbitro"
    Poi chiarisce: "Non volevo offendere"
    Lo spunto è il sequestro di uno striscione ("Napolitano dorme, l'Italia insorge") a Roma. "In una civile piazza c'è il diritto a manifestare. Presidente Napolitano, possiamo permetterci di accogliere in questa piazza chi non è d'accordo con alcuni suoi silenzi?". "Possiamo dire - incalza Di Pietro - che a volte il suo giudizio ci appare poco da arbitro? Il silenzio uccide, il silenzio è un comportamento mafioso". Poi la precisazione: "Non intendo offendere"


    I fischi sono partiti da piazza Farnese, durante la manifestazione dell'Italia dei Valori. L'evento, a cui ha partecipato almeno un migliaio di persone, era stato organizzato per manifestare contro la riforma della giustizia e contro il lodo Alfano. Al centro della protesta, la sospensione decisa dal Csm del procuratore capo di Salerno Luigi Apicella, contro "la grave ingerenza del potre politico - si legge su un volantino - nei confronti dell'autonomia dell'autonomia della magistratura". Tra i presenti illustri che hanno parlato alla piazza, Salvatore Borsellino, Beppe Grillo, Marco Travaglio.

    In particolare a causare la reazione della folla è stato la rimozione di uno striscione su cui era scritto: "Napolitano dorme, l'Italia insorge". A quel punto dal palco, Antonio Di Pietro ha stigmatizzato la rimozione dello striscione e si è rivolto direttamente a Napolitano.

    "Lei dovrebbe essere l'arbitro, a volte il suo giudizio ci appare poco da arbitro e poco da terzi", ha detto l'ex magistrato. "Noi la rispettiamo - ha assicurato il leader Idv - ma lo possiamo dire o no, rispettosamente, che non siamo d'accordo che si lasci passare il Lodo Alfano, che non siamo d'accordo nel vedere i terroristi che fanno i sapientoni mentre le vittime vengono dimenticate?". "Il silenzio e' mafioso e per questo non voglio rimanere in silenzio", ha insistito Di Pietro. E di nuovo rivolto al Presidente della Repubblica, ha aggiunto: "Dica che i mercanti devono andare fuori dal tempio, dal Parlamento e noi lo approveremo".

    Quirinale: "Dichiarazioni offensive e pretestuose"
    "La presidenza della Repubblica è totalmente estranea alla vicenda dello striscione nella manifestazione svoltasi oggi in Piazza Farnese a Roma a cui fa riferimento l'on. Di Pietro - si legge in una nota dell'ufficio stampa del Quirinale che definisce - del tutto pretestuose comunque da considerare le offensive espressioni usate dallo stesso on. Di Pietro per contestare presunti "silenzi" del capo dello Stato, le cui prese di posizione avvengono nella scrupolosa osservanza delle prerogative che la Costituzione gli attribuisce".

    Fini: "Critica non travalichi il rispetto"
    ''E' lecito e naturale il diritto di critica politica, ma questa non puo' mai travalicare il rispetto che si deve al presidente della Repubblica, che rappresenta tutta la Nazione al di la' del fatto che sia stato eletto o meno all'unanimita''': lo ha detto nell'Aula della Camera il presidente Gianfranco Fini al termine del dibattito suscitato dalla manifestazione di solidarieta' manifestata a Giorgio Napolitano dal capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto per le affermazioni nei suoi confronti pronunciate stamani a piazza Navona.

    Walter Veltroni: "Parole inqualificabili"
    "Il ruolo e le parole del presidente della Repubblica non possono essere messe in discussione ne' essere oggetto di polemiche politiche strumentali", ha dichiarato il segretario del Pd in una nota. "In un momento difficile per il paese il presidente Napolitano rappresenta un punto di riferimento per l'intero Paese, per il suo ruolo di garanzia, per la saggezza e l'equilibrio dei suoi interventi", ha sottolineato. "Quanto accaduto a piazza Farnese, le frasi pronunciate dall'onorevole Di Pietro, gli striscioni esibiti sono inaccettabili e inqualificabili", ha poi commentato, "torniamo a esprimere al capo dello Stato la nostra piena solidarieta' e fiducia".

    Di Pietro precisa: "Non ho dato del mafioso a Napolitano"
    Più tardi Di Pietro ha replicato ulteriormente dicendo di non aver "mai offeso, né inteso offendere, il capo dello Stato quando ho ricordato pubblicamente che il silenzio uccide come la mafia, giacché non è a lui che mi riferivo, ma a chi vuole mettere la museruola ai magistrati che indagano sui potenti di Stato". Il leader dell'IdV ha detto anche che il comunicato del presidente della Repubblica lo "amareggia molto, per l'oggettiva disinformazione che contiene e perché mi mette in bocca ciò che non ho detto".

    Fonte: www.tgcom.mediaset.it

    Scalfaro: è stato commesso un reato
    Di Pietro ha infangato le istituzioni
    L'ex capo dello Stato: «C'è un limite a tutto, la dialettica non può arrivare fino ad infangare le istituzioni»


    L'ex presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro (Ansa)
    ROMA — Presidente Scalfaro, l'Italia dei Valori ha attaccato il Quirinale in piazza Farnese. «Napolitano dorme», recitava uno striscione, mentre Antonio Di Pietro accusava il capo dello Stato di giudizi «poco da arbitro» e di «troppi silenzi» aggiungendo che «il silenzio è mafioso». Che cosa gliene pare?
    «Questo secondo me è reato. Se le parole sono quelle riferite da radio e televisione, è certamente un comportamento illecito. Che stavolta non si può decentemente contrabbandare come un normale capitolo del dibattito politico. E' vero, siamo in un regime democratico e la Carta costituzionale assicura a ogni cittadino la libertà di espressione, ma c'è un limite a tutto. La dialettica, anche aspra, è nella fisiologia del confronto, però a nessuno è lecito travolgere le istituzioni e infangarle impunemente. L'educazione e il rispetto dell'altro sono punti fondamentali del concetto stesso di democrazia».

    Dopo una gelida risposta del Colle e molte dichiarazioni di solidarietà a Napolitano, Di Pietro si è difeso sostenendo che «in democrazia dev'essere permesso a tutti di avanzare critiche e di manifestare» e ha precisato di «non aver voluto offendere il presidente».
    «Resto del mio parere. Non si possono lasciar passare nell'indifferenza sortite di questo genere. Davanti a queste forme gravi di abuso la democrazia si spegne. E qui siamo responsabili tutti: chi accetta questo sistema come se fosse normalità, chi tace, chi non reagisce. Tutti. L'esercizio del diritto democratico alla polemica, al dissenso, alla protesta va misurato sul registro della civiltà politica, tanto più quando a concedersi un linguaggio così intollerabile è un esponente di primo piano del Parlamento».

    E' uno scontro che si riaccende sulla giustizia. In piazza Farnese si recriminava proprio su quel tema, divenuto rovente con il conflitto tra le procure di Catanzaro e Salerno.
    «Una brutta storia, sulla quale il Quirinale è intervenuto tempestivamente, così come ha fatto il Consiglio superiore della magistratura. Da uomo che ha indossato la toga, e con orgoglio, dico che quando i magistrati si servono del loro ruolo e potere per iniziative personali, allora siamo alla guerra civile. Letteralmente. In casi come questi la soluzione è soltanto una: intimare loro di andarsene a casa. Per quanti meriti possano vantare lungo carriere magari decennali, il loro compito è uscire di scena. Il danno che simili comportamenti arrecano alla magistratura è immenso».

    Tra i motivi di pesanti recriminazioni, c'è la riforma sulla giustizia che il governo si prepara a varare. Con il controverso provvedimento sulle intercettazioni.
    «E' un punto critico, perché si tratta di assicurare la tutela dello Stato rispetto alla grande criminalità (che per me non assume solo il volto della mafia ma quello di tante altre forme di illegalità, a partire dall'evasione fiscale) senza turbare lo spazio di libertà che la Costituzione riconosce e garantisce a ciascuno. Bisogna dunque porsi alcune domande, e trovare delle risposte equilibrate: è lecito mettere sotto controllo chiunque, indistintamente? Chi ha il potere di ordinare questi controlli? Chi ne risponde, con una paternità specifica, intendo, ossia con nome e cognome? E chi è responsabile del danneggiamento che eventualmente ricada sul cittadino innocente dalla diffusione delle intercettazioni che lo riguardano? Questioni molto delicate, insomma, che non si possono risolvere con l'impulsività di un decreto».

    Fonte: www.corritere.it


    Bene, questi sono i fatti e le reazioni. Che ne pensate?
    Io forse vi soprenderò ma sono d' accordo con le parole di Di Pietro, almeno in parte: questo governo sta delegittimando il parlamento e varando norme incostituzionali, come il lodo Alfano, e il Presidente non fa nulla.
    Dal mio punto di vista Napolitano ha paura di essere considerato un comunista se critica il governo di centrodestra e quindi non reagisce alle prevaricazioni dell' attuale governo; è un meccanismo simile, ma opposto, a quello che colpisce molti presidenti democratici americani che nelle crisi tendono a ragire con più durezza del necessario per paura di essere considerati deboli a causa della loro appartenenza politica.
    Una cosa infine: non apprezzo molti metodi del leader Idv ma ci tengo che non passi il messaggio che il presidente della Repubblica non può essere oggetto di critiche: l' istituzione presidenziale è sacra, chi la ricopre è un uomo che può sbagliare a cui si possono muovere critiche, pur nel dovuto rispetto.
     
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  2. lupog
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    il comportamento di Di Pietro è assolutamente censurabile. prima dice che Napolitano non è un arbitro. poi che il suo silenzio è mafioso. e Dopo aver tirato la pietra nasconde la mano dicendo di non aver voluto offendere.
    Veniamo all'accusa secondo cui Napolitano non sarebbe un buon arbitro. per quale motivo? Perché non assume le posizioni politiche di Di Pietro evidentemente.... ma il presidente della Repubblica non ha il compito di gettarsi nell'agone politico..... ma di vigiliare sul rispetto sostanziale della costituzione a garanzia di tute le parti.
    quanto alle osservazioni di merito fatte da Oskar concernenti l'accusa di delegittimare il Parlamento va ricordato che Napolitano ha più volte invitato Berlusconi a non eccedere nell'uso della decretazione di urgenza e dei voti di fiducia
    http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/p...-ventaglio.html
    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...overna-con.html
    detto questo mi sarebbe piaciuta altrettanta sensibilità istituzionale da parte della sinistra alle parole di Napolitano quando era questa a fare carne di porco in parlamento utilizzando gli stessi discutibili metodi di governo
    http://archiviostorico.corriere.it/2007/ot...071002112.shtml

    per quanto riguarda il Lodo Alfano , come ebbi modo di dire nell'apposita discussione Napolitano ha tenuto conto del fatto che il lodo Alfano accoglie molte delle riserve che la Corte Costituzionale fece a suo tempo riguardo al lodo Schifani e ha deciso dunque perfettamente in accordo con le sue prerogative di lasciare alla competenza della Consulta il compito di stabilire se queste modifiche siano sufficienti a considerare il provvedimento conforme alla costituzione.

    per concludere: è ovvio che Napolitano come qualsiasi persona umana di questo mondo si può criticare. Ma visto l'alto incarico di garanzia che ricopre sarebbe opportuno che le critiche non divenissero un modo per cercare di tirarlo dalla propria parte.
    io ho una ulteriore mia personale interpretazione : Napolitano venne eletto con i voti della sola maggioranza di allora provocando uno strappo istituzionale che non aveva precedenti . Chi lo scelse allora oggi lo critica forse perché si aspettava un comportamento meno super partes da parte di Napolitano, in segno di gratitudine per una designazione alla prima carica della Repubblica avvenuta in maniera così irrituale. Fortunatamente Napolitano non ha sino ad ora accettato di divenire al Quirinale la longa manus dei suoi vecchi compagni di schieramento e si sta dimostrando un ottimo presidente della repubblica sulla scia della strada già percorsa da Ciampi

    Edited by lupog - 29/1/2009, 12:37
     
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  3. skajd
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    Io non sono affatto d'accordo con Di Pietro...
    Prima tira il sasso e poi nasconde lamano...e poi LUI è il PRIMo che dice queste cose aglia altri....un po' di autocritica farebbe molto bene al signor ex-magistrato dei poveri...soprattutto dopo gli ultimi avvenimenti!!!

    CITAZIONE
    io ho una ulteriore mia personale interpretazione : Napolitano venne eletto con i voti della sola maggioranza di allora provocando uno strappo istituzionale che non aveva precedenti . Chi lo scelse allora oggi lo critica forse perché si aspettava un comportamento meno super partes da parte di Napolitano, in segno di gratitudine per una designazione alla prima carica della Repubblica avvenuta in maniera così irrituale. Fortunatamente Napolitano non ha sino ad ora accettato di divenire al Quirinale la longa manus dei suoi vecchi compagni di schieramento e si sta dimostrando un ottimo presidente della repubblica sulla scia della strada già percorsa da Ciampi

    Credo proprio che condivido con lupetto.
     
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    CITAZIONE (lupog @ 29/1/2009, 12:18)
    il comportamento di Di Pietro è assolutamente censurabile. prima dice che Napolitano non è un arbitro. poi che il suo silenzio è mafioso. e Dopo aver tirato la pietra nasconde la mano dicendo di non aver voluto offendere.
    Veniamo all'accusa secondo cui Napolitano non sarebbe un buon arbitro. per quale motivo? Perché non assume le posizioni politiche di Di Pietro evidentemente.... ma il presidente della Repubblica non ha il compito di gettarsi nell'agone politico..... ma di vigiliare sul rispetto sostanziale della costituzione a garanzia di tute le parti.
    quanto alle osservazioni di merito fatte da Oskar concernenti l'accusa di delegittimare il Parlamento va ricordato che Napolitano ha più volte invitato Berlusconi a non eccedere nell'uso della decretazione di urgenza e dei voti di fiducia
    http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/p...-ventaglio.html
    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...overna-con.html
    detto questo mi sarebbe piaciuta altrettanta sensibilità istituzionale da parte della sinistra alle parole di Napolitano quando era questa a fare carne di porco in parlamento utilizzando gli stessi discutibili metodi di governo
    http://archiviostorico.corriere.it/2007/ot...071002112.shtml

    per quanto riguarda il Lodo Alfano , come ebbi modo di dire nell'apposita discussione Napolitano ha tenuto conto del fatto che il lodo Alfano accoglie molte delle riserve che la Corte Costituzionale fece a suo tempo riguardo al lodo Schifani e ha deciso dunque perfettamente in accordo con le sue prerogative di lasciare alla competenza della Consulta il compito di stabilire se queste modifiche siano sufficienti a considerare il provvedimento conforme alla costituzione.

    per concludere: è ovvio che Napolitano come qualsiasi persona umana di questo mondo si può criticare. Ma visto l'alto incarico di garanzia che ricopre sarebbe opportuno che le critiche non divenissero un modo per cercare di tirarlo dalla propria parte.
    io ho una ulteriore mia personale interpretazione : Napolitano venne eletto con i voti della sola maggioranza di allora provocando uno strappo istituzionale che non aveva precedenti . Chi lo scelse allora oggi lo critica forse perché si aspettava un comportamento meno super partes da parte di Napolitano, in segno di gratitudine per una designazione alla prima carica della Repubblica avvenuta in maniera così irrituale. Fortunatamente Napolitano non ha sino ad ora accettato di divenire al Quirinale la longa manus dei suoi vecchi compagni di schieramento e si sta dimostrando un ottimo presidente della repubblica sulla scia della strada già percorsa da Ciampi

    Rispetto ovviamente il tuo parere lupog, ma dimmi, davvero credi che il meccanismo a cui accennavo su Napolitano e la sua "paura" di intervenire contro il centrodestra, non abbia riscontri nei fatti?
     
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  5. lupog
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    :) ovviamente ho già detto come la penso oskar :) Quando doveva farlo Napolitano è intervenuto: gli articoli che ho linkato sono inequivocabili. Riscontro invece un tentativo di Di Pietro e altri di tirare per la giacca il Quirinale. Con uno scarso rispetto per il suo ruolo istituzionale di garanzia
     
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  6. onestobender
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    CITAZIONE
    prima dice che Napolitano non è un arbitro. poi che il suo silenzio è mafioso.

    Ho sentito quella parte di comizio e , da quanto ho capito io, per quanto riguarda il "silenzio mafioso" Di Pietro non si riferiva a Napolitano ma al fatto che degli striscioni con la scritta "Napolitano dorme" erano misteriosamente scomparsi prima della manifestazione.
    Poi ovviamente nei mezzi di informazione del Reich... ehm scusate... della Repubblica Italiana, è passato la versione come l'hai interpretata tu (bisogna dire che ascoltando si capisce meglio il discorso di Di Pietro si capisce meglio).

    In merito al comportamento del sommo Napolitano invece, vorrei ricordare innanzitutto quanto ci costa il carissimo (in tutti i sensi) Quirinale (sappiamo tutti che in tempi di crisi la politica chiede di tirare la cinghia, ma sempre agli altri), per non parlare del suo imparzialissimo (nel difendere gli interessi della nobiltà... pardon, della classe politica) ruolo nel confronto fra le procure di Salerno e Catanzaro.

    Mi autoncensuro infine per quanto riguarda la vacuità dei suoi discorsi...
     
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  7. Wanchope89
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    condivido il pensiero di Di Pietro ma non i toni con cui è solito parlare.
     
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  8. _SmokY_
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    Tirare in ballo Napolitano credo sia veramente assurdo... una cosa importante in cui io ho sempre creduto per fare andar meglio le cose è portare gli italiani ad un maggior livello di italianità e si oltraggia proprio il simbolo vievente.... A parte che io considero poco dipietro perchè è esageratamente impulsivo quindi dentro per un orecchio fuori dall'altro :lollosso:
     
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  9. lupog
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    CITAZIONE (onestobender @ 29/1/2009, 13:31)
    Ho sentito quella parte di comizio e , da quanto ho capito io, per quanto riguarda il "silenzio mafioso" Di Pietro non si riferiva a Napolitano ma al fatto che degli striscioni con la scritta "Napolitano dorme" erano misteriosamente scomparsi prima della manifestazione.
    Poi ovviamente nei mezzi di informazione del Reich... ehm scusate... della Repubblica Italiana, è passato la versione come l'hai interpretata tu (bisogna dire che ascoltando si capisce meglio il discorso di Di Pietro si capisce meglio).

    potrebbe anche interpretarsi nel senso che dici tu Roberto, volendo benevolmente aggrapparsi alla sua riconosciuta incapacità di destreggiarsi con l'italiano. resta il fatto che prima accusa Napolitano di silenzio. poi fa l'excursus dello striscione ritirato e quindi ritorna sul silenzio mafioso. si riferiva allo striscione o a Napolitano?

    allora per correttezza qui riporto l'estratto del discorso


    Ci possiamo permettere, signor Presidente della Repubblica, di accogliere in questa piazza anche qualcuno di noi che non è d'accordo su alcuni suoi silenzi? Possiamo permettercelo o no? O siamo degli eversori? Siamo dei cittadini normali che ci permettiamo di dire a lei, signor Presidente della Repubblica, che dovrebbe essere l'arbitro, che a volte il suo giudizio ci pare poco da arbitro e poco da terzo. Lo possiamo dire o no? Noi la rispettiamo, abbiamo il senso delle istituzioni, vogliamo essere tranquilli. Oggi, un cittadino ha messo un manifesto, uno striscione, dove senza offendere nessuno dice “Napolitano dorme, l'Italia insorge”. Perché lo hanno sequestrato? Chi ha ordinato di sequestrare questo manifesto? Perché non c'è possibilità di manifestare senza bastoni, senza nulla? Stiamo semplicemente dicendo che non siamo d'accordo sul fatto che si lasci passare il lodo Alfano, che non siamo d'accordo sul fatto che si criminalizzino le persone che fanno il loro dovere, che non siamo d'accordo sull'oblio che hanno le istituzioni nei confronti di questi familiari delle vittime, che non siamo d'accordo nel vedere terroristi che vanno a fare gli insegnanti e informare a loro modo le cose, che fanno i saputoni e poi vediamo le vittime del terrorismo e della mafia che vengono dimenticate e abbandonate a se stesse. Lo possiamo dire o no? Rispettosamente, ma il rispetto è una cosa, il silenzio è un'altra: il silenzio uccide, il silenzio è mafioso, il silenzio è un comportamento mafioso. Ecco perché non vogliamo rimanere in silenzio.



    CITAZIONE
    In merito al comportamento del sommo Napolitano invece, vorrei ricordare innanzitutto quanto ci costa il carissimo (in tutti i sensi) Quirinale (sappiamo tutti che in tempi di crisi la politica chiede di tirare la cinghia, ma sempre agli altri), per non parlare del suo imparzialissimo (nel difendere gli interessi della nobiltà... pardon, della classe politica) ruolo nel confronto fra le procure di Salerno e Catanzaro.

    Mi autoncensuro infine per quanto riguarda la vacuità dei suoi discorsi...

    de gustibus. ecco alcuni recenti interventi di Napolitano

    "E' essenziale garantire un corretto equilibrio tra governo e parlamento, senza precipitazione e forzature. La questione del non abusare del ricorso alla decretazione di urgenza e ai voti di fiducia non è nuova, ma ciò non toglie che essa debba essere seriamente presa in considerazione"

    «In Italia si governa con leggi discusse e approvate dalle Camere nei modi e nei tempi previsti dai rispettivi Regolamenti, e solo "in casi straordinari di necessità e di urgenza" con decreti (cioè "provvedimenti provvisori con forza di legge") che al Parlamento spetta decidere entro sessanta giorni se convertire in legge».



    A me sembrano parole estremamente chiare che vanno dritte al nocciolo del problema
    Se poi si pretende che Napolitano tiri le bombarde dipietriste al presidente del Consiglio legittimamente eletto questo non è tra i compiti del Presidente della repubblica fortunatamente. E allora torniamo al rischio già accennato che poichè non si ama la politica di questo governo si desideri avere un Quirinale politicamente orientato e alleato della parte politica che sta all'opposizione. :)

    Edited by Oskar - 12/11/2023, 09:42
     
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  10. segretario_90
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    Assoluto sostegno a Napolitano, che non fa discorsi "vacui", ma al di sopra delle parti. Riguardo a Di Pietro, solo una cosa: mi pento di averlo votato tante volte.

    Un cittadino del Reich
     
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  11. onestobender
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    Io l'avevo interpretata subito come ho spiegato sopra, a me il senso del discorso è sembrato quello.


    CITAZIONE
    A me sembrano parole estremamente chiare che vanno dritte al nocciolo del problema
    Se poi si pretende che Napolitano tiri le bombarde dipietriste al presidente del Consiglio legittimamente eletto questo non è tra i compiti del Presidente della repubblica fortunatamente.

    Ma è vero, non contesto certo queste dichiarazioni a Napolitano (addirittura non gli contesto nemmeno la firma di certe leggi) e non mi aspetto certo che critichi Berlusconi o altri (anche quando se lo meriterebbero).
    La Presidenza della Repubblica è un'istituzione neutra, molto delicata se vogliamo, per questo i discorsi di Napolitano (e prima di Ciampi) assomigliano tanto a quelli del Papa.

    Ciò che fatico a tollerare sono invece i richiami al sacrificio quando sappiamo che in Italia le istituzioni in generale e persino quella che rappresenta, drenano grandissime risorse. Per questo mi aspetterei da parte sua (che vista l'età e la carica se lo può permettere) una vera e propria battaglia sua contro gli immorali (un termine che odio ma che questa volta serve) della politica, a partire da quelli del Quirinale. Mi sembra un discorso nettamente sopra le parti, invece niente, zitto.

    Anche il suo intervento contro la Procura di Salerno (lmi riferisco alla richiesta, in pratica punitiva, degli atti di un'indagine legittima) è un episodio che non tollero proprio, perchè sembra quasi essere nelle file di coloro che non vogliono che si indaghi (sì perchè ormai siamo passati dal contestare le sentenze a impedire le indagini con trasferimenti di massa, sequestri della documentazione e sospensione dei magistrati che detengono l'inchiesta).
     
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  12. lupog
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    CITAZIONE (onestobender @ 29/1/2009, 18:05)
    Ciò che fatico a tollerare sono invece i richiami al sacrificio quando sappiamo che in Italia le istituzioni in generale e persino quella che rappresenta, drenano grandissime risorse. Per questo mi aspetterei da parte sua (che vista l'età e la carica se lo può permettere) una vera e propria battaglia sua contro gli immorali (un termine che odio ma che questa volta serve) della politica, a partire da quelli del Quirinale. Mi sembra un discorso nettamente sopra le parti, invece niente, zitto.

    da questo punto di vista ti capisco e ti dò ragione..... effettivamente un richiamo agli eccessivi costi della politica sarebbe doveroso anche da parte di Napolitano


    CITAZIONE
    Anche il suo intervento contro la Procura di Salerno (lmi riferisco alla richiesta, in pratica punitiva, degli atti di un'indagine legittima) è un episodio che non tollero proprio, perchè sembra quasi essere nelle file di coloro che non vogliono che si indaghi (sì perchè ormai siamo passati dal contestare le sentenze a impedire le indagini con trasferimenti di massa, sequestri della documentazione e sospensione dei magistrati che detengono l'inchiesta).

    qui francamente faccio fatica a seguiti: in quel frangente ci si trovava di fronte ad una situazione paradossale con magistrati di diverse procure ( salerno e Catanzaro) che si indagavano reciprocamente dando un pessimo spettacolo di guerra fra bande. Il presidente della repubblica ha fatto bene a chiedere gli atti a solo scopo informativo e non punitivo per cercare di informarsi meglio e sottolineare la gravità di questa situazione paradossale. altra cosa è stata l'azione disciplinare vera e propria de CSM, che ha deciso in qualità di organo di autogoverno della magistratura, le sanzioni nei confronti dei magistrati sia di Salerno sia di Catanzaro. a questo riguardo non sono in grado di dire se le decisioni prese siano giuste o meno non avendo le competenze giuridiche per farlo
    Ma la correttezza del comportamento di Napolitano in quella circostanza è stato sottolineato da Vittorio grevi nell'articolo del Corriere che riporto in cui viene spiegata la gravità della situazione che si era creata


    Il Quirinale garante delle istituzioni Intervento legittimo

    L' iniziativa assunta giovedì dal presidente della Repubblica, allo scopo di acquisire «ogni utile informazione» dal procuratore generale di Salerno e, successivamente, anche da quello di Catanzaro, riflette bene la eccezionalità di una situazione che, come tale, non ha precedenti nella nostra storia giudiziaria. Una situazione contrassegnata, per un verso, dalle plateali perquisizioni e dai sequestri di fascicoli processuali effettuati nei giorni scorsi dai magistrati di Salerno presso gli uffici della procura calabrese (nell' ambito dell' inchiesta conseguente alla denuncia presentata a suo tempo dal sostituto dottor de Magistris, poi trasferito per ragioni disciplinari a Napoli); e, per altro verso, dalla contromossa della magistratura di Catanzaro, che ha «bloccato» gli effetti di quei provvedimenti di sequestro, sottoponendo nel contempo ad indagine gli stessi magistrati salernitani. Rispetto a questa situazione, evidentemente sfuggita di mano ai capi degli uffici giudiziari coinvolti, i quali avrebbero potuto comunque usare altri strumenti per far valere le loro ragioni (qualunque ne sia la consistenza, che andrà certo verificata), il doppio intervento del presidente Napolitano ha avuto anzitutto il merito di sottolineare che un così clamoroso «scontro tra procure» non poteva passare sotto silenzio, come se nulla fosse. E, in secondo luogo, ha conseguito altresì lo scopo di rassicurare una opinione pubblica frastornata da tanta asprezza di toni e di modi che - in attesa di un rapido ritorno alla normalità ed al buon senso - almeno al Quirinale c' è chi vigila e si preoccupa di fronte a disfunzioni che possono comportare «gravi implicazioni di carattere istituzionale». Fermo restando, naturalmente, che spetterà agli organi propri dell' ordine giudiziario (oltreché, già da oggi, al Csm) trovare nella legge i rimedi per evitare il pericolo di ulteriori compromissioni all' esercizio della giurisdizione. Entro questa cornice, richiedendo ai due procuratori generali interessati la trasmissione «di ogni notizia e, ove possibile, di ogni atto utile a meglio conoscere» i dettagli della sconcertante vicenda giudiziaria dipanatasi tra le procure di Salerno e di Catanzaro, Napolitano si è in sostanza limitato ad esercitare la funzione che gli compete quale supremo garante della legalità e del corretto funzionamento delle istituzioni dello Stato, nell' ambito del principio di leale collaborazione tra le stesse istituzioni. Il che presuppone la possibilità di ottenere anche atti processuali ancora segreti, purché non vi si opponga (come risulta dallo stesso comunicato presidenziale) l' autorità giudiziaria che li detenga. D' altra parte, se è vero che i magistrati di Salerno, nell' indagare a carico dei colleghi di Catanzaro per fatti relativi a procedimenti di competenza di questi ultimi (cosa di per sé senz' altro legittima, ed anzi esplicitamente prevista dal Codice), si sono spinti fino al punto di sequestrare, in originale, interi fascicoli di atti riguardanti tali procedimenti, impedendo così l' ulteriore svolgimento degli stessi, è difficile negare la forte anomalia di provvedimenti del genere. Qui, naturalmente, non è in discussione il merito dell' inchiesta condotta dalla procura di Salerno, bensì la circostanza che i suddetti provvedimenti di sequestro hanno di fatto interferito nell' attività giudiziaria della procura di Catanzaro, così determinando (per usare ancora le parole del Quirinale) un reale rischio di «paralisi della funzione processuale» nel caso concreto. È ovvio che si tratta di situazioni che devono essere evitate, ma bisogna anche riconoscere che non esistono, nel sistema, strumenti di «pronto intervento» per impedire il loro verificarsi. Né si comprende a cosa alluda il ministro Alfano, quando a riguardo si rammarica del mancato consenso sulle «riforme costituzionali della giustizia» preannunciate a livello governativo, visto che nessuna riforma in tal senso è mai stata proposta (e, per fortuna, lo stesso ministro ha più volte escluso di volere prevedere un vincolo di dipendenza del pubblico ministero dal potere esecutivo). Forse si potrebbe pensare, semmai, di ricondurre anche le situazioni di «scontro» tra procure fin qui descritte nello stesso ambito dei «contrasti» tra uffici del pubblico ministero, già oggi previsti dal codice, la cui risoluzione viene affidata al procuratore generale presso la Corte di cassazione. Tanto più che, allo scopo, sarebbe sufficiente una semplice leggina.

    Grevi Vittorio

    Pagina 12
    (6 dicembre 2008) - Corriere della Sera



    A proposito della presunta offesa Di Di Pietro a Napolitano, ho recuperato questa notizia


    IDV: I COSTITUZIONALISTI, IPOTIZZABILE REATO VILIPENDIO PER DI PIETRO SU NAPOLITANO
    Roma, 29 gen. - (Adnkronos) - Reato di vilipendio per Antonio Di Pietro, dopo le frasi pronunciate sul presidente della Repubblica Giorgio Napolitano? L'opinione largamente prevalente fra i presidenti emeriti della Corte costituzionale, sentiti dall'ADNKRONOS, e' che in punta di diritto sia possibile procedere nei confronti del leader di Italia dei valori, sempre che vi sia l'assenso del Capo dello Stato, anche se ci si augura che non si apra un nuovo fronte politico-giudiziario che coinvolga i rapporti tra istituzioni e forze partitiche. "L'ipotesi che Di Pietro, con le sue frasi, abbia commesso un reato di vilipendio nei confronti del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e' senz'altro legittima", afferma il presidente emerito della Corte costituzionale Giuliano Vassalli. "Tuttavia -aggiunge l'ex capo della Consulta- bisogna tenere conto di due ulteriori fattori. Anzitutto, il crinale che separa il reato di vilipendio dalla legittima critica politica e' sempre molto arduo da individuare. E poi, non va dimenticato che l'incriminazione e' sottoposta all'autorizzazione a procedere da parte della persona offesa. Una scelta che il costituente ha operato per lasciare al Quirinale una libera valutazione personale e politica". In ogni caso, per Vassalli "e' davvero una vergogna che un parlamentare si rivolga con certi termini a un presidente della Repubblica e, nel caso particolare, a un capo dello Stato cosi' corretto, sia nel comportamento personale che nel ruolo istituzionale che riveste, quale e' il presidente Napolitano". (segue)
     
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  13. onestobender
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    CITAZIONE
    IDV: I COSTITUZIONALISTI, IPOTIZZABILE REATO VILIPENDIO PER DI PIETRO SU NAPOLITANO
    Roma, 29 gen. - (Adnkronos) - Reato di vilipendio per Antonio Di Pietro, dopo le frasi pronunciate sul presidente della Repubblica Giorgio Napolitano? L'opinione largamente prevalente fra i presidenti emeriti della Corte costituzionale, sentiti dall'ADNKRONOS, e' che in punta di diritto sia possibile procedere nei confronti del leader di Italia dei valori, sempre che vi sia l'assenso del Capo dello Stato, anche se ci si augura che non si apra un nuovo fronte politico-giudiziario che coinvolga i rapporti tra istituzioni e forze partitiche. "L'ipotesi che Di Pietro, con le sue frasi, abbia commesso un reato di vilipendio nei confronti del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e' senz'altro legittima", afferma il presidente emerito della Corte costituzionale Giuliano Vassalli. "Tuttavia -aggiunge l'ex capo della Consulta- bisogna tenere conto di due ulteriori fattori. Anzitutto, il crinale che separa il reato di vilipendio dalla legittima critica politica e' sempre molto arduo da individuare. E poi, non va dimenticato che l'incriminazione e' sottoposta all'autorizzazione a procedere da parte della persona offesa. Una scelta che il costituente ha operato per lasciare al Quirinale una libera valutazione personale e politica". In ogni caso, per Vassalli "e' davvero una vergogna che un parlamentare si rivolga con certi termini a un presidente della Repubblica e, nel caso particolare, a un capo dello Stato cosi' corretto, sia nel comportamento personale che nel ruolo istituzionale che riveste, quale e' il presidente Napolitano". (segue)

    Eh beh, essendo la nostra una repubblica feudale, la lex maiestatis ci sta benissimo...


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    in quel frangente ci si trovava di fronte ad una situazione paradossale con magistrati di diverse procure ( salerno e Catanzaro) che si indagavano reciprocamente dando un pessimo spettacolo di guerra fra bande.

    Ma Salerno è costretta ad indagare, visto che De Magistris ha denunciato alcune irregoralità commesse nei suoi confronti dai colleghi della Procura di Catanzaro (e fino a questo momento gli è stata data ragione diverse volte).
    Catanzaro invece ha cercato di ostacolare a tutti i costi le legittime, anzi, le doverose indagini di Salerno, negando documenti importanti per tempi inaccettabili (da questo fatto è scaturita quella che Vittorio definisce la "plateale perquisizione", che in pratica Catanzaro si è tirata addosso).
    Che senso ha, a questo punto, sequestrare gli atti? Per ritardare ulteriormente le indagini?

     
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  14. alexandrom
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    Classica polemica per attirare l'attenzione.

    I giornali e i commentatori televisivi hanno colto immediatamente la palla al balzo , montando il solito caso.

    Forse da una parte è positivo. Sfruttando le peculiarità Italiane per la polemica astratta si toglie l'occhio dell'opinione pubblica sui tanti gravi problemi che ci affliggono.

    Dalla crisi di disoccupazione che ci stà travolgendo , dalle autostrade che crollano uccidendo gli automobilisti , all'emergenza immigrazione.
    Problemi reali e terribilmente pericolosi per la nazione che si preferisce evitare. Troppo complessi da affrontare anche semplicemente con le parole,visto che non si hanno nè la testa per capirli e nè oggi , i soldi per poter fare qualcosa.

    Meglio distrarre il popolo bue con il caso Battista , DiPietro , intercettazioni.Pane e polemica per tutti.Quando mancherà il pane rimarrà la polemica.

    IMHO
     
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  15. lupog
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    CITAZIONE (nestobender @ 29/1/2009, 23:57)
    Ma Salerno è costretta ad indagare, visto che De Magistris ha denunciato alcune irregoralità commesse nei suoi confronti dai colleghi della Procura di Catanzaro (e fino a questo momento gli è stata data ragione diverse volte).
    Catanzaro invece ha cercato di ostacolare a tutti i costi le legittime, anzi, le doverose indagini di Salerno, negando documenti importanti per tempi inaccettabili (da questo fatto è scaturita quella che Vittorio definisce la "plateale perquisizione", che in pratica Catanzaro si è tirata addosso).
    Che senso ha, a questo punto, sequestrare gli atti? Per ritardare ulteriormente le indagini?

    guarda Roby io mi attengo a ciò che ha deciso il CSM secondo cui il sequestro degli atti Why Not e Poseidone sia stato un eccesso di potere che ha anch'esso fermato le inchiestre dei giudici calabresi e che ha giudicato eccessive anche modo con cui sono state condotte le perquisizioni al palazzo di Giustizia di Catanzaro e che ha stabilito il trasferimento anche per i giudici di Catanzaro per mancanza della dovuta collaborazione ai colleghi di Salerno e per il cosiddetto 'controsequestro', il provvedimento, cioè, con cui Catanzaro bloccò l'azione di Salerno e pose sotto inchiesta i magistrati campani.
    Poi ripeto non sono in grado di stabilire se il provvedimento del CSM sia giusto o meno, :dunno:e comunque esso non è stato preso da Napolitano ma dall'organo di autogoverno della corporazione di cui Di Pietro ha fatto parte. quindi a volere essere gentili il leader dell'IDV ha quantomeno sbagliato il bersaglio della sua invettiva tribunizia visto che il problema si è manifestato all'interno della magistratura.

    Edited by lupog - 30/1/2009, 13:48
     
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15 replies since 29/1/2009, 10:27   216 views
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